Conferenza stampa Avengers: Age of Ultron con il regista Joss Whedon

Conferenza stampa Avengers: Age of Ultron con il regista Joss Whedon

A Milano il regista Joss Whedon ha risposto alle domande della stampa su Avengers: Age of Ultron.

Giovedì 23 Aprile a Milano presso l’Hotel Principe di Savoia si è svolta la conferenza stampa di Avengers: Age of Ultron e per l’occasione Joss Whedon, regista e sceneggiatore del film, ha risposto ad alcune domande della stampa.

Come primo argomento è stata presa in considerazione la location italiana in cui si svolgono alcune scene del film: il Forte di Bard, splendido complesso fortificato valdostano. A tal proposito il regista spiega:

Abbiamo scelto il Forte di Bard perché è un posto davvero meraviglioso e spettacolare. Avevo visto altre location, ma non erano all’altezza. All’inizio pensavo che sarebbe stato impossibile girare al suo interno proprio perché così remota e particolare. Quando però siamo andati a visionarlo siamo stati accolti in maniera fantastica, ci hanno dato un sacco di vino e quindi a quel punto abbiamo capito che era la scelta giusta (ride).
Quando ero un adolescente ho passato molto tempo in Italia perché mia madre amava molto il vostro paese ed ho passato alcune settimane vicino a Cortona (n.d.A.: città dell’aretino), in montagna, e ogni giorno faceva delle gite. Sono stato a Firenze, a Roma, a Orvieto, a Siena e, insieme a mio fratello, mi sono innamorato di questi luoghi all’istante. Ho sempre trovato estremamente ricca l’Italia.
Sicuramente i film di Sergio Leone sono importantissimi per me, li amo tantissimo e iniziare il primo giorno di riprese in Italia è stato fantastico, soprattutto in un momento del film molto intenso per i personaggi di Occhio di Falco e Scarlett Witch. Girare in questo luogo così magico, pieno di piccole stradine che ricordano un western è stato veramente eccezionale.

In rapporto alle sue dichiarazioni sullo script di Ant-Man, da lui definito divertente e in perfetta linea con lo spirito degli attuali film di Marvel Studios, viene poi chiesto a Joss Whedon quale sia il segreto per ottenere un prodotto cinematografico che abbia tali caratteristiche.

Lo spirito Marvel è bello proprio perché è in grado di racchiudere al suo interno diversi generi e un numero quasi infinito di ingredienti. Tra questi vi è l’umorismo ma non solo, troviamo anche la componente politica e la fantascienza per esempio. Conoscendo e leggendo i fumetti della Marvel mi sono innamorato di tutte questi aspetti che ho trovato molto adatti alla mia personalità, che è attratta da tante cose diverse. Sicuramente l’umorismo è un elemento fondamentale, ma solo se non è fine a se stesso ma al servizio dell’epicità di questo universo.

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Il regista ha poi raccontato di come in Avengers: Age of Ultron siano stati utilizzati dei droni nelle scene ambientate in Corea e in Inghilterra e del fascino che hanno su di lui queste macchine ormai “capaci di fare di tutto”. Ci si è soffermati poi sulla necessità attuale di rivisitare i comics al cinema e sul loro successo al botteghino.

Penso che sia utile, quando la vita è così caotica,  avere un modo di esprimere tutto ciò e superarlo. I supereroi spesso riflettono il tempo in cui vivono e, sì, risolvono i problemi con facilità. Allo stesso tempo però mostrare questi film è un po’ come fare dell’autocritica. Non stiamo forse cercando delle scorciatoie per risolvere i problemi del mondo? In effetti è così e cerco perciò di proporre anche questa riflessione.
L’elemento nostalgico è utile per far riconoscere allo spettatore qualcosa di familiare sullo schermo, evocare dei sentimenti positivi, anche perché non ci sono stati poi così tanti film sui supereroi quanti quelli che hanno ripreso fiabe classiche come Cenerentola, storie riproposte svariate volte. Inoltre tutto diventerà sempre più interessante man mano che il Marvel Cinematic Universe introdurrà nuovi personaggi.

