C’é stato un tempo, e forse oggi risulta ai lettori più giovani difficile da credere, in cui un disegnatore o uno scrittore per i fumetti avrebbero fatto qualsiasi follia per poter realizzare una striscia giornaliera o una tavola domenicale per i quotidiani, perché lì stava per il vero mondo del fumetto di successo. I comic book erano considerati roba per bambini, in cui disegnare con la mano sinistra se proprio non c’era di meglio da fare: invece una strip…!
Oggi la cosa si è capovolta, complice anche il ridursi dello spazio sui quotidiani, che piano piano hanno cercato di eliminare le storie avventurose in continuazione, in favore delle solitarie gags, hanno limitato le possibilità evolutive del racconto, hanno voltato la schiena agli eroi avventurosi in favore di quelli comici che meglio si prestavano a questa operazione, hanno preferito alle strisce con molte vignette quelle in un’unica lunga scena oppure, al massimo, con la battuta diluita in due quadretti…: tutto questo ha allontanato il pubblico dalla pagina dei fumetti non più così allettante, mentre il successo è arriso con racconti più adulti e meglio confezionati agli albi. Oggi fanno soldini quelli che realizzano comic book e non quelli che lavorano sulle strips! Così risulta sempre più difficile avere personaggi capaci di incontrare il grande successo all’interno anche delle strisce comiche; quando ciò avviene come nel caso di Zits, di Mutts, di Calvin e Hobbes, questi personaggi hanno scarsa diffusione, almeno nel nostro paese, e tentare di imporli spesso porta a scadenti risultati economici: ne sa qualcosa la Panini con la sua eccellente collana Smile, che ha chiuso dopo soli 3 numeri!
Eppure proprio in questi anni tragici per la striscia c’é stato un autore capace di dare fiato ad una narrazione che era fatta non solo di gags, ma anche sulle storie che si costruivano a puntate: Frank Cho con il suo Liberty Meadows.
Egli, nato in Corea nel 1971 e trasferitosi ancora bambino negli Stati Uniti, diviene, da autodidatta, abilissimo a livello grafico, capace di raccontare su registri più diversi dal realistico al comico, dal surreale al superomistico; aveva affinato la sua mano in un giornale studentesco, mentre studiava per ottenere la sua laurea in Scienze Infermieristiche ed aveva trasfuso il suo amore per i grandi classici del fumetto quotidiano, da Foster a Raymond, senza dimenticare icone del fumetto americano come Ed Dodd o Chester Gould, in una striscia intitolata University, in cui erano già presenti in germe i personaggi che costruiranno poi la base del suo grande successo. Abilissimo nello sfruttare i contrasti tra bianchi e neri, nell’utilizzare al meglio lo scarso spazio a disposizione nelle vignette, Cho nel mondo di Liberty Meadows riesce ad alternare umorismo ed avventura, gags surreali a trovate da torte in faccia, il tutto senza che il lettore avverta mai alcuna forzatura, ma anzi trovandosi perfettamente inserito in un mondo che chiamare pazzo è dargli un patentino limitante. Ma cosa è Liberty Meadows, la striscia che nasce dalle ceneri di University e che il Creators Syndicate comincia a distribuire nel 1996 a poche testate quotidiane e che rapidamente diventeranno un numero consistente?
é un rifugio per animali che abbiano perso il loro habitat naturale ed avuto esperienze tali da renderli nevrotici; una sorta di clinica per fauna un po’ pazzeriella! E fin qui niente di nuovo, visto che di animali strani è popolata la storia del fumetto, solo che questi animali parlanti hanno come referenti medico-sociologi e tutta una equipe di umani che si relazionano parlando con loro come se il loro linguaggio fosse comune a tutte le speci. E all’interno di questa strana distorsione partiamo per fare un minicensimento dal personale medico che popola, con un bel po’ di nevrosi anche loro, la clinica. Partiamo dal veterinario, ovvero da Frank, che è un biondino tratteggiato nelle prime strips come di altezza veramente poco rilevante, ma pian piano portato verso una statura più normale; la bassa statura era in fondo il retaggio di quando il personaggio era un animale (un anatroccolo!) nella precedente serie, poi, man mano che Frank crede di più in sé stesso, cresce sia all’interno della striscia che anche ai nostri occhi. Ah, la psicologia da Remainder!
