Ariel Vittori, curatrice dell’antologico Oracolo, è stata ospite di Lo Spazio Audace – Vignette e caffè a Lucca Comics & Games 2024, per parlarci delle novità di Attaccapanni Press.
Benvenuta Ariel! Con Attaccapanni Press avete ormai una certa esperienza in termini di antologici, sia nella modalità di realizzazione, sia nel funding, sia nella gestione del team artistico composto da esordienti e da professionisti. Raccontaci la nascita di Oracolo.
Oracolo nasce come tanti dei nostri antologici, con un po’ di brainstorming proprio a Lucca Comics. Noi di solito presentiamo il libro dell’anno mentre stiamo pensando al libro dell’anno successivo. Per Oracolo la questione è buffa perché nasce da una cosa molto scema che sono i “tarò”, dei “tarocchi non tarocchi” con degli arcani che non sono arcani ma archetipi. Tipo le figure nere, il calzino spaiato, i sette soli, delle cose buffe che realizza Laura Guglielmo su delle carte molto artigianali. Li fa per passare il tempo, magari nei momenti morti in stand, dove è capitato di “leggerci il futuro” con degli “strumenti” che ovviamente non hanno niente a che vedere con il futuro. Ma ci siamo divertiti così tanto a Lucca dell’anno scorso che abbiamo scherzato sull’idea di farci un libro. Poi, pensandoci, abbiamo capito che una pubblicazione del genere poteva essere interessante. Il tema era molto divertente e lasciava tanto spazio di manovra, aveva una sua specificità e gli autori potevano approfondire aspetti interessanti. Quindi l’idea si è unita al piano iniziale di fare un’antologia fantasy ed è nato Oracolo.
Come si arriva al prodotto finito per un antologico che ospita così tante firme? C’è una fase di reclutamento, di analisi, di editing…
Sì, noi facciamo un editing piuttosto presente. Per Oracolo, nello specifico, è stata la prima volta che non abbiamo invitato nessuno. Di solito invitiamo una parte di autori e poi, se ci sono degli slot rimanenti, facciamo un open call. Data la natura particolare di questo libro, che non ha una tematica ma in cui ogni storia deve raccontare un arcano, siamo partiti direttamente con una open call, in modo che ognuno potesse proporre delle storie relative a degli arcani e poi potessimo scegliere il pitch che ci convinceva di più. Pensavamo di invitare degli autori in seguito, in caso rimanessero degli arcani scoperti, oppure di occuparcene noi direttamente, ma non ce n’è stato bisogno perché abbiamo avuto una qualità così alta di risposta all’open call, cito persone come Irene Marchesini, Carlotta Di Cataldo, Veronica Ciancarini, Giò Pota, che abbiamo riempito il libro solo con la call e poi ovviamente abbiamo seguito il nostro solito processo.
Per quanto riguarda il nostro lavoro, di solito chiediamo anche due pitch con alcune variazioni in modo da evitare somiglianze tra storie; a pitch approvato chiediamo i layout con i dialoghi, li editiamo e poi passiamo quasi direttamente al definitivo, con un’unica fase intermedia per avere il materiale necessario al crowdfunding.
In Oracolo sono presenti la bellezza di 22 storie e 29 autori, come li avete gestiti tu e Laura Guglielmo? È stato più un casino o un divertimento?
Un casino è stato Pagine Verdi, dove avevamo 72 autori e una doppia di prosa per ciascuno, ed editare la prosa è mille volte più difficile che editare un fumetto. In confronto, qualsiasi antologia a fumetti è una passeggiata nel parco, infatti di libri come Pagine Verdi non ne faremo più! Comunque Oracolo è stato bello e stimolante come sempre, anzi un po’ più semplice del solito perché tanti di questi autori erano molto rodati. A differenza del solito in questo libro abbiamo un unico esordiente vero, Federico Arrigoni, alla sua prima prova da autore completo.
Concepiamo molto spesso l’autoproduzione come un autore che porta avanti la propria opera, se la produce, è sua al 100%. Voi, Ariel e Laura, avete fatto un percorso che vi ha portate a occuparvi molto della parte di editing, di confezione, che limita la vostra presenza autoriale.
