Ronin, una delle più rivoluzionarie opere a fumetti degli anni ‘80

Ronin, una delle più rivoluzionarie opere a fumetti degli anni ‘80

"Ronin" è stata una delle opere più rivoluzionarie del fumetto USA negli anni '80, che Panini Comics ripubblica in una nuova edizione.

Ronin-copertinaUna storia d’amore gotica e fantascientifica, un incubo urbano, la tragedia supereroistica di un samurai. È così che Frank Miller descrisse per sommi capi il suo Ronin: un fumetto di forte rottura uscito per la prima volta nell’ormai lontano 1983, che mescola avventura, misticismo, duelli e fantascienza di ultima generazione, venendo ricordato come in assoluto uno dei più belli e originali comics futuristici degli anni ‘80. Potente, epico e innovativo ancora oggi, dopo oltre 35 anni dalla sua prima pubblicazione, torna nelle librerie ad opera di Panini Comics in una robusta edizione absolute targata DC Black Label Library, che si avvale anche delle traduzioni e dell’adattamento di Leonardo Rizzi, il cui lavoro (ha tradotto le opere di Alan Moore) è sempre stato impeccabile nel corso degli anni.

Da un punto di vista della Storia del fumetto è un’opera che ha segnato il passaggio di Miller da Marvel a Dc comics, ovvero dai fasti della sua apprezzatissima gestione di Daredevil all’alba del suo celebre revisionismo di Batman. Ma in mezzo a questi due personaggi cardine – per la carriera di Miller, per l’evoluzione del suo linguaggio grafico-narrativo, ma anche per il cosiddetto rinascimento americano – c’è quest’opera visionaria, frutto dell’interesse dell’autore per i fumetti giapponesi e ispirata principalmente al celebre Lone Wolf & Cub di Kazuo Koike e Gōseki Kojima.

Ronin-pag1La storia parte da lontano, iniziando nel Giappone feudale e raccontando la faida di un samurai senza nome e senza padrone (un ronin appunto) contro un demone mutaforma chiamato Agat; la loro lotta attraversa i secoli e continua in un futuro desolato e terrificante, con corporazioni hi-tech, computer senzienti, gang urbane, protasi bioniche e armi cibernetiche.

Con Ronin, il giovanissimo Miller si rivela un precursore di generi e tematiche, scrivendo e disegnando un fumetto dalla trama complessa e appassionante, che ha il coraggio di avere sia un’impostazione corale sia un ritmo sinusoidale nella narrazione, accelerando o rallentando il ritmo del racconto per dare il giusto peso a scene puramente d’azione alternate a quelle descrittive (mai però didascaliche) e di dialoghi. Un ampio spazio di introspezione dei singoli personaggi arricchisce la storia con innumerevoli sfumature, raggiungendo un notevole tono epico che, tra cadute, rivelazioni e colpi di scena (specie quello finale con cui Miller si diverte a sconvolgere i lettori, ribaltando tutto quello che credevano di sapere), sale in crescendo verso un climax esplosivo e catartico che lascia un senso di pienezza, ma anche di celebrazione malinconica dell’essere un eroe.

 

Ronin-pag1

L’esposizione del racconto è una cronaca compatta dei fatti giocata su più lati umani (anche dal punto di vista di Agat) ed è connotata da una struttura dinamica e modernissima, con una composizione grafico-narrativa piena di intuizioni visive che rimanda non solo alle atmosfere e al dinamismo grafico dei manga, ma assimila anche influenze seminali provenienti dal fumetto sci-fi europeo. Presenti, infatti, precisi riferimenti alla cosmologia dei futuri distopici immaginati dagli autori di Metal Hurlant, in particolar modo all’arte grafica di Moebius e Enki Bilal. Miller prosegue poi la propria evoluzione artistica – che lo porta a concepire opere come Il Ritorno del Cavaliere Oscuro e Sin City – lavorando sulla destrutturazione delle tavole e usando un taglio cinematografico nel ritmo e nelle inquadrature, mentre le pagine sono composte da vignette sovrapposte, piani sequenza serrati e ampie panoramiche, oltre che una calibrata alternanza di primi piani e ariose splashpage.

Il risultato finale è un ampio affresco di fantascienza che al tempo stesso si rivela un dramma d’azione pieno di lirismo, popolato da personaggi indimenticabili (il Ronin, Casey, Peter, Agat…) e arricchito anche da riflessioni etiche sull’impatto della tecnologia sulla vita umana.

Il volume si presenta con un formato editoriale la cui carta e stampa esaltano sia i disegni di Miller sia i colori brillanti di Lynn Varley. Il lavoro di quest’ultima, storica e pluripremiata collaboratrice nonché – in quel periodo – moglie di Miller (ha vinto Premio Harvey, il Premio Eisner e il Buyer’s Guide Awards), costituisce un notevole valore aggiunto al lavoro dell’autore, arricchendo la storia di  pathos e atmosfera grazie al cambio di tonalità a seconda delle ambientazioni (un verde asettico all’interno del complesso di Aquarius, un grigio di sporcizia e decadenza nel sottobosco urbano, tonalità nette ma soffuse nei flashback del Giappone feudale) e contribuendo a provocare un notevole impatto emotivo nel lettore, che finisce per essere completamente avvolto dall’intreccio delle vicende e delle ambientazioni della storia.

Abbiamo parlato di:
Ronin – DC Black Label Library
Frank Miller, Lynn Varley
Traduzione di Leonardo Rizzi
Panini Comics, 2020
344 pagine, cartonato, a colori – € 33,00
ISBN: 9788828731153

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *