Divertente, corrosivo e grottesco fino all’inverosimile, il decimo volume del fumetto creator owned di John Layman e Rob Guillory presenta l’importante scontro tra l’agente Tony Chu e il Collezionista, la nemesi che ha perseguitato in vari modi la sua famiglia.
Il cibo
Sin dai suoi esordi, Chew è un fumetto anomalo. L’opera si basa sull’assunto di indagare e portare all’estremo il variegato rapporto tra l’uomo e il cibo. Ogni episodio prende spunto da misfatti legati a un contesto alimentare: si va dal commercio clandestino di pollo, che in questo universo narrativo è stato dichiarato illegale dopo una devastante influenza aviaria, alle tante macchinazioni in cui il cibo viene utilizzato come strumento d’indagine o come fonte per ottenere poteri paranormali.
Non fa eccezione il protagonista, Tony Chu, un agente federale cibopatico in grado di ricavare sensazioni psichiche da ciò che morde o mangia e ricostruirne il passato: un potere tanto straordinario quanto disgustoso. In questo decimo volume vengono introdotti nuovi personaggi i cui poteri sono legati al cibo, come i “gelassassini”, ovvero una squadra paramilitare che possiede abilità conseguenti all’ingestione o alla manipolazione di cibi a base di gelatina o colla di pesce.
Tecniche narrative
Ogni episodio di Chew è stato pensato per apportare modifiche, più o meno consistenti, allo status quo dei personaggi. Conscio dell’estrema densità di avvenimenti per ciascun volume e della plausibile difficoltà del lettore di tenerli sempre a mente, lo sceneggiatore John Layman ha ideato vari modi giocosi e originali di rievocare nozioni legate alle storie precedenti. Questi consistono non solo in flashback e voli pindarici, ma anche in schede che interrompono la narrazione per presentare ironicamente i “poteri” e le origini dei personaggi.
Layman sembra attingere a un serbatoio apparentemente inesauribile di gag e trovate comiche, che oscillano tra uno humour sottile e peculiare e un umorismo demenziale che cerca sempre, riuscendoci, di non scadere nel puerile. Sebbene tutte queste caratteristiche strutturali siano usate in modo molto intelligente, il ricorso alle suddette spesso dà origine a uno dei difetti dello sceneggiatore americano, ovvero una certa ripetitività di schemi e situazioni che sfocia in una perenne “variazione sul tema”.
Il cinquantesimo episodio
Come ogni “numero tondo” celebrativo che si rispetti, il cinquantesimo episodio di Chew è stato concepito per essere un punto di svolta per la saga: gli autori colgono l’occasione per sciogliere alcuni nodi narrativi irrisolti e aprire la strada al finale. La sceneggiatura, particolarmente riuscita, è giocata su un’alternanza di flashback e scene ambientate nel presente.
La natura particolarmente drammatica e intensa di alcuni passaggi lo rende un episodio decisamente inconsueto tra quelli pubblicati sinora. Per stemperare, Layman inserisce giocose supposizioni su quello che “sarebbe potuto accadere” ma che in realtà non è mai successo, inviando alcuni personaggi letteralmente all’inferno e descrivendone il destino beffardo. In questo modo il volume si chiude esattamente come si era aperto, ovvero con scene ambiguamente “ipotetiche” su ciò che potrebbe capitare ad alcuni personaggi chiave una volta finiti nel regno degli Inferi.
L’aspetto grafico
Contestualmente al lato narrativo, anche il disegnatore Rob Guillory prosegue nella sua esplorazione dei confini del grottesco. Il suo stile corrisponde in modo preciso agli spunti surreali forniti dalla sceneggiatura, rendendo le espressività in maniera molto accentuata fino a coglierne l’aspetto quasi caricaturale. Spesso gli sfondi sono scarni e l’autore conferisce maggior risalto ai volti e alle movenze dei personaggi. Guillory nel corso degli anni ha affinato il proprio tratto, raggiungendo apprezzabili livelli di sintesi. In ogni caso le tavole sono ricche di dettagli che meritano di essere colti con un’attenta lettura, come le scritte sui cartelli o i quadri appesi alle pareti, che di frequente rappresentano ulteriore motivo di ilarità.
Conclusioni
A due volumi dalla fine, prevista con il sessantesimo episodio, Chew conferma la decisa propensione a estremizzare alcuni lati della nostra realtà.
Scavando oltre la patina degli eccessi e del grottesco, è possibile scorgere, tra sottotrame e incredibili incastri, un affresco narrativo curato nei minimi dettagli e reso visivamente con uno stile certamente peculiare.
Abbiamo parlato di:
Chew vol. 10 – Sanguinaccio
John Layman, Rob Guillory
Traduzione di Caterina Marietti
Bao Publishing, 2015
128 pagine, colore, brossurato – 13,00€
ISBN: 978-88-6543-539-7