Varchi Comics vs Covid: quale futuro per le manifestazioni di settore?

Varchi Comics vs Covid: quale futuro per le manifestazioni di settore?

A causa del Covid, si è dovuto ripensare a come vivere e gestire mostre e manifestazioni del fumetto. Abbiamo chiesto agli organizzatori di Varchi Comics cosa ne pensano.

Il 2020 sarà ricordato a lungo per l’epidemia di Covid-19 e per tutto quello che ha significato per la salute e per l’economia mondiale. Anche il fumetto ovviamente ha pagato caro e non si può ignorare il danno che le misure di contenimento hanno portato a un aspetto fondamentale del sistema: i festival, le manifestazioni e le mostre che in quest’anno sono state tutte profondamente segnate, cancellare o rivoluzionate. Abbiamo pensato di dare uno sguardo dall’interno parlando con gli organizzatori di alcuni dei principali festival italiani.

Per Varchi Comics ha risposto Elisabetta Simonti, disegnatrice e collaboratrice del festival.

varchi comicsStiamo avviandoci verso la fine di questo 2020, con il timore di un nuovo lockdown, con preoccupazioni per la nostra salute e per il lavoro di molti: come avete vissuto questo anno dal punto di vista del festival?
Ci stiamo avvicinando piano piano ad aprire la porta che ci condurrà al 2021 e ad altri 365 giorni che, ci auguriamo tutti, siano forieri di novità positive. Il messaggio che dobbiamo lanciare è quello della positività, che non deve mancare (e non ci è mancata), anche nei momenti difficili che prima o poi ci lasceremo alle spalle. Certamente dire addio all’edizione di marzo del 2020 è stato amaro, ma la tutela della salute di tutti è la cosa che fa la differenza tra uno Stato Civile e non.
Poi ci sono i sentimenti personali che sono affiorati, il dispiacere per lavoro svolto (molto, anzi moltissimo a titolo gratuito) che deve essere accantonato e rivalutato per un tempo migliore, per tutti coloro che vivono di questo settore e quindi il nostro pensiero va ai commercianti, agli espositori, agli autori ma anche al pubblico che trova in queste giornate l’atmosfera giusta per immergersi in un altra dimensione, per essere quello che desiderano. Alla fine abbiamo scoperto che ci mancano pure le folle dei Cosplayer…
Noi desideriamo essere Festival del Fumetto e mai come in questi giorni e mesi che si sono succeduti, abbiamo desiderato di esserlo. Con i suoi pregi (spero molti) e i suoi difetti (mi auguro meno),  e devo dire che ci è mancata l’imperfezione, il non aver valutato tutto.
Ma non per questo ci siamo fermati. Il Varchi Comics ha organizzato nel periodo di maggio la vendita di tavole di autori che sono stati nel tempo nostri ospiti durante la fiera; il ricavato è andato interamente al fondo emergenza Covid che era stato istituito nella nostra Città per l’acquisto di attrezzature mediche.
E poi Cinema all’aperto, dirette sui canali social, idee per nuove pubbicazioni, insomma come avevo accennato all’inizio, il pensiero positivo ha poi avuto la meglio e deve continuora a prevalere.

Cosa significa organizzare una manifestazione con queste limitazioni? Quanto lavoro in più, quanto ha impattato economicamente su chi ci lavora attivamente?
Il fumetto è fantasia, il fumetto e il suo mondo è spazio infinito… non ha limitazioni. Si possono offrire cose belle e di qualità in pochi metri quadratati. Chiaramente quello che inciderà non sono tanto le limitazioni fisiche ma , soprattutto, le responsabilità che enti terzi dovranno assumersi. E che si faranno pagare profumatamente. E qui il sogno cade…

Qual è stata la risposta del vostro festival alla situazione, e perché questa scelta? Cosa ha funzionato, cosa meno?
Il nostro festival non aveva scelta se non annullare tutto a pochi giorni dal vero e proprio lockdown. Dai primi tentennamenti dei giorni successivi, ci siamo spostati sui canali social, un settore che non avevamo preso molto in considerazione negli anni passati. Ma tant’è… che piano piano abbiamo visto che piace e ci piace (soprattutto), che stiamo già creando un palinsesto fisso per questo prossimo autunno/inverno.

