Steranko: un mito!

Steranko: un mito!

Dalla rivista Fumetto dell'Anafi un profilo di uno dei più grandi e influenti disegnatori statunitensi di tutti i tempi. Il grande e indimenticabile Jim Steranko.

Articolo comparso originariamente sul numero 71 della rivista Fumetto dell’Anafi.

Ha compiuto settant’anni il 5 novembre 2008 ed è ancora un uomo raffinato e affascinante. Se non fosse stato per i bozzetti e gli studi del personaggio che realizzò per Steven Spielberg, Harrison Ford non avrebbe mai interpretato la parte dello studioso-avventuriero Indiana Jones. E anche un altro grande regista cinematografico come Francis Ford Coppola ricorse con esiti sorprendenti alla sua creatività grafica.

È stata ed è tutt’ora decisamente intensa la vita di James “Jim” Steranko, classe 1938, di Reading (Pennsylvania): è stato un circense, un mago prestidigitatore (creò un’infinità di trucchi con le carte), un artista della fuga (ispirò Jack Kirby per il personaggio di Mister Miracle), un chitarrista rock (suonò in tour con Bill Haley negli anni Cinquanta) e un grafico pubblicitario. Ma, soprattutto, uno straordinario disegnatore di fumetti: all’universo dei comics ha lasciato autentici capolavori.

ESORDI

Dotato di un’indubbia bellezza e di una spontanea arroganza, veniva notato alle conventions di fumetti sia per il vestire eccentrico sia per le girls esotiche e voluttuose con le quali era solito accompagnarsi. Magicamente attratto dal glamour della Batmania, quasi subito riuscì a vendere gli sfortunati Spyman, Magicmaster e Gladiator alla Harvey Comics, quella del fantasmino Casper.

Amante della cultura pop e geniale per la velocità di apprendimento, Steranko inquadrò la Marvel come il punto d’arrivo ideale: si presentò alla casa delle idee con un portfolio ricco di illustrazioni degne dello sfarzo di “The King” Kirby. “Non abbiamo nulla da farti fare, ma sei troppo bravo per lasciarti andare” avrebbe commentato uno stupefatto Stan Lee che lo mise a inchiostrare gli schizzi del grande Jack per Strange Tales. Finché, dal numero 155, nell’aprile 1967, il “sorridente” passò a Steranko l’intero carico lavorativo della collana. A 29 anni, Jim era a tutti gli effetti un disegnatore della Marvel.

FURY

E Steranko trasformò il Nick Fury kirbyano dalla mascella volitiva in sé stesso: più magro, più giovane e cortese, sempre in mezzo a donne eleganti e splendide. Ormai assoluto padrone di Strange Tales, la arricchì con esagerati elementi da spy movie dotando persino gli agenti di assurdi congegni alla James Bond: il raggio vortice che sollevava gli oggetti nello spazio, la bomba afona capace di esplodere senza rumore, l’assorbitore elettronico tascabile e il disintegratore molecolare Raggio Q. Le storie dell’agente dello S.H.I.E.L.D divennero velocissimi combattimenti tecnologici, anche difficili da seguire, ma proposti con uno spirito tale da far capire al lettore che l’autore era superiore a tutto quello e faceva fumetti solo per il suo divertimento.

ARTE

Ma, più che le sceneggiature di Steranko, sono state le sue illustrazioni a sconvolgere i marvelfans. Il suo disegno tecnico non era immune da pecche, con anatomie e prospettive a volte sballate se non volutamente esagerate.

Però, ispirato anche dalle mode psichedeliche del tempo, seppe raggiungere quell’effetto da pugno nell’occhio inedito per i comics. Le sue pagine meravigliarono anche Jack Kirby: in un turbinio di azione e di effetti speciali – adoperò anche dei collages aggiungendovi sfondi pop art, al tempo molto trendy sulla scena newyorkese – i personaggi ruotavano intorno a gigantesche macchine. Molto pignolo, Steranko insistette per controllare personalmente la colorazione del suo lavoro, facendo smettere alla Marvel il pesante uso del grigio.

Nessun disegnatore si è mai occupato dell’opera completa come lui: inarrivabile la produzione delle sue copertine, poster se non autentici quadri. Nelle prime cinque copertine della serie di Nick Fury, ha stabilito addirittura un punto di contatto con la genialità di Salvator Dalì: questi albi originali statunitensi hanno tutt’ora quotazioni astronomiche sul mercato collezionistico mondiale.

