Per tutti coloro che sono nati dopo il 1988 o che sono stati adolescenti in quel periodo, Il Corvo è stato qualcosa di più di una semplice opera a fumetti. Grazie al film del 1994, segnato dalla tragica morte del protagonista Brandon Lee, questa storia è diventata la fiaba gotica contemporanea per eccellenza: per due decenni, la figura tormentata di Eric Draven, il suo look da moderno e violento Pierrot e la sua sconfortante, dolorosa e infinita storia d’amore hanno plasmato l’immaginario collettivo.
Il motivo dell’enorme successo di questo fumetto, vincitore di moltissimi premi e opera indipendente più venduta al mondo, va ricercato nella biografia dell’autore.
James O’Barr ha riversato nel suo lavoro tutto il dolore e la rabbia per la perdita della propria compagna, uccisa da un guidatore ubriaco, producendo un’opera che, seppur non priva di difetti, è un vibrante manifesto di amore e di sofferenza, un racconto vero, che riesce a toccare elevate punte di lirismo e poesia e a sprofondare altrettanto rapidamente nei recessi più oscuri dell’animo umano, un fumetto ricco, dallo stile grafico potente e variegato, plasmato da una prosa dolce e brutale al tempo stesso.
Ovviamente – come tutte le opere di successo in un mondo in cui il consumo e il guadagno sono sempre messi al primo posto – questo fenomeno unico nel suo genere ha dato origine a sequel sia cinematografici che fumettistici non all’altezza, se non addirittura irrispettosi e offensivi, del materiale originale.
E in questo ingranaggio stritolatore si è ritrovato lo stesso James O’Barr, che è più volte ritornato sul personaggio, prima con la miniserie The Crow: Dead Time (1996) e oggi con le storie pubblicate in questo volume. Il lettore italiano potrebbe pensare che anche questo secondo volume de Il Corvo possa essere una nuova tragedia gotica, séguito diretto del precedente volume. Purtroppo le due storie, pur condividendo il protagonista, quel corvo che traghetta nel mondo le anime perse in cerca di vendetta, non hanno nessun altro legame con le atmosfere e le emozioni della storia originale pubblicata nel 1988.
Il volume raccoglie due miniserie pubblicate per IDW Publishing nel 2012 e nel 2013, con protagonisti e storie molto diverse tra loro.
Nella prima miniserie, The Crow: Curare, il protagonista è il detective Salk, un uomo ossessionato dalla ricerca di un assassino e stupratore di bambine, un poliziotto burbero e scontroso che ha distrutto la sua vita inseguendo una chimera, tormentato dallo spettro di una bambina in attesa di avere giustizia.
Nella seconda miniserie, The Crow: Skinning the Wolves, l’azione è ambientata in un campo di concentramento nazista: un prigioniero ucciso da un generale tedesco si risveglia per avere la sua vendetta, e nemmeno un esercito può fermare la sua ira.
Come si può capire dalla trama, le due miniserie i ricollegano ai temi cari ad O’Barr: la morte insensata e inspiegabile che impedisce un eterno riposo tranquillo e che spinge gli spiriti a cercare vendetta. Purtroppo però, a parte questa tematica di base, l’autore statunitense non riesce a superarne i limiti, accontentandosi di scrivere storie già lette e rilette.
Se in Curare le atmosfere sono comunque ben curate ed evocative e i personaggi, sebbene stereotipati, riescono a trasmettere una certa emotività, in Skinning the Wolves la storia diventa uno splatter ambientato in un campo di concentramento, un fumetto d’azione in cui un ebreo zombie uccide i nazisti. Il canovaccio centrale è ridotto ai minimi termini, i personaggi sono delle macchiette, la sceneggiatura piatta e banale. Non resta niente dello spirito poetico e tormentato dell’opera originale, non c’è nessuna evoluzione a partire da quel nucleo originario, e non c’è nemmeno l’intento di creare una storia che si prenda in giro, un divertissement che potrebbe trovare spazio nelle produzioni gore e caustiche, spesso profondamente ironiche della Avatar Press (Crossed, God is Dead, Uber).
Il risultato finale è una grottesca e non voluta autoparodia che riesce a mancare di rispetto sia all’ambientazione in cui si svolge la storia che all’universo creato dallo stesso O’Barr.
La dicotomia delle due storie si riflette nei disegni. Antoine Dodé adotta uno stile semplice ma ricco di tratteggi e sfumature che riescono a dare una profondità emotiva alla storia, a trasmettere meglio delle parole il dolore e la disperazione della vicenda. Nonostante alcuni difetti nelle anatomie e nelle prospettive, nonché qualche indecisione nella resa dei dettagli, Dodé riesce a caratterizzare bene i singoli personaggi: l’ossessione di Salk, la paura di Alice, la mostruosità dell’assassino sono vivide e colpiscono il lettore. Il tutto è completato da un uso sapiente del colore, che passa da monocromie calde a monocromie fredde sottolineando gli stati d’animo dei protagonisti e i cambi di atmosfera.
Jim Terry crea invece un’atmosfera horror grazie a colori scuri e freddi, che fanno percepire l’atmosfera gelida e mortifera del campo di concentramento. Le inquadrature sono studiate per soffermarsi su dettagli truculenti e che suscitino paura e disgusto. Il disegnatore si esalta particolarmente nelle scene più splatter e ricche di azione, svolgendo un lavoro discreto ma non eccezionale nel rappresentare le espressioni dei personaggi.
Arrivati alla fine del volume, non si può che restare confusi e abbastanza delusi dal risultato finale, soprattutto confrontandolo con il ben più celebre precedente.
Il principale difetto che di può imputare allo scrittore non è tanto quello di essere rimasto legato alla sua creature e ai temi a essa correlati, quanto quello di non aver saputo evolvere da quell’opera per cercare nuovi significati e nuovi modi di raccontare, per portare avanti un discorso sulla perdita, il dolore e il lutto in maniera matura, sensibile e costruttiva come ci si sarebbe potuti aspettare da un autore come O’Barr.
In definitiva, Il Corvo – Libro Secondo appare come un’operazione meramente commerciale, tesa a spremere l’ultima goccia di successo da un’opera cult e da un autore che forse non ha più nulla da raccontare sul personaggio, e che forse dovrebbe muoversi oltre il confine che lo intrappola per trovare nuovo slancio e nuove, autentiche emozioni da trasmettere.
Abbiamo parlato di:
Il Corvo – Libro Secondo
James O’Barr, Antoine Dodé, Jim Terry
Traduzione di Marco Russo
Edizioni BD, novembre 2015
160 pagine, brossurato, a colori – 15,90 €
ISBN: 9788868830434