Goiter, edito in Italia da Oblomov, raccoglie sette (di otto) numeri dell’omonima opera indie di Josh Pettinger in un pregevole volume antologico. Un brossurato 17×24 di 208 pagine che esalta quasi un decennio di lavoro dell’autore americano (dal 2014 al 2023), il quale ha scelto personalmente di escludere Goiter #1 dalla pubblicazione.
Con uno stile grafico che evoca l’America degli anni Cinquanta e Sessanta, Goiter è un viaggio tra vite ai margini, situazioni surreali e gente schiacciata dalla propria apatia.
La prima storia ha per protagonista Henry Kildare, un anonimo ventriloquo che giunge in un paesino americano di bigotti perbenisti, con un amore in sospeso nella valigia. È il personaggio tipico di Goiter, il prototipo degli attori di Pettinger: emotivamente bloccato, appena infastidito e incapace di reagire davanti a situazioni assurde, costretto a recitare in un’America alienante, in cui stupidità e intransigenza prevalgono su tutto.
Kildare è dunque il primo di una lunga serie di figure incapaci di gestire il proprio destino, sopraffatte e intrappolate in vite all’apparenza comuni ma disconnesse, oppure impegnate in storie grottesche, paradossali o nonsense. È il caso ad esempio di William Cucumber, un bagnino che sogna di scrivere sceneggiature per Hollywood mentre vive con i genitori e affronta dipendenze, ristrettezze economiche e sogni infranti. O di Sally e Joe, impegnati in una bizzarra storia d’amore e di reciproca salvezza interdimensionale.
Pettinger naviga nel suo carnet di bizzarrie contrapposte a banalità con una narrazione diretta e rapida, essenziale negli snodi e farcita di un’ironia declinata a volte nel comico e altre nel sardonico. In questo modo, con leggerezza e sarcasmo, vengono trattati temi profondi o affrontati argomenti attuali, come si vede nella satira al sistema giudiziario americano presente in Henry Kildare. L’autore critica la “sua” America a volte in modo diretto, con situazioni o personaggi in effetti “troppo stupidi per essere veri”, altre in maniera più sottile. È il caso di Fare a botte, che racconta banalmente di un uomo che perde tutto ma che, se letta in modo allegorico, evidenzia un pensiero abbastanza chiaro di Pettinger sulla società in cui vive. Altre storie hanno invece un carattere quasi biografico come all’inizio di Goiter n.6, dove una colorazione seppia enfatizza il ricordo e la nostalgia.
Al realismo schiacciante dei ’50 americani, che divora le personalità dei personaggi, l’autore unisce distopia ed elementi fantascientifici come i viaggi nel tempo, gli universi alternativi, i PC e le relazioni sentimentali online. Victory Squad, oltre a irridere il consumismo, è ad esempio una storia futuristica di ispirazione amazoniana (intesa come il colosso di acquisti online, non come la foresta), con tanto di Ceo Cordery Bezo in versione super generale: è il racconto più lungo di Goiter, diviso in puntate e con una trama orizzontale strutturata.
In altri casi Pettinger propone racconti di poche tavole – come Donne Pompiere, vita di un improbabile piromane amante dei toast da degustare in bagno – o addirittura di un’unica pagina come Amore invernale. Queste storie brevi sono sia alternate a quelle più lunghe, sia usate per costruire una successione di intermezzi in sequenza che alimentano una sorta di flusso di coscienza personale (fra suggestioni, ricordi, fantasie, preferenze musicali o paure dell’autore, come in L’evasione o nell’intermezzo senza titolo di tavola 126): un flusso sempre pronto a rimpolpare l’affresco di vite che proseguono senza che i proprietari abbiano voce in capitolo. Sono presenti anche ritratti d’artista, locandine pubblicitarie o tavole sparse che si riallacciano a capitoli precedenti, con una narrazione scomposta che tiene alta l’attenzione.
Se la trama è in genere lineare, anche se contempla espedienti come flashback, flashforward e alternanza di punti di vista, sono i finali il vero valore aggiunto di Goiter, soprattutto nella nostra epoca di sequel infiniti e ganci narrativi raffazzonati. Pettinger lascia quasi tutto aperto e nelle mani del lettore, creando sospensioni spiazzanti, proponendo dubbi e obbligando a immaginarsi ipotetiche conclusioni, come in Vendetta.
Le tavole sono ariose, ben leggibili, i testi corposi ma non predominanti rispetto ai disegni anche grazie a un’impostazione della griglia standardizzata sulle tre, massimo quattro strisce. Alcuni episodi, come Wendy Bread di Goiter #4 – storia di madre, figlio, prevaricazione e senso di colpa – presentano un bianco e nero slavato che sottolinea l’interazione psicologica fra i personaggi e rafforza un’atmosfera di solitudine e di tensione emotiva.
Il disegno rievoca gli stilemi dell’America anni Cinquanta in modo quasi nostalgico e, oltre ai citati episodi in bianco e nero o seppia, sfrutta una colorazione pastello tipica dell’estetica da pubblicità vintage, che contribuisce alla rappresentazione caricaturale e grottesca della realtà.
I personaggi sono spesso raffigurati in pose statiche o con espressioni neutre, ma non per questo perdono di forza o profondità anzi, vantano una recitazione implicita, che esprime un costante senso di alienazione e disillusione.
Anche quando la trama accelera, il ritmo visivo rimane coerente con il tono generale di distacco. Un esempio del minimalismo recitativo di Pettinger è dato dal William Cucumber de Il Lago, che compie il suo viaggio con una mimica facciale quasi immobile, come fosse una maschera della sua inettitudine. È in questo ardito gioco fra immagine e narrazione che Pettinger dimostra la sua maestria nel trasmettere i temi di vuoto esistenziale e alienazione sociale, senza mai cadere da un lato nella caricatura, dall’altro nel realismo fine a se stesso.
La raccolta di Goiter brilla per il tono ironico, per la lettura scorrevole ma narrativamente complessa, per la capacità di combinare realismo e distopia, humor nero, thriller, critica sociale. È una sfida per il lettore che, davanti alle tavole di Pettinger, è costretto a confrontarsi con la desolazione e la malinconia di vite allo sbando, incapaci di esprimere il proprio potenziale. È obbligato a riflettere sulle sorti dei protagonisti, sempre in procinto di fallire e, inevitabilmente, sulla propria esistenza. È spinto a rispondere a molte domande in sospeso, a volte difficili, altre volte strambe, tipo “come mai tutti i diversi personaggi bevono solo gin e cola?”.
Abbiamo parlato di:
Goiter
Josh Pettinger
Traduzione di Elena Fattoretto
Oblomov, 2024
208 pagine, brossurato, colori – 23,00 €
ISBN: 9791281692152