Hartlepool è una città portuale situata nella contea di Durham, sulla costa orientale dell’Inghilterra. I suoi abitanti sono chiamati “Monkey Hangers” (Impiccatori di scimmie), soprannome che deriva loro da una strana leggenda che Wilfrid Lupano e Jèrèmie Moreau raccontano in questo volume edito da Tunuè e inserito nella collana Prospero’s Books. La storia è ambientata nel 1814, nel pieno dei conflitti napoleonici: in questo periodo la rivalità tra Francia e Inghilterra è più che mai radicata e profonda. Durante una notte di tempesta, una nave francese naufraga poco lontano dalle rive di Hartlepool e sulla costa viene ritrovata viva la scimmia mascotte della nave, abbigliata con un’uniforme militare francese. L’animale viene scambiato erroneamente dagli inglesi per un soldato francese, sottoposto quindi a un inverosimile processo, ritenuto complice di un tentativo di invasione dell’Inghilterra e condannato all’impiccagione.
Tutta la narrazione, dunque, ruota intorno a questo gigantesco equivoco, un episodio grottesco che racchiude una molteplicità di significati. Se, infatti, da un lato la storia appare assurda quanto spassosa, allo stesso tempo mette il lettore di fronte a due dei più grandi mali dell’umanità: l’odio e l’ignoranza, in questo caso indissolubilmente legati tra di loro.
I disegni evanescenti e suggestivi di Moreau sottolineano questo concetto: l’umanità protagonista è tratteggiata in forma espressionista, con i volti deformati dalla cattiveria e da una cieca efferatezza che rende gli uomini simili alle bestie. Questo aspetto caricaturale e spregiudicato del disegno si adatta con coerenza all’inasprirsi della ferocia e della violenza nell’arco della vicenda, con un esito visivo molto efficace e di grande impatto. Inquadrati graficamente dall’alto e dall’esterno, questi uomini sono ritratti in gruppi, simili a sciami d’insetti, che si muovono compatti attorno ad un risentimento verso un nemico comune, in realtà sconosciuto a tutti. Un modo di vedere che semplifica la complessità del mondo:
“… nell’esercito, almeno le cose sono semplici. Da una parte ci siamo noi, […] dall’altra il nemico. Mi piace questa visione onesta delle cose”.
Gli abitanti di Hartlepool si dimostrano ottusi al punto da non riuscire a vedere la realtà dei fatti e da non rendersi conto che un francese, per quanto “straniero”, fa parte comunque della specie umana. E anche i disegni di Moreau contribuiscono ad accentuare l’equivoco: lo stesso sindaco di Hartlepool assume fattezze simili a quelle di una bertuccia, e il suo comportamento è ugualmente istintivo, oltre che irragionevole.
Persino una volta che, all’indomani dell’impiccagione, viene svelato l’equivoco, la spinta nazionalistica contro questo indistinto francese, che parla una lingua incomprensibile e si nutre di rane e lumache, è talmente radicata da far dire:
“Ok, sarà pure stata una scimmia… Però era una scimmia francese!”
Nonostante lo scenario esasperato, lontano dalla modernità, sul fondo si muovono comunque delle figure positive, incarnate dai bambini, che saranno fonte di piccole ed interessanti sorprese nell’arco della narrazione, con la loro capacità di guardare al mondo senza pregiudizi, e di ritenersi indipendenti dall’idea di patria e di nazione. L’Inghilterra che emerge da queste pagine è grigia, affacciata su un mare minaccioso e Hartlepool appare isolata e sulla difensiva; i toni grigi diventano poi rosso intenso quando la cattiveria giunge alle sue estreme conseguenze e l’elemento bestiale corrompe le fattezze umane.
Nella seconda parte del volume, un piccolo saggio si pone come supporto teorico alle tavole illustrate: si tratta de La finta vera storia degli inizi del razzismo, di Pierre Serna, da un’idea di Lupano e con le illustrazioni di Moreau. Nel saggio si approfondisce quale sia la categorizzazione del mondo naturale dell’epoca, lo studio della scienza dei primati, di come nella teoria si esprima il rapporto tra uomini bianchi, neri e primati stessi.
Nel leggerlo si ribadisce che la leggenda della scimmia di Hartlepool è lontana da essere un episodio semplicemente inventato, ma un racconto verosimile e quanto mai attuale, a dimostrazione di quanto il progresso della cultura e della scienza non vada di pari passo con quello delle mentalità, che rimangono grette e chiuse in se stesse.
Alla fine la storia convince a più livelli, si adatta a qualunque tipo di pubblico e si presta a numerose letture.
Infatti, il quadro è delineato da Lupano e Moreau in maniera magistrale; gli autori, senza mai uscire dalla dimensione favolistica, ci mostrano un’umanità, di cui non possiamo non sentirci parte, sciocca e deludente.
I giochi dei bambini, la loro apertura reciproca, i ricordi della vessata scimmietta (di cui Moreau offre uno scorcio), sono gli unici momenti gioiosi, dai colori chiari, luminosi e di notevole bellezza che gli uomini, troppo occupati a odiare, hanno purtroppo finito per trascurare.
Abbiamo parlato di:
La scimmia di Hartlepool
Wilfrid Lupano, Jèrèmie Moreau
Tunuè, Collana Prosperos’ Book, 2015
Cartonato, colori, 128 pagine – 16,90 €
ISBN: 978886790134-0