Stitches: storia di un’infanzia ferita

Stitches: storia di un’infanzia ferita

Il libro di Dave Small è un crudo racconto-confessione di un'infanzia ferita e segnata da una famiglia totalmente allo sbando. La testimonianza di una ferita impossibile da risarcire.

Stitches è il racconto-confessione di una vita segnata da traumi infantili frutto della convivenza dell’autore con una famiglia difficile, che è riuscita solo a fargli del male invece che amarlo. Un padre che lo sottopone a cure forzate, inutili e dalle conseguenze rischiose, una madre incapace di amarlo e che nasconde un segreto a tutta la famiglia e una nonna mentalmente instabile.

Se si aggiungono tutti questi elementi al fatto che passare l’infanzia rimbalzando da un ospedale all’altro può già di per sé segnare negativamente la vita di un individuo, ne risultano necessariamente una storia e un percorso di crescita drammatici.
Dave Small
ne esce fuori grazie a una grande forza d’animo, all’aiuto di uno psicologo e grazie anche all’arte, che riesce a coltivare solo dopo essersi liberato dai vecchi legami familiari che lo frenavano e reprimevano.

Il libro scorre proponendo momenti della vita di Small distanti tra loro ma sempre ricomposti con rigore cronologico. Si tratta evidentemente di una selezione di episodi significativi, come delle pietre miliari che hanno segnato il percorso della sua esistenza. Tutto è espresso in maniera assai metodica, non ci sono mai elementi o informazioni di troppo. L’espressività e spontaneità di un racconto apparentemente simile alla confessione rilasciata sul lettino di uno psicologo si rivelano in fretta come una fredda elaborazione. Small, infatti, compone tavole fredde, agghiaccianti.

La guarigione dei suoi traumi interiori non sembra affatto essersi realizzata, come vorrebbe invece dimostrare sul finale del libro. I suoi punti di sutura (Stitches appunto) sono deboli, e la stesura del libro appare come il suo ennesimo tentativo di rinforzarli. L’amore che l’autore lamenta di non aver ricevuto durante la crescita non sembra riuscire nemmeno a trasmetterlo lui stesso nella sua opera.

Perfino il suo tratto è metodicamente misurato ed essenziale. Seppur le sfumature del grigio date dalla mezza tinta cerchino di dimostrare il contrario e offrire varietà e spessore al segno, in realtà appaiono piuttosto come una limitazione. Sono cioè gli unici pochi colori adatti a rappresentare una giovinezza che colore non ne ha avuto e a evocare ricordi sbiaditi dalla sofferenza, ma i cui contorni sono rimasti vividi nella mente, anche se sottili, proprio come il segno di Small.

Sarebbe troppo facile paragonare Stitches con un altro capolavoro recente di biografia dei traumi familiari come Fun Home. Seppur i temi condivisi siano parecchi (il rapporto con i genitori e con la sessualità, morte e suicidio), al romanzo di Small manca la meticolosità che Alison Bechdel ha saputo affidare sia alla descrizione dei sentimenti che alla composizione strutturale dell’opera stessa.



Abbiamo par­lato di:

Stitches
David Small
Traduzione di M.Bertoli
Rizzoli – Lizard, 2010
333 pagine, bros­su­rato, bianco/nero –  19,90 €
ISBN: 978-8817040884

Riferimenti:
Il sito di David Small: davidsmallbooks.com
Il sito di Rizzoli- Lizard: lizard.rcslibri.corriere.it

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *