di David Lapham
Planeta DeAgostini, 2008 – 160 pagg. b/n cart. – 12,95euro
Silverfish segna il ritorno di Lapham come autore completo (storia e disegni) dopo una serie di storie come sceneggiatore per l’universo DC e Marvel. È quindi naturale che l’attesa fosse decisamente alta, almeno per un appassionato che ricorda con piacere le (poche) storie pubblicate in Italia di Stray Bulletts (storia auto-prodotta che ha segnato l’ascesa di Lapham nel mercato fumettistico americano). In realtà poi quest’ultima sua opera non risulta particolarmente riuscita. A fronte di un’idea di base ben definita e con elevate potenzialità ci si imbatte in una sceneggiatura piuttosto debole, da film di seconda categoria verrebbe da dire. L’impressione che ne viene fuori è che l’autore abbia tirato via, tralasciando di approfondire i personaggi: le elevate potenzialità del protagonista vengono cancellate da un finale banale con messe in scena da telefilm di terz’ordine (il cattivo che scivola sulle biglie). Dall’altro lato è bello ritrovare le tavole disegnata da Lapham in quel suo stile personale e riconoscibile. Insomma il nostro ha una passione evidente per le opere in cui si propone come autore completo, ma questo Silverfish sembra più un esercizio per tenersi allenato che un prodotto completo. (Michele Quitadamo).

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