Essential 11 Presidenti del Consiglio italiani nei fumetti

Essential 11 Presidenti del Consiglio italiani nei fumetti

Da sempre il fumetto è usato anche per raccontare o mettere alla berlina il potere politico. In questo articolo abbiamo voluto raccogliere undici fumetti dedicati ad undici importanti premier italiani, su un arco che va dalle origini della nazione ad oggi.

Fin dalle sue origini, il fumetto è stato usato anche per raccontare il potere politico: all’inizio soprattutto nella dimensione della satira e della parodia, poi anche con narrazioni più complesse e raffinate. Questi undici ritratti a fumetto di altrettanti premier italiani vogliono essere una rapida carrellata in grado di portarci dall’inizio della storia della nazione fino ai nostri giorni, quando – non è un mistero per nessuno – tutti gli italiani sono chiamati a scegliere, ancora una volta, un nuovo Parlamento, che a sua volta sceglierà un nuovo Presidente del Consiglio (e questi, a sua volta, sarà oggetto di nuove interpretazioni fumettistiche). Ma andiamo con ordine, e cominciamo dall’inizio.

Giovanni Giolitti in Storie d’Italia

Dal 1861 in poi, vari primi ministri si sono succeduti, e tutti caduti sotto gli strali delle feroci vignette satiriche dell’epoca: il più importante di tutti questi è forse Giovanni Giolitti. I vari primi ministri liberali finiranno anche a fumetto, ma in età successive. L’opera forse più pregevole che li racconta a fumetti è Storie d’Italia di Alfredo Chiappori, che, con un segno essenziale ma efficacissimo, ritraggono i personaggi dal Risorgimento all’avvento del fascismo, con una satira spietata dal punto di vista di un marxismo caustico ma abbastanza ortodosso.

Benito Mussolini in Quando c’era LVI

Benito Mussolini è il primo premier italiano ad apparire in fumetti di smaccata propaganda, di solito piuttosto sullo sfondo, in una esaltazione marziale assoluta che gli impedisce però di essere protagonista diretto dell’azione. Dopo la caduta del regime, si moltiplica la satira a fumetti nei suoi confronti. Il caso più recente (che ha fatto parlare anche per gli attacchi al libro da parte di militanti di estrema destra) è quello di Quando c’era LVI (vedi qui)

Alcide De Gasperi in Non muoio neanche se mi ammazzano

Alcide De Gasperi è il nostro primo importante premier democratico, dopo la caduta del fascismo e le epocali elezioni del 1948. De Gasperi è quindi il primo premier italiano oggetto, in vita, di satira a fumetti: da sinistra ma anche da destra, e in particolare dal Candido di Guareschi, scrittore e cartoonist, che venne incarcerato non per satira, ma per pesanti accuse rivolte a De Gasperi (dopo essersi bruciato la condizionale per alcune vignette su Einaudi). La complessa vicenda è ricostruita nel secondo volume di Non muoio nemmeno se mi ammazzano di Nazareno Giusti (vedi qui) che ripercorre la biografia guareschiana: qui De Gasperi è, di fatto, il principale antagonista di Guareschi.

Aldo Moro in Battaglia – La lunga notte della repubblica

Molti fumetti didattici di tipo storico sono dedicati alle drammatiche vicende del leader della DC di sinistra, più volte premier: Aldo Moro, allora presidente del partito, venne rapito e assassinato dalle BR nel 1978, all’apice degli anni di piombo. Questa vicenda è trattata anche in un fumetto d’azione come Battaglia, il cupo e cinico vampiro che percorre la storia d’Italia mescolandosi alle sue trame nere, e mostra degli – ovviamente ipotetici – retroscena del rapimento Moro (vedi qui).

 

Giulio Andreotti come Papeotti in Paperino Portaborse

Il leader della DC di destra, e anzi l’immagine stessa della DC, è invece indubbiamente Giulio Andreotti, anch’egli spesso Presidente del Consiglio (e, a inizio carriera, segretario personale di De Gasperi). Molte sono le figurazioni satiriche a fumetto di Andreotti, frequenti le sue comparsate in fumetti storici. Il suo rilievo è tale che – sia pure in maschera disneyana – è l’unico dei presidenti qui citati che entra nel canone topolinesco, come Papeotti, il politico di cui Paperino diviene portaborse, in una parodia bonaria, ma non troppo, della corruzione politica di quegli anni.