Viene poi chiesto perché si è scelto di creare nuovi personaggi piuttosto che approfondire il gruppo di supereroi già presenti in Avengers e se Visione e Ultron non siano di fatto degli alter ego di Tony Stark.

Di solito sono contrario all’introduzione di nuovi personaggi perché c’è già molto su cui lavorare, ma questa volta è stato necessario espandere l’universo degli Avengers perché volevo inserire nuovi personaggi che, oltre ad avere dei nuovi superpoteri ed essere fisicamente accattivanti, non amassero istintivamente e immediatamente gli Avengers. Siamo in un mondo in cui tutti conoscono questi supereroi e volevo inserire questi contrasti iniziali.
Con Ultron volevo creare un rapporto che andasse oltre a quello padre-figlio; ho fatto sì che mantenesse alcuni tratti di Tony, ma l’ho reso molto differente dal suo creatore. Visione rappresenta il successo di Tony che, come un genitore, vuole vedere suo figlio evolvere e migliorare.

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Per ciò che riguarda il suo futuro e il legame con il Marvel Cinematic Universe asserisce:

Non so se lavorerò ancora con la Marvel, ma sicuramente continuerò a consultarmi con loro sui prossimi film e progetti perché li adoro. Per il futuro non so cosa succederà, ma vorrei evitare di cadere in un modello ripetitivo quindi vorrei capire come andare avanti e sfruttare ancora il tema supereroistico, ma con nuove prospettive.

E sulla difficoltà di trasporre i comics senza snaturarne il linguaggio:

Il problema è che i comics non vendono molto, anche se ci sono degli autori eccellenti che vi lavorano. Le persone che li leggono sono spesso vecchi come me (ride). Non penso che i film della Marvel possano rovinare i fumetti o metterli in secondo piano, piuttosto si tratta di una sorta di scambio reciproco che si muove su due strade separate. Forse questo tipo di film può aiutare a dare una visibilità al mondo dei fumetti che è ancora di nicchia.

Dopo aver detto la sua su chi sia più forte tra Thor e Hulk (“Hulk! Ma Thor potrebbe vincere”) e aver raccontato del suo rapporto con i social network e della sua difficoltà iniziale nel ricorrere sempre agli stessi personaggi/attori, il regista risponde alla nostra domanda sulla complessità di trattare un personaggio come Vedova Nera, le cui paure vengono narrate in maniera dettagliata in questo secondo capitolo di Avengers.

La Vedova Nera è forse il mio Vendicatore preferito non solo perché è una donna, ma anche perché ha tutte queste debolezze e lati oscuri. Ho avuto modo di esplorare la sua storia insieme a Scarlett Johansson, con cui ho analizzato il trauma così affascinante e doloroso del personaggio da lei interpretato, documentandomi direttamente sulle storie a fumetti. Molte persone hanno criticato o non andrà a genio l’inserimento dell’elemento romantico riguardante il personaggio, ma a me è piaciuto molto aggiungere quelle scene. È sicuramente una sfida scrivere di un personaggio che non ho creato io, ma è molto bello cercare un equilibrio tra un personaggio che già esiste e l’ideazione di qualcosa di nuovo che aggiunge degli elementi di interesse senza stravolgimenti. In un certo senso il regista stesso diventa un attore che, con il copione in mano, dà una sua interpretazione del personaggio, arricchendolo.

Come ultima domanda viene chiesto al regista del futuro dei fumetti in rapporto all’evoluzione dei film della Marvel Studios, raggiunto anche grazie al notevole miglioramento degli effetti speciali.

Non lo so. In Age of Ultron abbiamo ripreso i personaggi dai fumetti, ma non la storia, aggiungendo il conflitto tra Frankenstein e la sua creatura. Sicuramente adesso è un buon momento per essere me. Non so, sicuramente il fumetto ha bisogno di reinventarsi, ma non è certo una cosa facile.

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