Che cosa accadrebbe se i paranormal romance, quei romanzi che narrano seriose e improbabili storie d’amore tra fanciulle e “mostri”, fossero scritti con più (auto)ironia, senza luoghi comuni, con più realismo e con personaggi non stereotipati?
Fidanzato Vampiro, fumetto scritto e disegnato da Tiziana De Piero, cerca di spiegarcelo, raccontandoci in maniera surreale ma molto azzeccata le avventure di Nina, ragazza moderna, spigliata, aggressiva e sensuale che per sua sfortuna finisce impelagata in una storia d’amore con Vladimiro, vampiro che la ragazza crede racchiuda in sé tutte le caratteristiche dei romanzi e film che lei ama tanto, ma che in realtà è solamente un essere retrogrado, saccente, pieno di fisime e manie, sempre depresso, vigliacco, deboluccio e soprattutto privo di tutte quelle caratteristiche che ogni buon fidanzato possiede, non ultima la capacità di fare sesso.
Per sapere come può svilupparsi una relazione così burrascosa, e in occasione dell’uscita in volume cartaceo di Fidanzato Vampiro (che io avevo già recensito e apprezzato QUI e di cui potete leggere una recensione anche tra le pagine de Lo Spazio Bianco), abbiamo intervistato la sua autrice.
Tiziana De Piero (Pordenone, 1986), autrice autodidatta, si avvicina al fumetto nel 2004 grazie all’associazione FaME Comics, ed esordisce collaborando alla realizzazione di alcune storie de I ragazzi della panka per il bimestrale LDP. Sue successive collaborazioni sono gli albi Gang e Giovani streghe, e Tempora, che disegna interamente, per l’associazione FaMe. Dal 2013 ha dato il via a Fidanzato Vampiro, fumetto nel quale esordisce come autrice completa dopo la vittoria a un concorso dedicato ai vampiri nel fumetto. Dopo una fortunata parentesi online che ha riscosso numerosi apprezzamenti, Tiziana è giunta ora alla pubblicazione cartacea grazie a Shockdom.
FV nasce come storia breve per il concorso “Vampiri a fumetti”. Faceva parte di un progetto preesistente o è stato ideato proprio in quell’occasione? Immaginavi poi di portare avanti le avventure di Nina e Vladimiro così a lungo?
Il fumetto è nato proprio come idea da presentare al concorso, anche se nelle sei pagine per “Vampiri a fumetti”, Nina e Vladimiro erano solo dei personaggi generici… non avevano nemmeno un nome. Quindi forse è più corretto dire che il fumetto è nato a tutti gli effetti quando ho pensato di farlo diventare una serie, qualche mese dopo il concorso. Qualche elemento l’ho attinto da altre trame scritte in precedenza, come la personalità dei protagonisti e l’inversione dei ruoli, ma è stata fin da subito un’idea nuova e abbastanza chiara, che, a dire il vero, pensavo di riuscire a portare a termine anche prima… Invece sono passati due anni e sono solo a metà circa di ciò che vorrei raccontare.
FV ha ricevuto da subito un’ottima accoglienza. Che cosa è successo dopo la vittoria al concorso?
Ho subito pensato a cosa volevo raccontare e ho scritto una sinossi dettagliata. Nel frattempo le sei pagine presentate al concorso sono diventate un episodio pilota pubblicato in ebook da Wannaboo, che, visto il numero molto alto di download, ha continuato a distribuire gli episodi che man mano disegnavo. Inizialmente erano episodi autoconclusivi molto brevi e semplici, che ho cercato nel tempo di migliorare sia nel disegno che nei contenuti. Molte idee che ho scartato per questi episodi le ho riutilizzate per produrre qualche striscia da condividere sulla pagina Facebook, formando una specie di webcomic fatto un po’ a tempo perso, che però ha contribuito a far conoscere il fumetto ai lettori. Tant’è che sono state proprio le loro richieste a convincermi a tentare anche la pubblicazione cartacea.
Come nasce un episodio della serie?
