First Issue Presenta: Uncanny X-Men #1

First Issue Presenta: Uncanny X-Men #1

Ritorna nell’universo Marvel la serie ammiraglia degli X-Men e tornano gli stessi problemi degli ultimi anni di gestione dei mutanti: trame scontate, stesso cast di personaggi. Ne parliamo in questo sedicesimo appuntamento con First Issue Presenta.

Quanti numeri uno dedicati agli X-Men abbiamo visto in questi ultimi anni? Tanti, tantissimi, troppi. Nuovi, promettenti team creativi, alla fine rivelatisi largamente deludenti o al più ampiamente innocui, tranne alcune piccole, piacevoli sorprese (come nel recente X-Men: Red). Seguire questi continui alti e bassi, conclusioni e nuovi inizi è diventata una routine a volte snervante. Ma se Uncanny X-Men ricomincia e al timone ci sono tre autori in rapida ascesa alla Marvel (Matthew Rosenberg, Ed Brisson e Kelly Thompson) e un talentuoso artista come Mahmud Asrar ai disegni (con l’aggiunta di Mark Bagley, Ibraim Roberson e Mirko Colak in chiusura di albo), la lettura del primo numero è d’obbligo.
Ma purtroppo non tutto funziona come sarebbe auspicabile.

Da un punto di vista grafico e di storytelling il lavoro di Asrar è solido, rispettoso degli stilemi supereroici, con una grande attenzione nella costruzione delle scene di azione (in particolare quelle di gruppo, come lo spettacolare assalto dei Madrox), uno stile plastico e potente che non trascura i dettagli delle espressioni dei personaggi, che recitano le loro emozioni con grande intensità. I brillanti colori di Rachelle Rosenberg completano un ottimo reparto artistico, donando vitalità e volume ai disegni.
Nelle storie di chiusura troviamo Mark Bagley, una sicurezza anche se non al suo massimo livello, e la buona prova di Ibraim Roberson: pur essendo un po’ legnoso nelle parti più dinamiche, il disegnatore riesce a far recitare molto bene i suoi personaggi. Da rivedere Mirko Colak, che tradisce più di una incertezza nelle proporzioni e nella resa dei dettagli (in particolare, la brutta realizzazione della pistola di Bishop).

Il vero problema dell’albo sta nella sceneggiatura di Rosenberg, Brisson e Thompson. I tre autori provano a costruire un mistero interessante e accattivante e potrebbero anche riuscirci, soprattutto grazie all’ingresso in scena di un Madrox impazzito (e tornato da poco in vita in una miniserie scritta proprio da Roberson). Purtroppo, l’uso di topoi decisamente sovraesposti della mitologia mutante sgonfiano immediatamente ogni potenziale interesse: l’ennesimo discorso di un senatore antimutante, l’ennesima cura contro il gene X, l’ennesimo ritorno in scena di Apocalisse e un misterioso nemico nell’ombra, l’ennesima divisione del gruppo.

Tutto sa di già visto, tutto è subito vecchio e il cast è ancora lo stesso di sempre, con pochissimi cambiamenti. Anche il ritmo sbagliato debilita questo numero d’esordio, per via della scarsa coerenza narrativa dovuta ai salti da una storia all’altra. A poco servono riferimenti eccessivamente didascalici e banalmente retorici alla situazione attuale del nostro mondo, a poco serve coinvolgere giovani X-Man come Anole, Rockslide o Glob, salvo poi farli tornare ad essere dei “novizi” nonostante siano da anni sempre sotto i riflettori (cosa detta paradossalmente dai personaggi stessi nella terza storia conclusiva dell’albo).

Ed ecco emergere il vero difetto di molti titoli supereroistici della Marvel, ma soprattutto degli X-Men più recenti: la mancanza di coraggio, il voler ripiegare su trame rassicuranti per non usare la vera forza dei mutanti per fare critica sociale. Mai come in questo momento questi personaggi potrebbero essere usati per parlare del nostro presente, mai come in questo momento si potrebbero usare giovani X-Men, magari meno conosciuti, per riportare al centro il tema della diversità, dei diritti, per parlare della nostra società indebolita e fiaccata da odio e divisioni in maniera intelligente, metaforica ma anche appassionante.

E invece, anche autori talentuosi si ritrovano (volenti o nolenti) a scrivere di supereroi in calzamaglia che combattono minacce del tutto interne e scollegate dal resto.
Ovviamente, questo è solo il primo numero di una lunga saga settimanale in dodici parti che si concluderà a febbraio 2019 ed è ancora presto per giudicare il vero lavoro degli autori, nella speranza che possano piacevolmente stupirci e far fare a chi scrive la figura del critico superficiale e frettoloso.

Resta il fatto che se il buon giorno si vede dal mattino, questi uncanny X-Men avranno ben poco di sbalorditivo.

Abbiamo parlato di:
Uncanny X-Men #1
Matthew Rosenberg, Kelly Thompson, Ed Brisson, Mahmud Asrar, Rachelle Rosenberg, Mirko Colak, Ibraim Roberson e Mark Bagley
Marvel Comics, novembre 2018
290 pagine, colori – 6,99 $ (digital edition)

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