Amore di Lontano: l’amore segreto per l’arte e la vita

Amore di Lontano: l’amore segreto per l’arte e la vita

Il nuovo lavoro di Martoz, "Amore di Lontano", è un libro complesso e vivo che si offre a molteplici interpretazioni.

Sōtēria

Amore di Lontano, l’ultimo lavoro di Alessandro Martoz Martorelli (ed. Canicola), potrebbe inserirsi nell’ambito delle riflessioni inerenti la soteriologia: ogni azione descritta nel libro esprime la tensione verso la salvezza. Amore di Lontano è una storia che si offre alla riflessione sia filosofica che teologica.

Un uomo, diviso nel tempo e nello spazio, ricerca in ogni esperienza la liberazione dalla propria sofferenza per giungere a una catarsi attesa. Un’esistenza completamente votata a una teleologia disincantata ma magica, elusiva ma chiarissima.

schermata-2016-10-06-alle-10-31-06Martoz ambienta il suo racconto tra un presente indefinito e un passato racchiuso nel XII secolo, durante il periodo della reconquista, ovvero la guerra di resistenza cattolica all’ invasione musulmana, avvenuta per lo più nella penisola iberica (ma che ha toccato anche il sud della Francia e parte dell’Italia). Anche il pretesto narrativo, quindi, è religioso, e si muove senza alcuna pretesa storicistica tra la cultura cristiana e la cultura islamica.

Si coglie l’occasione per ricordare che la soteriologia che riguarda queste due grandi tradizioni religiose è diversa, per quanto sia accomunata da una matrice comune, quella abramitica.
Mi si perdoni la semplificazione, ma potremmo dire che secondo il Cristianesimo la salvezza è possibile attraverso la partecipazione nella vita terrena dello Spirito Santo, il cui testimone in questa terra è il Cristo (il profeta), figlio di Dio (e figlio dell’Uomo). La Trinità è il principio di salvezza che riunisce, senza che questo porti a una fusione indistinta, le tre dimensioni dell’essere, ovvero il Cosmo, l’Uomo e il Divino (Cosmoteandrica, secondo la definizione che ne dà Raimon Panikkar).
Secondo l’Islam, il profeta Maometto ha indicato nel Corano la via per la salvezza. Il Corano è libro sacro, ogni parola in esso contenuta è parola di Dio, ed è un libro di precetti che aiuta il credente a distinguere la falsità che si è generata nella realtà, dalla Verità divina, di cui tutti siamo partecipi ma che è stata sostanzialmente dimenticata, perduta. Il Corano è libro di lotta e di prassi, oltre che di forti precetti morali, ed è attraverso l’azione che l’uomo può giungere alla propria salvezza.

Dal Sesto secolo, dopo lo sviluppo delle prime comunità islamiche, era ammessa da parte di quest’ultime una convivenza pacifica con le religioni abramitiche (cristianesimo ed ebraismo), perché accomunate dal monoteismo e dalle medesime radici culturali. Da subito invece hanno contrastato i politeisti e i non credenti. Solo successivamente possiamo dire che la radicalizzazione del conflitto tra le due religioni si è rafforzata ideologicamente, sostenendo in modo più o meno arbitrario diverse forze politiche in contrapposizione tra loro.

Ad ogni modo, tra queste due culture, che Martoz suggerisce con simboli, rappresentazioni magiche e battaglie, il protagonista di Amore di Lontano porta a compimento il proprio personale percorso di salvezza, che sembra collocarsi in un altrove indefinito, potremmo dire post-culturale.

Verginità

schermata-2016-10-06-alle-10-06-16Jaf è un uomo alla ricerca di una donna che possa salvarlo da se stesso. Seguendo un percorso lineare dalla Spagna a Tripoli, ripercorre le tappe che Antares, un combattente cattolico di Leon (nord della Spagna) ha realizzato nel XII secolo per trovare la propria salvezza.

Il personaggio di Antares è liberamente ispirato alla strana storia del poeta Jaufre Rudel, che visse all’inizio del XII secolo e che dedicò l’ultima parte della sua vita alla ricerca immaginaria e concreta di una contessa di Tripoli. Illusione, magnificenza dell’amore, ossessione, devozione sono temi centrali di questi vortici narrativi.
Mentre Antares combatte, ogni battaglia una degradazione e un avvicinamento alla meta, Jaf scopa, ogni amplesso uno sfinimento e una scoperta.

Un processo di purificazione al contrario per prepararsi all’approdo finale, una donna, Mila, capace con il suo amore di riunire in sé tutte le donne ed estinguere ogni dolore; una prostituta vergine.

schermata-2016-10-06-alle-10-09-52La verginità è simbolo di purezza, fisica e morale, di giovinezza, di pulizia e di non contaminazione.
Un tema che è stato ed è importante sia nella teologia cristiana che islamica.

Il mito della verginità in ambito cristiano è diventato nei secoli sempre più centrale attraverso la figura di Maria, madre vergine di Gesù Cristo. Un simbolo, quello di Maria, che è pressoché estraneo alla cultura espressa dai Vangeli, del primo cristianesimo storico, ma che nel corso del tempo si è accoppiato alla necessità patriarcale di limitare la forza perturbante della sessualità femminile.

Nella cultura islamica la verginità è ancora oggi una fondamentale caratteristica per giudicare la purezza o meno di una donna, in particolare se deve diventare sposa. Ricordo che nel mondo arabo sono commercializzati imeni artificiali che sembra siano in grado di ingannare il futuro marito.

Per entrambe le culture, la verginità ci appare oggi come un elemento forzato se non addirittura “violento”, perché imposto all’interno di visioni delle relazioni umane fortemente patriarcali e limitanti della libertà della donna. Non era così per altre epoche e altre culture.

Per Martoz la verginità è una porta, attraverso la quale l’uomo perduto deve passare per potersi salvare. Non è un problema morale, quindi, ma un presupposto magico, mistico, che può permettere l’accesso alla salvezza. In questa prospettiva Mila acquisisce una dimensione epica e divina, e sembra farsi donna (e comunione dell’uomo) attraverso la penetrazione finale. Un sacrificio (della verginità) diviene quindi necessario. In questo caso, tuttavia, questo simbolo nasconde il potere magico del femminino, che può compiersi soltanto nell’incontro completo con l’altro sesso.

All’autore piace far muovere la scena attraverso contrasti e contraddizioni. Amare più donne possibili per estinguere il desiderio, combattere sacrificando se stessi e i propri amici per giungere alla libertà, essere salvati da una prostituta vergine.

D’altra parte, sono proprio le grandi religioni monoteiste che ci insegnano che la salvezza non è priva di combattimenti, esteriori e interiori, di contraddizioni e di inganni.
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Simboli

Quel che più impressiona del lavoro di Martoz è la ricerca stilistica che diventa visibile attraverso il disegno e che condensa in esso numerosi significati che si accumulano senza sosta. Stile visivo e temi narrativi sono una cosa sola, perché si alimentano vicendevolmente.

Solo l’utilizzo di un tratto così naif, infantilistico, cubista, espressionista può dare senso ai continui amplessi raccontati pagina dopo pagina. Solo la scelta di una messa in scena piatta, bidimensionale, iconica, può dare senso, all’interno di questa narrazione, alle continue battaglie che Antares affronta, alla violenza e al sangue che la sua ricerca incarna.

La sintesi di Martoz è debitrice di molti riferimenti, ma è talmente personale da apparire inedita. Nell’ambito fumettistico, tale ricerca appare coraggiosa e provocatoria, senza dubbio rischiosa, perché divide. Il potenziale lettore, nello sfogliare distrattamente il libro, potrebbe venirne completamente catturato o sfuggirne velocemente.

Di questo coraggio abbiamo bisogno. Di questo merito Amore di Lontano è portatore. E va riconosciuta l’audacia dell’editore. Canicola ha da sempre cercato di muoversi su strade scomode e poco battute.

Eccessi

schermata-2016-10-06-alle-10-05-38Non è possibile tuttavia ancora comprendere e accogliere appieno la voce di Martoz.

Perché se è vero che in Amore di Lontano stile e contenuti sono funzionali l’uno all’altro, è vero anche che in alcuni momenti il lavoro di Martoz può apparire come un esercizio di stile eccessivo ed egoico.

La semplicità della trama e dei contenuti vengono, per così dire, sofisticati in un procedimento artistico interessante ma, sotto alcuni aspetti, eccessivo. Parlo di sovrabbondanza di mezzi rispetto all’obiettivo narrativo.
L’apparente complessità stilistico-narrativa (resa sfuggente anche attraverso il continuo scivolamento tra i due piani temporali) non nasconde la linearità e la facilità della fabula.
Nel lungo svolgimento che Martoz si concede (280 tavole circa) il lettore rischia di stancarsi, perdersi nella ripetitività tematica ed estetica. All’autore sembrano mancare la misura e la sintesi. Oltre a un atteggiamento tipicamente giovanile (non anagrafico, ma concettuale) secondo il quale la semplicità è un male da evitare.

Evocazione

Dire degli eccessi di Amore di Lontano non vuol dire ridurre a questo il valore dell’opera di Martoz.

L’esperimento stilistico è efficace in molte parti e nel complesso vincente. Il trattamento evocativo, surreale dei materiali narrativi, offre senso alla ricerca soteriologica del protagonista. Ci trasporta in una dimensione mistica e misterica, dove anche il sesso e la guerra trasfigurano in condizione esistenziale. Il lettore partecipa dell’inesausta insofferenza di Jaf e Antares, grazie al processo di annullamento di tempo e spazio che Martoz mette in atto.

Lo stile bidimensionale e l’oscillare continuo tra passato e presente, riducono qualunque riferimento spazio-temporale per dare consistenza ed epica alla ricerca lineare che muove i protagonisti. Al lettore, in fondo, viene da porsi ripetutamente la domanda di quale Amore si stia davvero parlando.

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Qual è questo amore di lontano che insegue il protagonista?
È l’amore ideale puro?
È l’innamoramento adolescenziale che si pensa illusoriamente onnipotente ed eterno?
È il simbolo della perdita di sé nell’illusione della fusione nell’altra?
Quale malattia cura l’amore?
Quale febbre si nasconde nelle infinite battaglie, realizzate che siano nel letto o sul campo?
Quali sono i reali nemici?

La condensazione di queste domande che, di nuovo, sembrano fare riferimento alle grandi domande teologiche, è a mio avviso l’elemento più vivo e vitale di queste pagine, che sostengono e offrono senso alla splendida ricerca stilistica e salvano l’autore da un esercizio di stile che sarebbe potuto diventare sterile e vuoto.

Perché, in definitiva, Amore di Lontano è un racconto che sporca, contamina il lettore, non lascia indifferente senza per questo colpire con facili effetti. Ed è un lavoro ricco di cultura, alta e bassa, da Paolo Conte alle miniature della tradizione orientale cristiana a Picasso, che si offre ai lettori di oggi senza codici di interpretazione precostituiti. Una sfida per l’intelligenza, insomma. Che sappiamo quanto sia benedetta, nei tempi che corrono.

Abbiamo parlato di:
Amore di Lontano
Martoz
Canicola, 2016
280 pagine, brossurato, colori – 23,00€
ISBN: 9788899524050

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