Bettino Craxi in Pertini

Alleato e rivale di Andreotti, in un dualismo che domina tutti gli anni Ottanta, è indubbiamente Bettino Craxi, anch’egli Presidente del Consiglio e oggetto di innumerevoli citazioni satiriche. Anche Andreotti cade sotto gli strali satirici del più significativo fumettista italiano dell’epoca, Andrea Pazienza: ma Craxi è proprio l’antagonista del vecchio socialista Sandro Pertini, cui Pazienza tributa invece un omaggio sentito.

Silvio Berlusconi in Alan Ford – ciclo di Anten-Man

Mentre l’Italia degli anni Ottanta è dominata dal triumvirato del CAF, Craxi-Andreotti-Forlani, un uomo nuovo inizia ad emergere nel monopolio televisivo privato, per poi lanciarsi in politica. Si tratta, ovviamente, di Anten-Man, di cui Alan Ford segue l’avventurosa ascesa: magnate dei media di giorno, supereroe pro domo sua di notte. Un’inedita satira a fumetti dell’ascesa del Silvio nazionale, curiosamente, per una volta, da una posizione sostanzialmente di destra, come quella di Max Bunker.

Massimo D’Alema in Bobo

Sergio Staino dal 1979 è, con Bobo, la coscienza critica a fumetti del partitone della sinistra italiana nelle sue varie incarnazioni, PCI-PDS-DS-PD. Un momento decisivo di questa sterminata strip di autocoscienza arriva quando Massimo D’Alema supera il “fattore K” e per la prima volta un erede della tradizione comunista giunge nella stanza dei bottoni. Le strisce di Bobo riflettono il rapporto urticante che lega la sinistra di lotta e la sinistra di governo, che continua anche fino all’era Renzi compresa (cui è dedicato l’ultimo volume delle avventure di Bobo).

Mario Monti in The Full Monti

Makkox ha indubbiamente dato una impronta molto personale alla satira a fumetti con una ricerca raffinatissima sul segno e sulla sequenzialità, trasformando le sue striscie a scroll verticale in elegantissime sedute di psicanalisi alla Jules Feiffer.

Naturalmente non sono mancati i classici dell’era berlusconiana, ma il politico più autenticamente makkoxiano è Mario Monti, al quale è dedicato un libro che è più di un semplice instant book, ma coglie perfettamente tutti gli stilemi dello spietato burocrate in grisaglia (vedi qui).

Makkox interpreta fumettisticamente anche Enrico Letta, a capo di un fragile esecutivo presto rottamato da Renzi, in una satira politica brillante e impietosa, che non riesce a raggiungere però l’ampiezza del lavoro su Monti. Letta, tra il resto, è anche lettore di fumetti e de Lo Spazio Bianco, come si vede qui.

 

Matteo Renzi in Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi

Mario Natangelo è uno dei più recenti autori satirici a fumetto emersi nell’era renziana, forse giunta al termine prima ancora di cominciare. Il segno veloce e cartoonistico sembra particolarmente adatto al bersaglio della sua satira, da cui è emerso anche un rapido instant book proprio intitolato a Matteo Renzi (vedi qui).

Nick Banana in Nick Banana

Nick Banana non è il premier nel distopico mondo in cui opera, molto simile al nostro; ma essendo lui la mente che coordina il farsesco “movimento Cinque Stalle”, ovvia parodia politica, è il vero detentore del potere in questo Black Mirror all’italiana ideato da Nebo Zuliani.

Oggi, con Paolo Gentiloni, un cerchio si è chiuso: un antenato del premier uscente, il cattolico Conte Gentiloni, fu l’autore di un celebre patto proprio con quel Giolitti con cui avevamo iniziato. Se vogliamo un possibile quadro del futuro prossimo che è già tra noi, Nick Banana è purtroppo una lettura obbligatoria.

3 Commenti

1 Commento

  1. Pietro

    16 Agosto 2019 a 04:27

    Su Berlusconi segnalo anche “Il Grande Simpatico” (Cattivik 1995), visibile qui:https://www.facebook.com/giorgio.sommacal/media_set?set=a.10201578055563662&type=3

    • la redazione

      16 Agosto 2019 a 08:29

      Grazie della segnalazione! :) Ricordiamo d’altronde che il limite auto-imposto di 11 segnalazioni della nostra rubrica per forza di cose costringe a lasciar fuori qualcosa. Ben vengano le integrazioni con i vostri commenti!

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