
Da un punto di vista della Storia del fumetto è un’opera che ha segnato il passaggio di Miller da Marvel a Dc comics, ovvero dai fasti della sua apprezzatissima gestione di Daredevil all’alba del suo celebre revisionismo di Batman. Ma in mezzo a questi due personaggi cardine – per la carriera di Miller, per l’evoluzione del suo linguaggio grafico-narrativo, ma anche per il cosiddetto rinascimento americano – c’è quest’opera visionaria, frutto dell’interesse dell’autore per i fumetti giapponesi e ispirata principalmente al celebre Lone Wolf & Cub di Kazuo Koike e Gōseki Kojima.

Con Ronin, il giovanissimo Miller si rivela un precursore di generi e tematiche, scrivendo e disegnando un fumetto dalla trama complessa e appassionante, che ha il coraggio di avere sia un’impostazione corale sia un ritmo sinusoidale nella narrazione, accelerando o rallentando il ritmo del racconto per dare il giusto peso a scene puramente d’azione alternate a quelle descrittive (mai però didascaliche) e di dialoghi. Un ampio spazio di introspezione dei singoli personaggi arricchisce la storia con innumerevoli sfumature, raggiungendo un notevole tono epico che, tra cadute, rivelazioni e colpi di scena (specie quello finale con cui Miller si diverte a sconvolgere i lettori, ribaltando tutto quello che credevano di sapere), sale in crescendo verso un climax esplosivo e catartico che lascia un senso di pienezza, ma anche di celebrazione malinconica dell’essere un eroe.
L’esposizione del racconto è una cronaca compatta dei fatti giocata su più lati umani (anche dal punto di vista di Agat) ed è connotata da una struttura dinamica e modernissima, con una composizione grafico-narrativa piena di intuizioni visive che rimanda non solo alle atmosfere e al dinamismo grafico dei manga, ma assimila anche influenze seminali provenienti dal fumetto sci-fi europeo. Presenti, infatti, precisi riferimenti alla cosmologia dei futuri distopici immaginati dagli autori di Metal Hurlant, in particolar modo all’arte grafica di Moebius e Enki Bilal. Miller prosegue poi la propria evoluzione artistica – che lo porta a concepire opere come Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e Sin City – lavorando sulla destrutturazione delle tavole e usando un taglio cinematografico nel ritmo e nelle inquadrature, mentre le pagine sono composte da vignette sovrapposte, piani sequenza serrati e ampie panoramiche, oltre che una calibrata alternanza di primi piani e ariose splashpage.
Il risultato finale è un ampio affresco di fantascienza che al tempo stesso si rivela un dramma d’azione pieno di lirismo, popolato da personaggi indimenticabili (il Ronin, Casey, Peter, Agat…) e arricchito anche da riflessioni etiche sull’impatto della tecnologia sulla vita umana.
Il volume si presenta con un formato editoriale la cui carta e stampa esaltano sia i disegni di Miller sia i colori brillanti di Lynn Varley. Il lavoro di quest’ultima, storica e pluripremiata collaboratrice nonché – in quel periodo – moglie di Miller (ha vinto Premio Harvey, il Premio Eisner e il Buyer’s Guide Awards), costituisce un notevole valore aggiunto al lavoro dell’autore, arricchendo la storia di pathos e atmosfera grazie al cambio di tonalità a seconda delle ambientazioni (un verde asettico all’interno del complesso di Aquarius, un grigio di sporcizia e decadenza nel sottobosco urbano, tonalità nette ma soffuse nei flashback del Giappone feudale) e contribuendo a provocare un notevole impatto emotivo nel lettore, che finisce per essere completamente avvolto dall’intreccio delle vicende e delle ambientazioni della storia.
Abbiamo parlato di:
Ronin – DC Black Label Library
Frank Miller, Lynn Varley
Traduzione di Leonardo Rizzi
Panini Comics, 2020
344 pagine, cartonato, a colori – € 33,00
ISBN: 9788828731153