SOGNO

Così, Steranko arrivò a disegnare Capitan America, il fumetto con cui era cresciuto negli anni Quaranta. Ma lo fece con i suoi pregi e i suoi difetti: non accettava intrusioni nel suo lavoro, curava maniacalmente ogni pagina ignorando i tempi di consegna e facendo impazzire Stan Lee. Che, su Captain America 112 dell’aprile ’69, fu costretto a far rinarrare l’origine del discobolo a Kirby nell’attesa che Steranko completasse il suo ultimo capolavoro targato Marvel: La strana morte di Capitan America. Jim non la prese bene: secondo lui, lo stile di Kirby attenuava l’impatto dello svolgersi della serie. Fu questa intrusione ad allontanare definitivamente l’artista da Cap e dalla Marvel in generale. “Lavorare a Captain America era il sogno della mia vita e mi divertii a farlo. Non credo di essere mai riuscito a realizzarlo come avrei voluto veramente, ma a ogni numero mi avvicinavo sempre più a come lo immaginavo” dirà poi Steranko.

NOIR

Ormai tra le superstar più controverse della Marvel, Steranko passò a un progetto che restò tra i suoi meno noti, Red Tide, riproposto dalla Dark Horse senza le censure dell’epoca. Un romanzo visivo nato dalla “fusione interdipendente di narrazione per immagini e in prosa in un nuovo media”, di genere hard boiled di tradizione chandleriana.

Più di ogni altro autore suo contemporaneo, Jim Steranko ha portato la sensibilità noir nei comics: nelle caratterizzazioni (eroi e criminali alienati e psicotici), nei temi narrativi (il cinismo, la paranoia, l’erotismo, l’ironia tragica e il fatalismo) e nello stile visivo (il chiaroscuro, il montaggio, il simbolismo, la metafora). Steranko si rivelò un precursore di film come Chinatown e Pulp Fiction: a lui deve molto l’evoluzione artistica di Frank Miller.

360 GRADI

Si era creato una straordinaria reputazione in meno di trenta storie cambiando per sempre la direzione del media fumetto. Nel ’69 Steranko entrò nell’editoria in prima persona fondando la Supergraphics, producendo libri, calendari, stampe e poster, pubblicando i due volumi della sua History of Comics, facendo da scrittore, editor e intervistatore per la sua rivista di cinema mondiale Prevue.

Ha dipinto dozzine di copertine per libri (30 per The Shadow) e numerose locandine cinematografiche, fornendo anche le illustrazioni originali per film come Bram Stoker’s Dracula e I predatori dell’arca perduta. Steranko ha inoltre ammassato più di 60 progetti, il suo “teatro dei concetti”, da sviluppare come proprietà intellettuali, nonché decine di premi internazionali in tutti i campi nei quali ha brillato. Il suo lavoro è stato esposto in più di 200 mostre internazionali, compreso il Louvre. La serigrafia di una sua copertina restaurata di Capitan America ha battuto tutti i record di vendite.

Nel fumetto, lasciata la Marvel, negli anni Ottanta ha realizzato alcune tavole dell’uomo d’acciaio per Superman 400, varie storie brevi per Heavy Metal e per la graphic novel Outland (in Italia, Atmosfera zero) tratta dall’omonimo film. Un recente sondaggio della rivista Comic Buyer Guide lo indica al ventunesimo posto della classifica dei disegnatori più influenti della storia dei fumetti.

SCAFFALE

Quasi tutte le 29 storie di Steranko sono state pubblicate in Italia. La serie di Nick Fury è stata, insieme a quella di Iron Man, per un lungo periodo complementare ne L’incredibile Devil dell’Editoriale Corno. Purtroppo, la Corno pubblicò le copertine di Nick Fury nelle pagine interne prima delle storie divise tra due o tre numeri. Il cartonato Nick Fury della Marvel Italia racchiude la ristampa di Strange Tales 150-168. X-Men: gli anni d’oro 11 (Marvel Special 16) vede Steranko alle prese con i mutanti del professor Xavier.

Imperdibile lo Speciale Capitan America: Stanotte muoio delle edizioni Star Comics, che proprio a Steranko e a John Buscema dedicarono un catalogo per Prato ’92. Per gli amanti degli albi originali statunitensi, infine, la cover dell’Annual numero 1 di Hulk del ’68 è prezioso oggetto di devozione.

Riferimenti:
Un sito dedicato all’arte di Jim Steranko: www.thedrawingsofsteranko.com
Jim Streranko su Wikipedia: en.wikipedia.org/wiki/Jim_Steranko
Un articolo comparso su Glamazonia: www.glamazonia.it/old/articoli/steranko/jsteranko

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