L’attacco dei giganti: Isayama tra J.G. Ballard e Heinlein

L’attacco dei giganti: Isayama tra J.G. Ballard e Heinlein

L'attacco dei giganti è un manga molto interessante che mescola tematiche fantascientifiche con situazioni molto vicine all'horror e allo splatter. In questa recensione ci occupiamo soprattutto dei punti di contatto con la fantascienza occidentale di Ballard e Heinlein.

L'attacco dei giganti #1Uno dei temi tipici della fantascienza di J. G. Ballard è la fine del genere umano. Grazie a questa particolare scelta narrativa, Ballard riesce ad esplorare modalità e cause differenti che conducono la nostra razza al suo termine, mantenendo un comune denominatore: l’esplorazione dei sentimenti più intimi dell’uomo.
Emblematico è, in questo senso, Il mondo sommerso, dove lo scrittore riduce via via lo spazio vitale e la popolazione a causa del cambiamento climatico: la temperatura del pianeta sta aumentando e la Terra è ritornata ad essere più ospitale per i rettili che non per gli uomini, che migrano così verso i poli. Il genere umano è quindi chiuso tra il caldo che avanza, i militari che prendono il controllo della situazione e gli istinti primordiali, quella sorta di richiamo della foresta che riporta alla mente i ricordi ancestrali legati a quella parte genetica del DNA che abbiamo in comune con i rettili e quindi a un mondo primitivo e soltanto apparentemente morto.

Qualcosa del genere sembra aver fatto Hajime Isayama nel realizzare L’attacco dei giganti, uno dei manga più recenti proposti in Italia da Panini Comics. Anche in questo caso il genere umano è in fase di recessione, costretto a ripiegare in spazi sempre più piccoli (una immensa città che va via via rimpicciolendosi), ma la causa non è il clima, o la comparsa di misteriosi cristalli provenienti da chissà dove (come nella Foresta di cristallo, sempre di Ballard), ma l’arrivo di pericolosi giganti antropofagi
In sintesi veniamo a sapere che gli esseri umani, per proteggersi da questi misteriosi giganti, si sono rinchiusi dentro città dalle alte fortificazioni di cui sembra sia rimasta intatta in tutto il mondo solo quella descritta da Isayama. Quest’ultima è strutturata in tre fortificazioni concentriche di cui la più esterna viene improvvisamente attaccata da un gigante comparso dal nulla e sovrastante le mura stesse. È lui che apre la breccia che consentirà ai suoi simili di entrare costringendo la popolazione a ripiegare nella seconda cinta muraria.
L’idea ballardiana della fine dell’umanità, che nel manga è minacciata da questi misteriosi giganti, nel manga di Isayama si sposa poi con alcune tematiche care a un altro maestro della fantascienza, Robert Heinlein.

Innanzitutto, come nella Fanteria dello spazio, è in corso una guerra contro un nemico venuto da non si sa bene dove e con delle motivazioni ignote, ma con un obiettivo chiaro: sterminare i terrestri. E il corpo di guardia della città è costituito da giovani che, per un motivo o per l’altro, hanno trovato la spinta per arruolarsi e partecipare alla guerra: L'attacco dei giganti #2genitori uccisi da un attacco per alcuni, la voglia di rendersi utili alla società per altri, il tentativo di raggiungere una posizione rispettabile per altri ancora. Lo stesso corpo di guardia, per come è descritto, sembra effettivamente una copia della fanteria spaziale, che al tempo stesso è anche un prototipo di tutti gli eserciti: potrà essere sicuramente interessante, in questo senso, leggere lo sviluppo delle dinamiche interne al corpo di guardia nei volumetti di prossima pubblicazione.
Poi lo spunto sui personaggi come unici sopravvissuti alla comparsa dei giganti sulla Terra trova affinità con Universo, dove Heinlein affronta i problemi e le dinamiche di una comunità isolata, nel caso del romanzo ancora più isolata di quella descritta da Isayama poiché inconsapevole di esserlo. La situazione è tipica di molte altre opere letterarie di genere, come Eclissi 2000 di Aldani, nel quale gli ultimi sopravvissuti a una terribile catastrofe sanno di essere soli, pur se a causa di un pericolo inaffrontabile con le proprie forze come le mortali radiazioni di un disastro nucleare.

Infine c’è il sogno di libertà, quello del protagonista di Starman Jones, romanzo sempre di Heinlein, quel desiderio di trasformare il proprio potenziale per vedere il mondo esterno, per superare i limiti, imposti dalla società nel caso del protagonista heinleiniano, imposti dalle condizioni esterne nel caso di Eren Jaeger, il protagonista del manga di Isayama.

Il primo volume di conclude in maniera inaspettata con una sorta di pugno allo stomaco, uno schiaffo finale all’interno di una storia che racconta di un genere umano bloccato dalla paura e pervaso da una atmosfera di continua tensione, nonostante il desiderio di riscatto del protagonista. Uno schiaffo che riporta inevitabilmente a Ballard e al pessimismo di fondo delle sue opere.
Come in tutte le storie di supereroi, però, l’uomo d’azione è destinato a tornare. E così anche Eren Jaeger, che sul numero 2 si rivela, a sorpresa (ma non troppo, per i lettori di supereroi) piuttosto indigesto per i giganti antropofagi. In particolare il suo ritorno (che arriva in uno dei momenti di massima disperazione per i suoi compagni) sembra suggerire una direzione di approfondimento futuro nell’ingegneria genetica: il lettore, infatti, penserà immediatamente alla strana puntura che il padre, nel primo numero, ha fatto al giovane Eren. Sarà in quella puntura il segreto per la vittoria contro i giganti?

Abbiamo parlato di:
L’attacco dei giganti #1-2 (Generation manga #1-2)
Hajime Isayama
Traduzione di Edoardo Serino
Planet Manga (Panini Comics)
192 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,90€

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