I primi li ho scritti di getto e disegnati altrettanto velocemente. Gli ultimi invece sono nati dopo moltissimi ripensamenti, idee scartate e vignette ridisegnate anche a tavole finite.
Procedo in modo ordinato, suddividendo in capitoli la sinossi che ho elaborato due anni fa, scrivendone la sceneggiatura e uno storyboard, e solo quando sono sicura inizio a disegnare. Lavorando da sola però mi capita di accorgermi solo alla fine di aver commesso qualche errore o di avere dei ripensamenti. Ultimamente sono diventata più dubbiosa ed esigente, non sono mai soddisfatta di ciò che scrivo e disegno, quindi vado un po’ a rilento. Infatti, vorrei scusarmi con tutti quelli che sono in attesa di leggere il seguito della storia!
Sei completamente autonoma nel tuo lavoro e nelle tue scelte, oppure ti affidi al giudizio – o alla revisione – di qualcun altro?
Inizialmente mi sono fatta aiutare da Giuliano Piccininno, che presiedeva il concorso di Valdagno e che da allora ho tormentato inviandogli ogni episodio che disegnavo. Mi ha dato molti suggerimenti sul disegno, senza però mai addentrarsi nelle scelte narrative. A un certo punto, secondo lui, il suo aiuto era diventato superfluo e mi ha incoraggiato a camminare con le mie gambine, e questo mi ha dato molta fiducia. Dal quarto episodio procedo in totale autonomia. Però mi interessa moltissimo il parere altrui! Da chiunque provenga. E raccolgo i feedback di chi legge tenendoli sempre in gran conto.
I protagonisti di FV sono una ragazza umana e un vampiro, diversissimi tra loro eppure uniti dall’amore. Ma chi sono Nina e Vlad per la sua autrice?
È difficile definire questi due personaggi, perché sono l’insieme di tante influenze diverse, ciò che ho letto e visto negli anni e che mi è sempre piaciuto, cioè l’idea di una ragazza “maschiaccio” e un personaggio nel quale poter riversare un po’ dei miei studi. Questa coppia però è anche il risultato di comportamenti di persone che ho conosciuto e osservato, che conosco tutt’ora, delle loro esperienze e delle mie. Proprio perché derivano da persone vere, sono personaggi pieni di difetti e per questo, forse, verosimili… Quindi spero che chi legga possa affezionarsi a Nina e Vladimiro come è successo a me nel tempo.
Nina è giovane e frizzante, mentre Vladimiro è retrogrado, noioso, depresso e sempre fuori posto. Vlad invece è pieno di difetti in quanto vampiro o quella è semplicemente la sua vera natura, che non ha nulla a che fare col suo essere non-morto? Vladimiro, insomma, “vampirizza” Nina anche soltanto per averla coinvolta in quella relazione problematica?
Mi piace l’idea che Vladimiro vampirizzi Nina con il suo atteggiamento. Sei il primo che lo nota, ma è quella effettivamente la dinamica tra i due!
Sì, Vladimiro è un personaggio pieno di difetti, e sono sia innati che derivanti dal suo essere un vampiro, ma secondo me è proprio questo che rende interessante la storia. Non è il romanzo rosa con un eroe bellissimo, coraggiosissimo (e tutta un’altra serie di “issimi”) disposto a lottare contro tutti gli ostacoli che impediscono l’amore tra lui e la protagonista. In FV è il protagonista stesso l’ostacolo alla sua felicità. Il che lo rende autentico in un certo senso, appunto un fidanzato probabile, e la relazione tra i due realistica… Perché a volte capita di perdere la testa per qualcuno con cui in realtà non si sta bene, la cui influenza è negativa, e questo è ciò che succede a Nina.
Insomma: Vlad, per te, è per prima cosa un Vampiro o un Fidanzato?
Vladimiro è prima di tutto un pessimo fidanzato, e poi un vampiro ridicolo.
Uno dei punti di forza di FV sono i personaggi secondari, che si stanno facendo via via più importanti nell’economia della serie. In particolare, i divertentissimi membri del “gruppo di sostegno per fidanzate con mostri”. Che cosa puoi dirci in proposito?
