Introdotto sul numero 192, fa il suo ritorno sulle pagine di Dampyr l’equivoco Aleister Crowley, legando il suo coinvolgimento nella serie ai grandi antichi, creati sulle pagine dei racconti originali del Ciclo di Cthulu di Howard Phillips Lovecraft. In questa occasione Mauro Boselli si concentra sul finto suicidio che Crowley inscenò nel settembre del 1930 con la complicità del poeta portoghese Fernando Pessoa, suo amico e corrispondente. Proprio la presenza di Pessoa porta ne Il suicidio di Aleister Crowley quel velo di malinconia che enfatizza ancora di più la diabolica doppia natura del satanista.
La spiegazione di Boselli per il finto suicido è semplice: Crowley aveva la necessità di realizzare il rito che avrebbe evitato un nuovo risveglio di Cthulu, come quello che causò il maremoto del 1755 che distrusse Lisbona.
La struttura della storia, cui ormai i lettori di Dampyr sono avvezzi, è costituita da una ricostruzione dei fatti e una raccolta degli indizi sia attraverso la lettura di tomi polverosi, nel più classico stile avventuroso, sia con visioni mistiche del passato. La parte più attiva è indubbiamente l’ultimo terzo del numero, con la missione del gruppo guidato da Harlan Draka sull’isola dove sorge la città di R’lyeh.
In particolare in quest’ultima parte Michele Cropera da il meglio di se, mostrando con splash page di chiara ispirazione escheriana il disorientamento dei protagonisti, o nella riuscita visualizzazione dei mostri lovecraftiani. Nel complesso il tipico ma efficace mix dampyriano di ispirazioni differenti.
Abbiamo parlato di:
Dampyr #222 – Il suicidio di Aleister Crowley
Mauro Boselli, Michele Cropera
Sergio Bonelli Editore, settembre 2018
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,50 €