Jeroen Funke ha sceneggiato, disegnato e colorato la maggior parte di Blaadje nel Café Brown Sugar di Xiamen (Cina). Lo scrive lui stesso nella quarta di copertina della sua autoproduzione, uno spillato delle dimensioni di una cartolina. La storia di appena sedici pagine parte da un fatto molto semplice e naturale e giunge a una conclusione inaspettata e particolare. La foglia di una pianta antropomorfa si stacca e cade sulla testa di una bizzarra creatura che si mette alla ricerca del “colpevole”. L’inchiesta porta il lettore in un mondo vivace e sorridente, in cui i fusti dei cactus terminano con lampadine e i tronchi delle palme sono a pois. Il racconto muto prende forma all’interno di cinque splash-page, sette tavole divise in due vignette distanziate da uno spazio bianco abbondante e quattro pagine da tre riquadri ciascuna. La scansione, che ben si adatta al formato ridotto del fumetto, incornicia alcune figure fluide e fantasiose e altre schematiche e geometriche, offrendo una gradevole alternanza, specchio di una realtà mutevole e più profonda delle apparenze. L’espressività delle entità che la popolano sopperisce all’assenza di testo, rendendo intelligibile la narrazione, mentre i colori accentuano la stravaganza del contesto. Infatti Funke utilizza pennarelli con tinte nette, prive di sfumature, tra le quali spicca l’oro che spesso si usa per abbellire i biglietti di auguri. Il risultato, da un lato mette in evidenza l’artigianalità del prodotto, dall’altro sorprende per efficacia e originalità.
Abbiamo parlato di:
Blaadje
Jeroen Funke
16 pagine, spillato, colori
Autoproduzione