Quanto pesa secondo voi la mancanza della socialità fisica al mondo del fumetto?
Il fumetto e il disegno sono socialità… non ci sono mezze parole. È attimo e momento.  Riesce a unire le persone senza timore e convenevoli. Focalizziamoci su il disegnatore che crea: egli è oggetto di stima e avvicina le persone, stimola la parola e la conversazione. Dà fiducia… E poi dai diciamolo: il disegnatore è un pochino egocentrico via!

varchi comics fase 2
C’è una ricetta unica che pensate potrebbe essere presa d’accordo con le altre manifestazioni, o idee base da condividere per sostenersi a vicenda?
Il mondo del fumetto deve essere d’esempio e dimostrare a tutti che ha un cuore grande!
Da questa pandemia abbiamo capito una cosa: rimanere soli non fa bene ai vari festival. Andiamo in questo caso in controtendenza ai vari DPCM che ci vuole distanziati e isolati per evitare il contagio. La strategia per lavorare bene e lavorare tutti è quella di fissare fin da ora un nuovo calendario in concertazione con tutti i Festival. Mi rendo conto di parlare in modo utopistico ma, adesso può essere l’unica via percorribile per far sopravvivere tutte fiere del settore e cosa fondamentale, permettere agli operatori di lavorare meglio e più di prima, senza dover operare scelte e vedere sfumare possibilità e appuntamenti. Dobbiamo collaborare con sinergia anche condividendo le scelte tecnologiche e di sviluppo. 
Pensiamo anche ai festival più piccoli che , sicuramente, saranno costretti a spostare nuovamente la data nel caso l’emergenza non fosse finita (riguardo soprattutto a quelle che avranno luogo da Gennaio a maggio 2021).
Analizzando però i cambiamenti di comportamento del singolo e quindi del pubblico, rilancio con un altra domanda: quanto saranno affollati i festival di grandi dimensioni con il timore degli assembramenti come veicolo di contagio?
Su questa incognita dobbiamo riflettere e lavorare ribadisco, tutti uniti, per proporre alternative.

C’è ancora una prospettiva per il 2021, alla luce delle incertezze che abbiamo ancora oggi? Cosa servirebbe (a parte debellare il rischio attuale) per poter tornare a lavorare in maniera migliore?
Personalmente penso che ogni tanto (anche se doloroso), uno stop anche forzato ci voglia. La routine e gli anni portano ad appiattirsi e a dare per scontate molte cose. La pausa di riflessione è necessaria e la “natura” ci ha imposto questa. Quindi su questa prospettiva dobbiamo lavorare; quale tempo migliore se non  questo? Sicuramente la responsabilità che graverà sull’organizzazione sarà maggiore ma nessuno poi avrà la ricetta magica e la formula ideale per ricostruire il mondo dei Festival e delle Fiere in generale. Credo e mi ripeto ricalcando la risposta sopra, che solo lavorando tutti insieme, cercando di adottare protocolli uguali per tutti (sulla sicurezza soprattutto), darci delle regole comuni ma tutelando e mantenendo ognuno la propria specificità.

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State lavorando all’edizione 2021, e su quali basi?
Il nostro Festival si svolge alla fine di marzo di ogni anno. Nel nostro specifico dovremo, nel caso  fosse concesso di poter fare il Festival, rivedere gli spazi e i vari piani della sicurezza. Se fino all’anno passato la criticità riguardo i luoghi affollati (fiera o festival, raduno o concerto che fosse) consisteva nell’ipotesi di un attacco terroristico, adesso il nemico siamo noi. Quindi grandi spazi e meno pubblico. Sicuramente più eventi statici, mostre ed esposizioni e chiaramente un occhio al nuovo turismo virtuale, nuova frontiera tutta da scoprire ed implementare.

Credete che questa situazione cambierà per sempre l’organizzazione futura degli eventi, cosa resterà di tutto questo nelle convention quando l’emergenza sarà finita?
Si apriranno più prospettive e opportunità. Fermo restando la revisione e lo sviluppo del classico Festival in presenza, mi riallaccio all’ultima frase della domanda precedente. Incentivare il turismo virtuale. Mentre per un periodo (non sappiamo quanto lungo), i vari eventi dovranno pensare più a installazioni statiche, dall’altro canto sviluppare il cosiddetto“ turismo digitale” può rivelarsi una risorsa finora inesplorata o comunque ancora poco fruita dal grande pubblico.
Certo è che si verrà a creare una specie di “equilibrio”, da una parte i Festival più contenuti riusciranno ad attirare maggiore pubblico data la possibilità di controllare gli spazi e dall’altra,  che invece gli eventi maggiori sfrutteranno al massimo la tecnologia di cui potranno disporre, grazie a budget maggiori anche in virtù degli sponsor.

Intervista condotta via mail a novembre 2020

VARCHI COMICS

VARCHI COMICS è una manifestazione dedicata al fumetto ed al mondo del fantastico che si tiene a Montevarchi (AR).
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