Scrivere fumetti (e non solo) di auto fiction o autobiografici è forse il modo più “semplice” per debuttare con un’opera prima. Si racconta di sé stessi, ci si appoggia sulle proprie esperienze, sui problemi quotidiani che ci affliggono, insomma una fonte sicura da cui attingere, sperando che più persone possibile possano riconoscersi.
E non è probabilmente un caso che questo genere di produzioni abbia travolto il mercato con risultati molto spesso deludenti.
Se non si ha la potenza e l’abilità narrativa di Davide Reviati, di Joe Matt, di Alison Bechdel, Gipi o di Chester Brown, il più delle volte ci ritrova davanti a risultati trascurabili, se non addirittura pessimi, poiché la semplice immedesimazione non sempre basta e non sempre le nostre traversie personali sono così interessanti.
Qui entra in scena Vincenzo Filosa con il suo Il Saraceno, il secondo volume dedicato a Italo Filone (il primo volume, Italo, è una graphic novel di grande valore e una delle letture necessarie di questi ultimi anni, capace di ricordare il modo di mettersi a nudo di Andrea Pazienza), suo alter ego disegnato che ripercorre la vita tra passato e presente dell’autore grazie a una narrazione lucida, spietata e mai compiacente nei suoi confronti, tra tossicodipendenze, famiglia e il ruolo di padre, una scrittura che destabilizza e confonde, quando introduce elementi dell’ambiente circostante o a volte suggestioni (quasi delle visioni) che vengono da altri luoghi all’interno del flusso delle vignette.
Se il primo volume si segnalava per un respiro temporale più ampio, Il Saraceno, dopo un inizio nel presente cupo, quasi horrorifico, diviso in brevi capitoli non sempre sequenziali, si concentra principalmente sul rapporto del protagonista con il padre, che tutti chiamano il Professore.
Tra linee narrative differenti Filosa si dimostra ancora una volta autore capace di dominare questo genere in modo unico e ammaliante, alternando dramma e commedia nera in una catartica opera sequenziale. Veniamo trascinati in un continuo susseguirsi di ricordi, tra scontri con una figura genitoriale gioviale con gli altri ma austera, severa e apparentemente distante dal figlio, e altri segnati da una malinconica bellezza e da una fiducia incrinata come quello della patella gigante.
Attraverso un disegno sempre più affinato nelle sue caratterizzazioni fisiche e territoriali e capace di miscelare e omaggiare in modo sapiente Shigeru Mizuki e Yoshiharu Tsuge, quanto Charles Burns con un tratto elegante ma personale, segnato da bianchi e neri decisi e da retini mai ingombranti, Filosa ci consegna la sua opera probabilmente più completa e coesa, un volume di grande impatto emotivo che lo consacra come autore di prima grandezza.
Abbiamo parlato di:
Il Saraceno
Vincenzo Filosa
Rizzoli Lizard, 2023
192 pagine, brossurato, colori e bianco e nero – 18,00 €
ISBN: 978817159043