In bilico tra Delitti e castighi, il Color Fest di Gigi Simeoni e Davide Furnò esce con le ossa un po’ rotte, colpevole di non compiere in pieno il proprio percorso narrativo. Altamente sperimentale sul piano grafico, grazie ad un lavoro notevolissimo di Furnò, la sceneggiatura di Simeoni resta ingarbugliata su se stessa, promettendo salti narrativi che non arrivano.
Con un’impostazione iniziale (fortunatamente) classica, la storia vede Dylan coinvolto in un’indagine che lo porta a fronteggiare il senso di colpa, suo e altrui. Fino qui tutto bene, nonostante una certa debolezza di trama, battute e personaggi: Simeoni però si spinge oltre, con una specie di “coda” narrativa che va a toccare temi umanamente e socialmente di assoluto rilievo, come lo sfruttamento del lavoro minorile. Ma le due parti della storia risultano solamente accostate e non cucite assieme, lasciando alla fine una morale forzata e stonata che lascia perplessi con una sensazione di incompiutezza fastidiosa.
Furnò si avvicina in alcune tavole a mostri sacri del fumetto, quali Sienkiewicz e McKean, e gioca a scomporre e deformare personaggi e prospettive in modo assolutamente potente; sembra però rimanere bloccato in alcuni passaggi facili dove lo slancio più destrutturante viene meno e lascia spazio ad alcuni risultati fin troppo scolastici e pesanti.
Rimane la sensazione di un’occasione non colta pienamente, peccato capitale, anche se forse emendabile in appello, di questo Color Fest.
Abbiamo parlato di:
Dylan Dog Color Fest #33
Delitti e castighi
Gigi Simeoni, Davide Furnò
Sergio Bonelli Editore, maggio 2020
96 pagine, brossurato, colore – 5,50 €
ISBN: 977197194704500033
Dylan Dog Color Fest 33 – Delitti e castighi (Simeoni, Furnò)
Una nobile citazione per una storia che Simeoni e Furnò riescono a far volare pienamente solo nella parte grafica.
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