Egli che dovrebbe essere una delle autorità del luogo è in realtà timido e complessato alla disperata ricerca di un contatto amoroso con la bella Brandy, che lo affianca nel lavoro. Ah, perché dimenticavo di dirvi che questa psichiatra per il mondo animale è un pezzo incredibile di ragazza da far perdere la testa ad un santo, un mix di grazia ed opulenza, di ingenuità e di sessualità prorompente, con doti fisiche così evidenti da riuscire a togliere il fiato.
E proprio su di lei va la “cotta” del nostro timidissimo veterinario e un percorso ricorrente saranno proprio i suoi disastrosi tentativi per farsi notare oppure per dichiararle il suo amore o tentare un approccio che vada al di là… della correttezza! E pensate che lei è disperatamente innamorata di lui e si ritiene bruttina e poco attraente!
Attorno a loro si muovono Julius, il dirigente che ha una sfida aperta con un gigantesco pesce gatto chiamato Khan che lo sbeffeggia sempre, una provocante bionda, che rintracciamo spesso e volentieri sui tondi seggioloni di un pub o tavola calda dove i nostri eroi vanno frequentemente e che farà gruppo con Brandy e pochi altri personaggi con presenze piuttosto limitate, come Tony lo stolido uomo di fatica. Poi ce ne sono altri che arrivano, prendono in giro la strip di provenienza e poi scompaiono e che sono un vero divertimento per i lettori, perché tutti loro non sono inventati dall’autore ma presi pari pari da strip di successo. Cho sa rifare alla perfezione lo stile dei vari maestri che ama. Così quando Mark Trail, qui De Rail, o Fearless Fossdick, qui Fearless Richard Stacey, appaiono all’interno della serie, il divertimento per il lettore, appassionato di comics, diventa esplosivo, perché da un lato le gags sono veramente incredibili e poi dall’altro c’é il piacere di vedere un segno rifatto alla perfezione inserito senza sbavatura alcuna all’interno di una storia altra.
Nelle tavole domenicali, dove lo spazio è maggiore, Cho, che ama ritrarsi come una scimmia quando interviene all’interno della storia e che quindi diventa una sorta di Monkey Boy, la presa in giro diventa plateale e così Tarzan, Gordon, King Kong, Principe Valiant si inseguono all’interno di racconti che li vedono alle prese con i personaggi più incredibili con una certa predilezione per i dinosauri di qualsiasi tipo e per i gorilla alla Hogarth. Certo pero’ che se le trovate si limitassero a questo mondo umano la serie avrebbe avuto fine alla sveltina; invece ci sono anche gli abitatori del Liberty Meadows ovvero gli animali disturbati che più disturbati non si può. Partiamo da una rana toro Leslie, che ha un inossidabile vizio del fumo, per passare a Ralph, un orso nano da circo, al delizioso ingenuo papero Truman, al maiale Dean, “maiale” in tutti i sensi, quello che dà la scossa di tipo sessuale alla striscia, con i suoi tentativi di rimorchiare tutte le belle ragazze che incontra al pub e che invariabilmente lo “distruggono”. In mezzo a loro, che, come si diceva, parlano tranquillamente con i loro “curatori” umani (é delizioso il linguaggio di Truman che si rivolge sempre a Brandy con un ossequioso “Signora”), c’é Oscar che è l’unico animale (é un bassotto) a comportarsi da animale: non parla e si comporta un po’ come il Cucciolo dei Sette Nani, ingenuo e tenero, ma la momento buono perfido al punto giusto.