Sì, diciamo che abbiamo avuto questo approccio sin dall’inizio, nel senso che anche quando eravamo autrici noi, essendo parte dell’antologia, non c’era lo stesso senso di appartenenza che magari hanno degli autori di collettivi che fanno un libro loro. Per noi è sempre stato un modo per conciliare il fare autoproduzione con le nostre carriere. Perché non è detto che tu abbia il tempo di fare una storia come si deve, come la vorresti tu da autore. Invece fare così ci permette di continuare a portare avanti Attaccapanni nella sua essenza anche quando capitano anni in cui il lavoro ci costringe a non poter fare qualcosa di personale. Comunque, molto spesso, io e Laura facciamo piccole cose collaterali, per esempio io ho la piccola fanzine dei Pokémon che porto ogni anno, mentre lei ne aveva una molto bella sui Cavalieri Fungo. Insomma, ci ritagliamo degli spazi a volte distinti da quello che è il mood della linea editoriale delle nostre antologie, sulle quali invece abbiamo delle idee molto chiare e non sempre abbiamo noi le storie più giuste e adatte all’antologico dell’anno.
In Oracolo, oltre alla pluralità di voci, c’è quella di stili. Avete lasciato completa libertà o fatto delle scelte precise?
Sono state fatte delle scelte in fase di editing, rispettose però dello stile dell’autore. Non diciamo mai “usa questo stile”, la scelta sta a monte, quando scegli quell’autore nell’open call o quando lo inviti. Poi la fase di editing aggiusta alcune cose nel target. Per esempio, pur non avendo nessun problema con la nudità, quando abbiamo fatto un’antologia erotica, per avere un target più ampio ci è capitato di “censurare” delle storie un po’ troppo spinte, ma sempre rispettando il tema e lo stile dell’autore.
Aver scelto una tematica di stampo fantasy, credi che vi abbia aperto a una serie di stili, sia dal punto di vista delle tavole, sia nella scrittura, più liberi per le persone che hanno contribuito?
Credo di sì, ma senza che si percepisca uno stacco con la produzione precedente, anche perché nei nostri libri difficilmente mancano elementi fantastici. Fin dall’inizio, con Grimorio e con la tematica delle streghe, abbiamo sempre avuto un’impronta molto fantasy. Io e Laura siamo delle nerd incredibili del fantasy quindi questo è abbastanza normale, naturale. Il genere ci piace proprio per la libertà che lascia agli autori e perché crea dei mondi anche in storie molto brevi ma potenzialmente molto interessanti. Racconti che a volte è bello pensare più in grande e in certi casi è capitato che un autore sviluppasse storie più ampie a partire da una breve contenuta in un nostro antologico.
La storia breve può anche essere un limite, al di là del fatto che avere delle coordinate entro cui muoversi può essere utile?
Sì, è una cosa che andiamo spesso a guardare in fase di pitch, nel senso che a volte ci presentano storie molto belle ma che non possono funzionare su un formato breve. Quindi o cerchiamo di cambiarle o dirottiamo appunto su un secondo pitch alternativo e facciamo sì che quell’idea possa essere sviluppata in un’opera più lunga. Comunque ci piacerebbe affrontare dei formati più lunghi e ci sono dei piani in merito… ma non dico altro perché non sappiamo quando succederà effettivamente.
Quest’anno sembra che ci sia un po’ meno gente a Lucca Comics. Che aria si respira in Self Area?
A me non sembra che ci sia meno gente in Self Area e di sicuro non ci sono meno espositori. Però potrei sbagliarmi, andrebbe fatto un conteggio. Non posso parlare per tutti i collettivi e le realtà della Self ovviamente, ma noi siamo molto contenti e anzi, non notiamo affatto che il numero minore di biglietti staccati per Lucca Comics incida sui nostri lettori. Di base, chi sa dov’è la Self va a prendere le cose lì e lo fa a prescindere, perché non appartiene al pubblico casual che può essere scoraggiato dalle varie questioni di Lucca.
Cosa puoi svelarci dei piani futuri?
Beh, abbiamo in programma un’altra antologia grande e ambiziosa per l’anno prossimo che avrà… No, non posso spoilerare!
Grazie per la disponibilità, Ariel!
Intervista realizzata L’1 novembre 2024 a Lucca Comics & Games
BIOGRAFIA
Ariel Vittori è un’illustratrice, fumettista e Art Director italiana. È co-fondatrice e presidentessa di Attaccapanni Press, etichetta indipendente vincitrice dei premi per l’autoproduzione a Lucca C&G e ARFestival. Con Tunué ha pubblicato Un nido di nebbia (2022).