Il 2017 della Warner Bros
L’anno appena iniziato sarà cruciale per quanto riguarda l’ambito dei film tratti dai fumetti, soprattutto per una major in particolare.
La Warner Bros., con l’uscita nelle sale di Batman V Superman: Dawn of Justice e successivamente di Suicide Squad, ha dato inizio alla costruzione di un universo cinematografico condiviso, un progetto che ha generato al momento effetti contrastanti da parte del pubblico e della critica e ha messo in moto nei mesi scorsi un cambio di struttura ai vertici della major americana nel tentativo di realizzare una più netta concorrenza al successo inarrestabile dei Marvel Studios.
Per quanto sia indiscutibile il successo di Suicide Squad al box office, trainato dai volti di Will Smith e, soprattutto, della star Margot Robbie, le reazioni della critica e di una vasta fetta degli appassionati nei confronti della pellicola hanno messo la dirigenza Warner nella condizione di dovere (per forza) aggiustare il tiro con i prossimi due progetti in uscita quest’anno: Wonder Woman e Justice League.
La pellicola sull’amazzone DC Comics, sin dalla diffusione dei primi due trailer, ha marcato una sostanziale differenza nei toni rispetto ai film di Zack Snyder e David Ayer, ma resta da vedere se l’impianto produttivo è stato in grado di recepire le lamentele del pubblico al completo, in quanto la realizzazione di questa pellicola è avvenuta proprio mentre i due capitoli introduttivi sbarcavano nelle sale cinematografiche.

Wonder Woman ha anche il compito, non facile, di portare per la prima volta sullo schermo un adattamento cinematografico su una supereroina, cosa questa che, come abbiamo ribadito più volte, non è stata ancora fatta dai Marvel Studios, i quali aspetteranno ancora un po’ prima di fare arrivare nelle sale Captain Marvel con il premio Oscar Brie Larson.
Il vero test per la Warner però, come afferma Graeme McMillan sulle pagine di The Hollywood Reporter, è il film sul supergruppo DC Comics, per più di una ragione:
Justice League sarà il vero banco di prova per il DCEU. Si tratta di una diretta continuazione dei due film più controversi del franchise – Man of Steel e Batman V Superman: Dawn of Justice – diretto dallo stesso uomo dietro entrambi i film. Sarà una pellicola facile da ignorare per coloro che hanno già la loro idea circa la visione di Zack Snyder per l’universo cinematografico DC, e quindi la maggior parte del lavoro da fare sarà dimostrare agli oppositori che si sbagliano.
La breve anteprima che il pubblico ha visto suggerisce che il film cercherà di farlo, se non altro; il teaser che ha debuttato al San Diego Comic-Con ha mostrato più umorismo in un paio di minuti rispetto a MOS o BVS messi insieme, affrontando le accuse sulla mancanza di humour in quei film a testa alta. Dopo Batman V Superman, gli archi narrativi dei personaggi sono pronti a spostarsi dalla violenza cupa dei film precedenti a imparare come eroi dal sacrificio di Superman, quindi c’è una possibilità per il cambiamento dei toni che i non-fan sostengono di volere.
McMillan dimostra quindi un certo ottimismo nei confronti della Warner Bros., ma è pronto anche a guardare al peggiore scenario possibile. Il giornalista infatti sottolinea che Wonder Woman e Justice League potrebbero anche continuare il solito trend dei film DC Comics, ovvero prodotti da applaudire per la loro ambizione, ma in conclusione viziati da difetti che dimostrano un lavoro non del tutto riuscito in fase di produzione.
Ryan Reynolds e Deadpool
Il 2016 è stato l’anno del successo di Deadpool, pellicola sul mercenario Marvel che, dopo anni di gestazione all’interno della Fox, ha conquistato pubblico e critica inanellando molti record e rilanciando la carriera di un attore, Ryan Reynolds, che non era mai riuscito a sfondare nei progetti in cui era il protagonista principale.
A parlare di Reynolds e del rilancio della sua carriera, è stato nei giorni scorsi Variety, che ha dedicato all’attore un profilo completo dal titolo eloquente: “Come Deadpool ha salvato Ryan Reynolds”.
In un anno di outsider in cui Donald Trump e Bernie Sanders sono emersi come superstar della politica, “Deadpool”, un fumetto di serie D con protagonista un mercenario con un volto sfigurato e un arsenale di giochi di parole volgari, è diventato uno dei maggiori casi di successo al cinema. Il film della 20th Century Fox, messo insieme con pochi soldi (per il genere) come 58 milioni di dollari di budget, ha rastrellato 783 milioni di dollari in tutto il mondo, superando “X-Men: Apocalypse” e “Suicide Squad”. Ma altrettanto importante, il film ha catapultato Reynolds, un canadese amabile che ha avuto la sua parte di flop, sulla lista delle star da serie A.
La rivista di spettacolo ricorda come Reynolds è rimasto legato al progetto sul personaggio creato da Fabian Nicieza e Rob Liefeld fin dalla prima apparizione del mercenario chiacchierone in X-Men Origins: Wolverine, in cui tra l’altro quelli che erano i suoi dialoghi vennero fortemente sacrificati per via dello sciopero degli sceneggiatori che colpì molte produzioni di Hollywood nei mesi precedenti. Una vicenda questa che però non bastò a giustificare le implacabili recensioni dei critici, che all’epoca stroncarono senza mezzi termini la sua interpretazione di Wade Wilson.
Avversato dalla critica e dal pubblico, che non premiava i film che lo vedevano protagonista, se non quando affiancato da una grossa star (Sandra Bullock e Denzel Washington) Reynolds dovette lottare per Deadpool ancora di più dopo il flop al box office del Green Lantern targato Warner, che rese ancora più riluttante la Fox a dare il via libera al progetto.
Parte della ragione per cui a ‘Deadpool’ non è stato dato via libera subito è stato certamente per causa mia – ha ammesso l’attore – Se Robert Downey Jr. lo avesse interpretato, avrebbe certamente avuto luce verde.
Nel profilo/intervista, l’attore ha inoltre ammesso che le aspettative molto alte per il film lo hanno innservosito così tanto, da avere avuto bisogno del sostegno della moglie, l’attrice Blake Lively (sua co-protagonista in Green Lantern) per riuscire a gestire la cosa.
Da quando siamo entrati in post-produzione, e siamo stati al Comic-Con, la gente è completamente impazzita. Le aspettative mi stavano mangiando vivo. Blake mi ha aiutato a calmare i nervi. Sono fortunato ad averla intorno solo per tenermi sano di mente.
Cinebrevi
STX Motion Pictures Group ha annunciato nei giorni scorsi un accordo di tre anni con EuropaCorp per la distribuzione dei film prodotti dalla società di Luc Besson. Dell’accordo fa parte anche Valerian e la città dei mille pianeti, il kolossal da 180 milioni di dollari diretto dallo stesso Besson e interpretato da Cara Delevingne e Dane DeHaan.