Autoproduzioni, graphic novel, quotidiani: intervista a Sonno

Autoproduzioni, graphic novel, quotidiani: intervista a Sonno

Nata tra le autoproduzioni, passata a Feltrinelli e dal 2022 curatrice dell’inserto “Fumetti” del quotidiano Domani: conosciamo Michela Rossi, in arte Sonno.

Il suo nome d’arte è Sonno, ma Michela Rossi non è certo una che dorme (mi si conceda la battuta scontata…): dalle prime storie brevi per le antologie La Rabbia (Einaudi, nata dal festival Crack! e curata da Valerio Bindi) e Sporchi e Subito (Feltrinelli, curata da Fumettibrutti) al primo, apprezzato graphic novel Prima di tutto tocca nascere (Feltrinelli, 2021, che le è valso il premio Nuovi Talenti al Romics 2022) fino ad arrivare alla curatela dell’inserto mensile a fumetti del quotidiano Domani, un caso abbastanza unico nel panorama italiano, Sonno è diventata in poco tempo una delle autrici più interessanti da tenere d’occhio nel mondo fumettistico del nostro paese. L’abbiamo intervistata per parlare dei suoi lavori e del suo ruolo di curatrice.

NOVEMBRECiao Sonno e grazie per la tua disponibilità.
Vorrei cominciare con questa intervista dalla fine, ovvero dal tuo ruolo di curatrice di Fumetti, l’inserto di Domani dedicato ai fumetti, iniziato più o meno un anno fa. Che bilancio puoi fare di questa esperienza fino a ora?

Ciao! Grazie a te, sono molto felice di poter fare questa intervista. Nel complesso l’inserto Fumett sta andando molto bene, poi lavorare a stretto contatto con altri fumettisti (esordienti e non) è bellissimo. Mi è successo di leggere e poi pubblicare fumetti davvero geniali.

Torniamo a un anno fa: come è nato il progetto? E relativamente a questo: ti sei trovata davanti a delle resistenze o dei commenti su questa operazione nati da stereotipi che il fumetto porta con sé, almeno per una parte del mondo della cultura e dell’opinione pubblica?
 Il progetto è nato un po’ per caso, Domani aveva già pubblicato un paio di inserti a fumetti ma non con lo stesso curatore e senza una cadenza mensile fissa. Poi il direttore (Stefano Feltri) mi ha chiesto di curare un inserto a fumetti e da lì è iniziata, ne ho curato un altro e poi un altro ancora. Alla fine è diventato un mensile.  Devo dire che non ho incontrato particolari resistenze, ma più che altro commenti positivi. Una volta però ho letto su Twitter un commento di una persona che non capiva come mai, all’interno dell’inserto ci fossero fumetti così strani. Ho riso.

Quale è stata la risposta del pubblico?
 Nel complesso direi che la risposta è stata molto positiva. Tenendo conto che pubblichiamo moltissimi emergenti senza puntare sui “nomoni”.
 
Schermata 2023-02-15 alle 12.16.21Se le vignette e le strisce sono una presenza fissa dei quotidiani sia cartacei sia online, il discorso per i fumetti è diverso: un inserto come Fumetti ricorda operazioni riconducibili a inizio/metà del secolo scorso, quando i quotidiani (soprattutto statunitensi ma non solo) pubblicavano alcune tavole di storie a puntate. Quale è, o quale può essere, il ruolo e lo spazio del fumetto sui quotidiani o sui magazine (vedi quelli pubblicati su Internazionale) negli anni ‘20 del 2000?
Il fumetto è un ottimo strumento per raccontare il contemporaneo. Per contemporaneo intendo i fatti che effettivamente stanno accadendo in questi anni come anche quello che noi proviamo (emozioni, dubbi, paure ecc…). Non so quale sarà il suo ruolo, ma ho la sensazione che si stia sempre più accettando l’idea del fumetto come mezzo molto profondo e vasto. Non solo solo “storielle”, per parafrasare Bennato.