I personaggi secondari ovviamente sono il cliché dei mostri dell’orrore, e anche le rispettive ragazze sono abbastanza stereotipate… Però per me sono molto importanti, quindi mi piaceva che pur avendo un ruolo secondario appunto, ognuno di loro agisse, parlasse e vestisse in base alla propria personalità, quindi la cosa che più mi dispiace è non aver saputo ritagliare maggiore spazio per loro all’interno della trama raccontata finora. Spero di riuscire a ritagliare uno spazio maggiore agli altri mostri nei prossimi episodi.
Se ti dico la parola Twilight, tu cosa mi rispondi?
Grazie Twilight per avermi dato così tanti spunti comici!
No, seriamente, questo fumetto è effettivamente una parodia del genere urban fantasy o paranormal romance, dove la storia d’amore tra un’umana e un vampiro è centrale, e di cui Twilight è il testimone più fortunato. Quindi non posso negare di esserne debitrice, perché le similitudini sono evidenti.
Però, per quanto anche FV si incentri su una storia d’amore tra questo tipo di protagonisti, mi considero molto distante dal genere… Le dinamiche tra i Nina e Vladimiro si basano piuttosto sul ribaltamento dello stereotipo di vampiro che si legge nei paranormal romance.
Spesso in questi racconti il vampiro è un eroe romantico, un principe azzurro che guarda caso si innamora dell’umana della porta accanto, una ragazza normale in cui la lettrice può immedesimarsi, che conduce una vita normale che verrà stravolta dagli eventi eccezionali che grazie a lui le capiteranno. Una moderna cenerentola. In FV l’eroe romantico è invece un disastro, fisicamente e a livello umano, che si innamora di una protagonista che è molto più bella e sveglia di lui, con una personalità spiccata, che non subisce le azioni ma che, anzi, ne è spesso il motore.
La loro relazione quindi è poco romantica e molto disincantata… Già il fatto che Nina sia una lettrice di questi romanzi sui vampiri è un modo per prendere le distanze e provare a fare qualcosa di diverso…
A parte i paranormal romance, quali sono i tuoi punti di riferimento artistici? Ci sono degli autori che ami e che ti hanno ispirata nel tuo lavoro?
Sono così tanti che non saprei nemmeno io elencarli tutti… Diciamo che a me piacciono le commedie e i primi fumetti che ho letto e collezionato sono Lupo Alberto, Alan Ford, Sturmtruppen, ecc… E la stessa cosa vale per i vampiri: preferisco il conte Dacula al Lestat di Anne Rice. Parlando di vampiri piuttosto che racconti moderni mi sono ispirata ai racconti ottocenteschi di Stoker, Polidori, Le Fanu e degli anonimi della rivista Odds end ends e agli autori romantici italiani. Penso che mi abbiano influenzato anche i personaggi delle commedie romantiche di Woody Allen; i malinconici disadattati di Tim Burton… Insomma, dal punto di vista narrativo sono davvero tanti gli autori a ispirarmi. Per quanto riguarda il disegno invece sono molto legata allo stile ibrido di Barbucci e al tratto elegante di Katsura.
Io apprezzo molto le autrici donne che parlano di donne all’interno del mondo del fumetto. Mi pare una presenza necessaria e dovuta. Che cosa pensi della questione, e come giudichi il mondo del fumetto italiano quando tratta di personaggi femminili?
Il fumetto in Italia è storicamente un prodotto maschile che, pur avendo saputo produrre tante eroine complesse (come Valentina, ad esempio), è stato per lungo tempo indirizzato unicamente ai lettori maschi, sviluppando generi e personaggi adatti a questo tipo di pubblico. Quindi ben vengano più autrici e lettrici donne, perché tutt’ora il fumetto italiano offre poche storie per ragazze, mentre gli shojo continuano ad avere successo…Ciò detto, io però non mi considero autrice di un fumetto “per ragazze”, anche se il titolo Fidanzato Vampiro potrebbe suggerirlo (però a me sembra ironico). Non sono un’amante degli shojo in prima persona e non credo di aver disegnato una protagonista femminile nella quale possano identificarsi delle lettrici, però nemmeno lo stereotipo di biondona che piace solo ai maschi…
Una cosa che ho amato molto in FV è che Nina cerchi attivamente e con gran desiderio il sesso, in modo libero e privo di ipocrisie, una cosa che a mio parere la rende molto più “autentica” di certi altri personaggi dei fumetti. Nina è nata così (parlando del personaggio, ovvio), per te l’argomento è ovvio o anche qui volevi lanciare un messaggio ad autori e lettori?
Ho notato che l’atteggiamento di Nina a volte è percepito come il tentativo di suscitare reazioni nei lettori, e ne sono molto contenta, anche se in realtà non era nelle mie intenzioni iniziali.
Nina è nata molto semplicemente come il contrario di Vladimiro, quindi è moderna tanto quanto lui è retrogrado, ed entrambi sono in linea con la propria epoca. Una qualsiasi ventenne di oggi potrebbe avere le stesse fantasie e desideri di Nina (soprattutto una che come lei ha letto troppi romanzetti rosa e si ritrova insieme a un vampiro).
Insomma trovo così “normale” l’atteggiamento di Nina nella sua situazione, che mi sorprende che non sia scontato.
Mirka Andolfo, nella sua pagina FB, ha parlato più volte di gente che la contatta solo per darle della “maniaca”, o della “poco di buono”, o per accusarla di scrivere di sesso solo per “copiare” o per “guadagnare”. Visto che anche tu parli di argomenti simili, ti è mai capitato qualcosa del genere?
No, fortunatamente non mi è mai successo di ricevere critiche così pesanti!
In realtà mi sorprende che a qualcuno possa anche solo venire in mente di fare delle affermazioni simili.
L’idea che se una donna scrive di sesso allora deve essere una maniaca ninfomane è un pensiero talmente primitivo che non mi era mai neanche passato per la testa… Finché un lettore maschio mi ha contattata solo per sapere se sono una maniaca come Nina! Ma di certe cose penso si possa solo ridere e passare oltre.
Sta per uscire/è uscito il tuo primo volume cartaceo. Come ci si sente ad avere raggiunto questo traguardo?
Sono felicissima di poter finalmente pubblicare il cartaceo di FV. Per tutti i lettori che non potevano leggere gli ebook e lo hanno chiesto, e che fino a qualche tempo fa non sapevo come accontentare, ma soprattutto per me, perché anche io lo vedo come un salto di qualità.
Però tendo a essere apprensiva e un po’ mi preoccupa questa nuova responsabilità. In fondo il fumetto è nato per caso e non pensavo che sarei riuscita a portarlo avanti per la mia inesperienza e per il fatto che sono un’autodidatta. Quindi spero di essere capace di portare a termine il progetto.
Shockdom mi sembra un editore coraggioso nel suo tentativo di dare voce ai giovani autori italiani. Come ti sei trovata a collaborare con loro?
Sono d’accordo, infatti mi sento davvero fortunata di poter pubblicare con Shockdom, perché ne stimo da tempo le scelte e gli autori. Collaboro con loro da pochissimo, ma fin ora l’esperienza è stata più che positiva. Sono indaffarati visto il gran numero di autori da seguire e le fiere a cui partecipano, ma mi hanno sempre dedicato molto tempo e attenzioni. Sono sempre disponibili. Si percepiscono un bell’entusiasmo e passione, ma anche competenza e serietà, quindi penso sia un ottimo editore con cui lavorare.
Quale sarà il futuro della serie? Hai già dei progetti, dei traguardi, o lasci che la storia “cresca” da sola?
Aver raggiunto l’edizione cartacea è già aver realizzato tutti i progetti che avevo per questa serie! Quindi per il momento spero solo che questo primo albo piaccia, mentre mi rimetto al lavoro sulle prossime tavole, cercando di riuscire a finirle in tempi brevi.
Grazie a Tiziana per la sua disponibilità.
Intervista effettuata via email e pipistrello vampiro nel mese di Maggio 2015.