Come detto le storie si svolgono a gags autoconclusive, ma più spesso le strisce riprendono l’antico metodo del racconto in continuazione che ci richiama alla mente il grande momento di Mickey Mouse avventuroso; infatti se spesso e volentieri le trame sono veramente brevi e si risolvono nello spazio di qualche striscia, ci sono state avventure ben più lunghe, come quella che ha visto i nostri amici tutti coinvolti in un rischiosissimo incendio nel bosco che richiamava direttamente quello che successe agli animali all’interno del cartone disneyano di Bambi oppure come una al sapore di fantascienza che vedeva i personaggi principali sostituiti da esseri a loro simili come nelle più belle trame di sapore horrorifco. In questo gruppo piuttosto eterogeneo Cho ha inserito un elemento esplosivo che nelle altre strips non è mai stato presente: il sesso.
Infatti basterebbero le generose curve, le lunghe ed armoniose gambe, il sorriso sexy di Brandy per dare il via a tutta una serie di scene allusive, arrapanti, anche se il buon Frank deve star piuttosto attentino a come si muove: infatti se inizialmente è stato quasi distrutto al primo appuntamento dall’ex di Brandy, non si può dire che le altre ragazze che popolano la striscia siano da meno d questo energumeno. Sono tutte prosperose, sexy, con ghiandole mammarie da infarto e gambe lunghe quanto basta, ma sembrano aver fatto tutte corsi di autodifesa; il povero Dean, che tra un rutto e l’altro causati dalla birra che ingurgita abbondantemente, non nasconde assolutamente le proprie voglie sessuali, ne sa qualcosa visto che ad ogni advance deve ricorrere alle cure ospedaliere! Cho è abilissimo nel tratteggiare le sue donnine e riesce a renderle veramente appetitose tanto che si può dire di non aver mai letto sui quotidiani un fumetto simile dove la sessualità impregna ironicamente tutto il racconto.
Quando poi egli ha deciso di passare dalla pubblicazione del proprio lavoro sui quotidiani, tramite l’Image, ai comic book, prima riproponendo tutto il materiale nato a strisce, poi iniziando a pensare avventure per quel formato (sempre che il suo passaggio ora al fumetto di supereroi gliene lasci il tempo), ha creato tutta una serie di copertine, in cui Brandy primeggia in pose ironiche, divertenti e nello stesso tempo maledettamente sexy; quello che avveniva in Italia con Pantera Bionda era un richiamo indiretto alla sessualità: qui il richiamo della… foresta c’é ed è esplicito!
Le storie di Liberty Meadows sono oggi pubblicate in Italia in volumi dalla editrice Salda Press.
Riferimenti
Liberty Meadows, il sito: www.libertymeadows.com
Saldapress, il sito dell’editore italiano: saldapress.grupposaldatori.com
Questo articolo si trova pubblicato sul numero 54 (maggio 2005) di FUMETTO, la rivista trimestrale dell’ANAFI (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione), distribuita solo ai soci della medesima. Punto di riferimento degli appassionati di fumetti fin dal lontano 1971, FUMETTO è uno dei benefici di chi si associa all’ANAFI; infatti, ogni anno, oltre ai quattro numeri della rivista, vengono poi destinati ai soci almeno due volumi omaggio appositamente editi. Nel 2005, i due omaggi sono il volume in formato comic book intitolato LE REGINE DELLA GIUNGLA, dedicato alle “tarzanelle” a stelle e strisce, con storie inedite in Italia firmate da grandi autori come Lubbers, Powell, Fletcher, Kamen, Webb e altri ancora, e l’albo dedicato a SERGIO TARQUINIO – Un disegnatore per l’avventura, uno studio di oltre 200 pagine su uno dei disegnatori italiani che maggiormente ha improntato col suo stile un lungo periodo del fumetto italiano.
La quota sociale per il 2005 è di 75,00 euro (110,00 euro per l’estero). Per le modalità di adesione e di pagamento, visitare la home page del sito www.amicidelfumetto.it.