In quanto al tuo lavoro più nello specifico, come nasce un numero di Fumetti?
Ho un calendario in cui ho segnato tutto: quando contattare i fumettisti, la deadline, quando chiedere le biografie e quando contattare i fumettisti del mese successivo e così via. Ho una lunghissima lista di papabili, davvero lunga. Un po’ sono autori che conoscevo o ho scoperto nel tempo, altri invece si sono proposti scrivendomi via mail o sui social. Avendo già la lista pronta con i nomi, un mese prima, contatto i fumettisti e chiedo loro se hanno voglia di partecipare. Dico tutto, tempistiche, tema e pagamento. È tutto alla luce del sole e chiarissimo, si fa prima. Lascio i fumettisti liberi di interpretare il tema del mese come meglio credono, chiedo loro semplicemente di fare un bel fumetto. Di impegnarsi e di fare quello che secondo loro è davvero un ottimo lavoro.
Oltre a questo, per sicurezza e per evitare errori, chiedo le bozze del fumetto prima di fare il definitivo.

Nel tuo lavoro per Domani attingi a piene mani a un mondo di artisti che nasce (e spesso continua tutt’oggi a lavorare) all’autoproduzione. Lo Spazio Bianco ha sempre avuto una certa attenzione per le autoproduzioni e il fumetto indipendente, ambiente da cui tu provieni. Cos’è rimasto oggi, nel tuo modo di lavorare e di intendere il fumetto, di quell’esperienza e di quel mondo?
 Il mio, diciamo, “imprinting” nel mondo del fumetto è stato proprio con l’autoproduzione. C’è chi inizia leggendo manga o racconti fantasy e spesso le nostre prime letture influenzano moltissimo le scelte che facciamo e il nostro stile. A me è successo con il mondo dell’autoproduzione, io ho iniziato a leggere i fumetti autoprodotti e solo successivamente ho scoperto i fumetti pubblicati da “veri e propri” editori. Questo mi ha permesso di dare un stile piuttosto particolare all’inserto, alcuni mi hanno detto “sembra una fanzine”. Poi ovviamente non lo è, ma è un commento che ho apprezzato molto.

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Da alcuni numeri la struttura dell’inserto è cambiata, inserendo prima dei fumetti, anche un articolo e una recensione di un fumetto in apertura. Si dà quindi un certo spazio alla critica del fumetto, cosa fino a pochi anni fa impensabile per i quotidiani ma che recentemente trova sempre più spazio negli inserti culturali (penso a Robinson di Repubblica, Mangialibri de La Stampa e La Lettura del Corriere della Sera). Quanto è importante, non solo per i lettori ma anche per i fumettisti stessi avere una critica di settore che sia professionale e professionista?
 Nel caso di Fumetti stiamo cercando di portare avanti una critica/recensione che non va solo a parlare del fumetto in questione ma anche dell’autore della recensione. In passato ho chiamato persone come Serena Mazzini o Francesca Picozzi che non sono critiche o esperte del mondo del fumetto. Hanno entrambe scritto una recensione arricchendola però con il loro punto di vista (Serena Mazzini è una social media strategist e docente, invece Francesca Picozzi è una psicologa clinica). Chiamo ovviamente anche esperti e critici del mondo del fumetto ma ci tengo molto ogni volta a specificare che è importante la loro opinione, la loro esperienza oltre che la semplice recensione di un fumetto.

E tu che rapporto hai con la critica?
Quando è negativa tendenzialmente non mi piace, quando è positiva invece sì.

Oltre a curare Fumetti, nell’agosto del 2022 hai realizzato una storia in otto puntate su Domani, dal titolo La volontà, l’istinto e l’abilità dei nostri sensi. Prima di tutto, vorrei chiederti del titolo, che a me piace tantissimo: come ti è  venuto in mente e come si collega a tutta la vicenda raccontata?E più in generale, come è nata l’idea di raccontare questa storia molto particolare in questo formato?
Il titolo è un omaggio ai titoloni lunghissimi di Lina Wertmüller, mentre la storia viene da lontano, l’avevo scritta e poi lasciata “nel cassetto” perché troppo particolare e “strana”. Non era nata con questo formato, con questa divisione a puntate, ma mi proposero di dividerla e mi sembrò una bella sfida.

prima-di-tutto-sonno-0-670x999Con Feltrinelli hai pubblicato nel 2021 il tuo primo lavoro lungo, Prima di tutto tocca nascere. Prima di allora venivi da storie brevi: come è stato il passaggio a una narrazione di più ampio respiro?
Da tanti anni desideravo scrivere qualcosa di più lungo, sostanzioso. Ma per fare un fumetto lungo il desiderio non basta, serve perseveranza e concentrazione. E pazienza, tanta pazienza.

