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Benkey a New York: tra noir e poesia con Jiro Taniguchi

9 Febbraio 2004
Una raccolta di piccoli gioelli a fumetti: le vicende di un killer a pagamento i cui delitti sono espressioni liriche di una violenta giustizia.
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Uno dei pregi di  Jiro Taniguchi, è stato il sapersi adattare senza perdere il proprio stile a diverse ambientazioni, dal noir di Tokyo Killers alla rappresentazione storica di Ai tempi di Bocchan, dalla fantascienza di Icaro in coppia con Moebius alle storie delicate ed intimistiche de L’uomo che cammina e Al tempo di papà.
In Benkei a New York, Taniguchi è affiancato ai testi da Jinpachi Mori, autore poco noto in Italia, ed il risultato è ben oltre quanto suggerito dal sottotitolo “diabolical hard-boiled story“, che non rende omaggio alla poesia dell’opera.

Benkei è un falsario di quadri, talmente abile da creare copie identiche agli originali; il suo incarico principale è infatti quello di falsificare quadri rubati e rivenderli. Ma oltre a questo Benkei è un killer su commissione e, sebbene non usi armi da fuoco, è abilissimo nell’uccidere in molti modi le sue vittime.

Benkei non uccide per soldi, o almeno non è questa la motivazione principale. La sua specialità sono le vendette, i suoi omicidi sono atti di giustizia violenta e al contempo lirica nei confronti di chi, macchiato di gravi colpe, sia fuggito alle sue responsabilità. Una sorta di morale accompagna tutti i suoi incarichi, siano essi eseguiti per conto altrui o per questioni personali.
Le brevi storie contenute in questo volume sono piccoli gioielli, il protagonista è un personaggio ben delineato con uno spessore capace di trasparire anche dai suoi silenzi.


Da sottolineare in particolare l’episodio intitolato Throw Back: la storia è completamente muta, priva sia di parole che di onomatopee; le vignette prendono in larghezza di tutta la pagina, come fossero dei tagli nel foglio; la neve cade silenziosa come il sangue, accompagnata dalla narrazione in soggettiva, sotto forma di didascalie, della vittima di Benkei.

Point Break, la collana che ospita questo volume (purtroppo) autoconclusivo, si pone l’obiettivo di essere un “punto di rottura” per il giudizio sui manga, mostrando agli scettici la presenza di un fumetto giapponese “d’autore”. Benkei a New York rappresenta un perfetto esempio di questo genere ed un rappresentante ideale per questa collana.

Abbiamo parlato di:
Benkey a New York
Jinpachi Mori, Jiro Taniguchi
Star Comics, 2002
224 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,90€

Ettore Gabrielli

Ettore Gabrielli

Classe 1977, toscano, programmatore. Impara a leggere sugli Alan Ford del padre, una delle poche cose per cui si sente debitore veramente. Vorace lettore da sempre, i fumetti sono stati il mezzo per imparare e per conoscere persone e per questo sarò loro sempre grato. Nel 2002 fonda Lo Spazio Bianco, magazine dedicato al fumetto tra i più longevi e seguiti in Italia di cui è tuttora direttore editoriale. Nel 2021 ha fatto parte della giuria dei Lucca Comics Awards.

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