Fin dalle sue origini, il fumetto è stato usato anche per raccontare il potere politico: all’inizio soprattutto nella dimensione della satira e della parodia, poi anche con narrazioni più complesse e raffinate. Questi undici ritratti a fumetto di altrettanti premier italiani vogliono essere una rapida carrellata in grado di portarci dall’inizio della storia della nazione fino ai nostri giorni, quando – non è un mistero per nessuno – tutti gli italiani sono chiamati a scegliere, ancora una volta, un nuovo Parlamento, che a sua volta sceglierà un nuovo Presidente del Consiglio (e questi, a sua volta, sarà oggetto di nuove interpretazioni fumettistiche). Ma andiamo con ordine, e cominciamo dall’inizio.
Giovanni Giolitti in Storie d’Italia
Dal 1861 in poi, vari primi ministri si sono succeduti, e tutti caduti sotto gli strali delle feroci vignette satiriche dell’epoca: il più importante di tutti questi è forse Giovanni Giolitti. I vari primi ministri liberali finiranno anche a fumetto, ma in età successive. L’opera forse più pregevole che li racconta a fumetti è Storie d’Italia di Alfredo Chiappori, che, con un segno essenziale ma efficacissimo, ritraggono i personaggi dal Risorgimento all’avvento del fascismo, con una satira spietata dal punto di vista di un marxismo caustico ma abbastanza ortodosso.
Benito Mussolini in Quando c’era LVI
Benito Mussolini è il primo premier italiano ad apparire in fumetti di smaccata propaganda, di solito piuttosto sullo sfondo, in una esaltazione marziale assoluta che gli impedisce però di essere protagonista diretto dell’azione. Dopo la caduta del regime, si moltiplica la satira a fumetti nei suoi confronti. Il caso più recente (che ha fatto parlare anche per gli attacchi al libro da parte di militanti di estrema destra) è quello di Quando c’era LVI (vedi qui)
Alcide De Gasperi in Non muoio neanche se mi ammazzano

Aldo Moro in Battaglia – La lunga notte della repubblica

Giulio Andreotti come Papeotti in Paperino Portaborse
Il leader della DC di destra, e anzi l’immagine stessa della DC, è invece indubbiamente Giulio Andreotti, anch’egli spesso Presidente del Consiglio (e, a inizio carriera, segretario personale di De Gasperi). Molte sono le figurazioni satiriche a fumetto di Andreotti, frequenti le sue comparsate in fumetti storici. Il suo rilievo è tale che – sia pure in maschera disneyana – è l’unico dei presidenti qui citati che entra nel canone topolinesco, come Papeotti, il politico di cui Paperino diviene portaborse, in una parodia bonaria, ma non troppo, della corruzione politica di quegli anni.
Bettino Craxi in Pertini

Silvio Berlusconi in Alan Ford – ciclo di Anten-Man

Massimo D’Alema in Bobo
Sergio Staino dal 1979 è, con Bobo, la coscienza critica a fumetti del partitone della sinistra italiana nelle sue varie incarnazioni, PCI-PDS-DS-PD. Un momento decisivo di questa sterminata strip di autocoscienza arriva quando Massimo D’Alema supera il “fattore K” e per la prima volta un erede della tradizione comunista giunge nella stanza dei bottoni. Le strisce di Bobo riflettono il rapporto urticante che lega la sinistra di lotta e la sinistra di governo, che continua anche fino all’era Renzi compresa (cui è dedicato l’ultimo volume delle avventure di Bobo).
Mario Monti in The Full Monti
Makkox ha indubbiamente dato una impronta molto personale alla satira a fumetti con una ricerca raffinatissima sul segno e sulla sequenzialità, trasformando le sue striscie a scroll verticale in elegantissime sedute di psicanalisi alla Jules Feiffer.
Naturalmente non sono mancati i classici dell’era berlusconiana, ma il politico più autenticamente makkoxiano è Mario Monti, al quale è dedicato un libro che è più di un semplice instant book, ma coglie perfettamente tutti gli stilemi dello spietato burocrate in grisaglia (vedi qui).
Makkox interpreta fumettisticamente anche Enrico Letta, a capo di un fragile esecutivo presto rottamato da Renzi, in una satira politica brillante e impietosa, che non riesce a raggiungere però l’ampiezza del lavoro su Monti. Letta, tra il resto, è anche lettore di fumetti e de Lo Spazio Bianco, come si vede qui.
Matteo Renzi in Pensavo fosse amore invece era Matteo Renzi

Nick Banana in Nick Banana

Oggi, con Paolo Gentiloni, un cerchio si è chiuso: un antenato del premier uscente, il cattolico Conte Gentiloni, fu l’autore di un celebre patto proprio con quel Giolitti con cui avevamo iniziato. Se vogliamo un possibile quadro del futuro prossimo che è già tra noi, Nick Banana è purtroppo una lettura obbligatoria.






altri “presidenti” : https://www.facebook.com/giacomo.michelon/posts/10213416132135417?comment_id=10213416511464900¬if_id=1521234884011637¬if_t=feed_comment&ref=notif
Su Berlusconi segnalo anche “Il Grande Simpatico” (Cattivik 1995), visibile qui:https://www.facebook.com/giorgio.sommacal/media_set?set=a.10201578055563662&type=3
Grazie della segnalazione! :) Ricordiamo d’altronde che il limite auto-imposto di 11 segnalazioni della nostra rubrica per forza di cose costringe a lasciar fuori qualcosa. Ben vengano le integrazioni con i vostri commenti!