Nella storia parli in maniera piuttosto particolare e immaginifica di alcune tematiche che riguardano il nostro mondo, specie quello di tuoi coetanei,  trentenni e più giovani che cercano un posto nel mondo. Si può dire in un certo senso che questa storia nasca dallo spirito del tempo, da quello che ti circonda?
Sì certo, ho sempre odiato parlare di me in maniera esplicita. In passato alcune persone mi hanno consigliato di creare storie con un personaggio simile a me (come Zerocalcare). Mi sono sempre sentita fortemente in imbarazzo a raccontare fatti realmente accaduti o comunque mi annoia molto raccontare cose che ho già vissuto. È come raccontarle due volte. Quindi ho trovato il mio stile inventando mondi, rendendo tutto surreale, ma ispirato alla vita reale.

sonno-prima-di-tutto-7L’intera storia passa attraverso il corpo, vero protagonista del racconto. In generale, nelle tue opere e nei tuoi disegni i corpi hanno un ruolo centrale (lo è stato anche di uno degli inserti scelti per Dopodomani). Negli ultimi anni la narrazione del fumetto e non solo sta dando sempre più importanza al racconto dei corpi. Cosa trovi di affascinante e importante in questo tipo di racconto?
Dicono che lo stomaco è il nostro secondo cervello, infatti quando si soffre di stress o si è particolarmente tesi lo stomaco risponde con una bella gastrite o mal di pancia (in alcuni addirittura tachicardia). Il nostro corpo ci parla, è un dato di fatto. Ascoltare i nostri polmoni (il nostro respiro) invece che i nostri pensieri è difficile ma fortemente liberatorio.

Come accennato sopra, il tuo stile è molto riconoscibile: linee spesse, chiaroscuri e mezzetinte. Si percepisce sempre la “pesantezza” del tratto, che ha una sua propria corporeità. Come è nato questo stile? Ci sono artisti/e e fumettisti/e che ti hanno particolarmente ispirata?
Il disegno in Prima di tutto tocca nascere è, secondo me, un po’ insicuro. Sto studiando molto e sono sicura che l’esperienza mi porterà a togliere e andare verso un segno più sintetico. È molto difficile togliere, l’insicurezza ci porta ad aggiungere dettagli, ma esercitarsi e lavorare serve anche a questo. Infatti alcuni dei fumettisti che ammiro di più hanno un tratto semplice, saldo e pulito. Impazzisco, per esempio, per le illustrazioni e i fumetti di Bianca Bagnarelli.

Visto che siamo al termine della tua intervista, ti faccio la classica domanda, in questo caso doppia visto il tuo doppio ruolo: cosa puoi svelarci dei prossimi temi dell’inserto Fumetti? E invece, sul fronte personale, sei a lavoro su una nuova opera?
 Sì, sto lavorando a un nuovo fumetto ma sfortunatamente per adesso posso dire solo questo. Invece per il tema di marzo posso dare un piccolo indizio con questo fantastico video di Paolo Poli e Umberto Eco (1970).


Grazie mille Michela, attendiamo la prossima opera e i prossimi speciali!

Intervista realizzata via mail durante febbraio 2023

Sonno

michela rossi_sonno1Michela Rossi, in arte Sonno, è una fumettista, illustratrice e curatrice dell’inserto Fumetti del quotidiano Domani. Nel 2016 partecipa all’antologia La rabbia (Einaudi). Nel 2019 esce il suo primo libro, Anatomy of a sensitive person (Edizioni Fortepressa), mentre nel 2020 per Feltrinelli Comics contribuisce con una storia breve all’antologia Sporchi e subito, a cura di Fumettibrutti. Nel 2021 pubblica Prima di tutto tocca nascere (Feltrinelli Comics). Dal 2021 collabora con Domani come fumettista e curando l’inserto speciale dedicato ai fumetti. Nel 2022 ha vinto il Premio Nuovi Talenti al Romics – Festival Internazionale del fumetto, animazione, cinema e games. Nel 2022, su Domani, è uscito il suo primo fumetto a puntate La volontà, l’istinto e l’abilità dei nostri sensi. Seleziona e coordina gli illustratori dell’inserto Cibo di Domani.

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