
L’opera è una storia complicata e semplice allo stesso tempo; Engraver affronta infatti una annosa questione: il rapporto ancestrale fra l’artista e le sue creazioni, la gestazione di un’idea, le conseguenze alienanti del produrre arte e lasciarsi trascinare in un gorgo che porta l’artista sempre più lontano dalla realtà, in un mondo tutto suo, e l’ambigua posizione dell’autore di creatore al tempo stesso onnipresente e vittima della sua stessa creazione.
In questa storia Engraver si trova a fronteggiare i suoi mostri, gli aborti della sua immaginazione, a scacciarli e ucciderli quali esseri storpi e ripugnanti per poter finalmente raggiungere attraverso un irto percorso di tentativi la soluzione ultima: l’Idea.
Anche l’Idea possiede però un aspetto ambiguo, quello di una bellissima sirena che ammalia l’autore e allo stesso tempo lo incattivisce, rendendolo diffidente e incapace di dominarla senza perdersi, quasi non fosse più parte di lui.
Engraver dipinge il percorso nella mente dell’artista verso l’Idea (il mefistofelico Oltremondo) come una
Per contrasto, il protagonista ha invece le sembianze di una sorta di centauro oscuro, è emaciato, quasi rassegnato. Sta pagando, a costo di sacrificare se stesso, la sua ricerca in mezzo all’oscurità verso quell’entità luminosa che è l’Idea; della quale è rappresentata l’origine come una sorta di parto tramite la rottura di un mostruoso cordone ombelicale.
La sua gestazione è tutt’altro che esteticamente bella: è una nascita sporca e deforme, che mette ancora più in risalto la bellezza perfetta dell’Idea stessa, nata da questo miasma.
Engraver presenta dunque un protagonista oscuro assieme al suo doppio negativo, la coscienza, incarnata in un bianco candido. Questi due personaggi, così differenti, sono però ugualmente puri d’animo ed estremamente dolci. In questo espediente sembra di rivedere tutta una tradizione di produzioni quasi alchemiche fra cui potremmo citare Il Garage Ermetico di Moebius ed Abara di Tsutomu Nihei, entrambe opere che sfruttano alla loro base un contrasto di protagonisti come entità purissime, Bianco e Nero. Su questo ricco apparato di riflessioni allegoriche si sviluppa una storia semplice e tragica, un’avventura oscura.

La narrazione di Engraver è invece sorprendentemente fluida e piacevole: l’autore romano sembra reggere alla perfezione i tempi e i meccanismi di una storia a fumetti, anche nella corposa parte muta in cui il ritmo è scandito da sole splash pages.
Allo stesso modo il suo tratto è già sicuro e convincente. Il segno di Baroni è netto e luminoso, e ricorda in parte quello di Paolo Massagli, soprattutto per la pulizia e l’uso dei tratteggi. Il chara design del protagonista e di alcuni mostri sembra inoltre ispirato aulle creature ideate in Devilman da Go Nagai per i suoi personaggi demoniaci/angelici sia maschili che femminili.
Oltremondo non permette di certo giudizi netti o definitivi, costituendo piuttosto un assaggio, l’inizio di un percorso artistico.
Nonostante alcune incertezze però l’opera convince e dimostra l’oculatezza di Michele Nitri nel ricercare e valorizzare artisti emergenti in pieno accordo con i toni oscuri e freak delle produzioni della sua casa editrice, che sta sempre più consolidando una linea editoriale chiara e riconoscibile.
LaurenceEngraver è un autore da tenere d’occhio, che ha creato buone aspettative per i suoi sviluppi futuri, e di cui sono sicuro sentiremo ancora parlare. Il volume, aperto da una breve prefazione di Ratigher, si chiude infatti con l’annuncio di Aberration, una serie di Engraver di prossima pubblicazione.
Abbiamo parlato di:
Oltremondo
LaurenceEngraver
Hollow Press, giugno 2016
96 pagine, cartonato, bianco e nero – 24,00 €
