di Jean Graton
I classici del fumetto serie oro #27 – 6,90euro
La ventisettesima uscita della Serie Oro di Repubblica propone un fumetto francese di ambientazione sportiva, sotto qualche aspetto francamente deludente. Graton è abilissimo nel disegnare e progettare splendidi modelli d’automobile, elegantissimi oppure agguerriti; così come è dotato di una spiccata inventiva con la quale riesce a rendere sempre varie ed accattivanti storie che, in fondo, ruotano intorno ad un unico tema: una corsa automobilistica. Ma l’azione, pur spericolata e rocambolesca, è smorzata dalle pesanti e dettagliatissime didascalie, che non solo descrivono didatticamente le caratteristiche delle auto e dei circuiti di gara, ma inseriscono fastidiosi commenti moraleggianti, inutili quando non ridicoli. Il personaggio di Michel Vaillant, il protagonista, è un noioso e bravissimo ragazzo, intrappolato all’interno di una famiglia monarchica, gestita dalla figura accentratrice e paternalista di Henry Vaillant, padre del pilota, che appare quale il sommo sacerdote di una sorta di religione laica, il cui dio è la casata automobilistica delle Vaillante e cui Michel pare votato ineluttabilmente. Da questa sorta di prigione familiare dalle sbarre invisibili, il giovane campione non si distacca mai e tende piuttosto a coinvolgere all’interno del suo nucleo le amicizie e gli amori, rigorosamente controllati dalla supervisione, sotterranea ma implacabile, dei genitori. Michel Vaillant, a differenza di molti altri personaggi del fumetto, né attraversa una fase di crescita e maturazione, né presenta caratteristiche psicologiche particolarmente marcate. Il tono generale da oratorio del fumetto appare piuttosto come una risposta francese, nel mondo dei fumetti, all’assenza di eroi italiani o forse, soprattutto, alla schizofrenia dei supereroi americani, tanto indistruttibili fisicamente quanto fragili interiormente. Tanto è vero che l’amico americano del protagonista, Steve Warson, è l’unico personaggio che propone un rozzo tentativo di figura tormentata e complessa. Michel Vaillant è invece sempre tutto d’un pezzo, la cui piattezza risulta francamente poco rassicurante: perfino il ricciolo ribelle che gli incornicia la fronte assolve ad un compito puramente decorativo, restando plastico ed immobile, accessorio ingessato quanto tutto il personaggio. Nel corso degli anni, pero’, si nota un’evoluzione nel tratto del disegno, che se nelle prime avventure è scarno via via si ammorbidisce, fino ad assumere una notevole maturità espressiva nell’ultima storia, facendosi più dinamico e complesso oltre che aggressivo e potente.