Mark Waid torna a scrivere lo Stregone Supremo riallacciandosi nel prologo alla sua precedente gestione per ripartire, come da copione, con un nuovo inizio. L’avvio è decisamente in salita per Stephen Strange, che si trova a dover affrontare la sparizione della magia dalla faccia della Terra. Per contrastare il misterioso evento consulta Tony Stark, che lo induce a tentare una ricerca nell’universo. Waid è uno sceneggiatore di razza e riesce ad esprimere molto bene lo sgomento e la disperazione di Strange per la perdita di quella magia che è ormai parte integrante del suo essere, persino del suo rapportarsi col prossimo. C’è una didascalia particolarmente riuscita che racconta come “una nuova forma di solitudine” sia la “parte peggiore” da affrontare, perché non sentire più le anime altrui (una delle conseguenze della sparizione della magia) fa soffrire. Difficile anticipare lo sviluppo di questo episodio introduttivo, che comunque si chiude con una situazione che non fa presagire una rapida conclusione. Certamente si nota un atipico taglio fantascientifico per Strange, che testimonia la determinazione della Marvel a dare sempre più centralità alla sua parte cosmica fumettistica e cinematografica. Probabilmente questa impostazione non è del tutto adeguata al canone del personaggio, risultando forse un po’ forzata. I godibili disegni di Jesus Saiz, a suo agio sia coi primi piani sia con i campi lunghi col suo stile iper-realistico, caratterizzano adeguatamente questo Strange nello spazio.
Abbiamo parlato di:
Doctor Strange #1 (44)
Mark Waid, Jesus Saiz
Traduzione di Fabio Gamberini, Luca Scatasta
Panini Comics, novembre 2018
24 pagine, spillato, colori – 2,00 €
ISBN: 9788891243447