Reportage Palermo Comic Convention 2017

Reportage Palermo Comic Convention 2017

Il Terzo Salone internazionale del Fumetto di Palermo tra luci e ombre: un appuntamento con grandi margini di crescita ancora da sfruttare.

Nel weekend tra il 22 e il 24 settembre si è svolto negli spazi della Fiera del Mediterraneo a Palermo il terzo Salone Internazionale del Fumetto, anche noto come Palermo Comic Convention.

Molti editori italiani, come Sergio Bonelli, Bao e Tunuè, hanno preso parte alla Convention a ranghi molto ridotti, altri erano del tutto assenti, come Becco Giallo, nonostante molte sue pubblicazioni abbiano stretti legami con la storia di Palermo e della Sicilia.

Alcuni di questi editori hanno inviato i loro titoli più rappresentativi, ma senza presentare alcuna novità né i propri autori, a meno che non fossero già presenti in città, come Deborah Allo per Tunuè, presumibilmente a causa della scarsa affluenza di visitatori e acquirenti durante la seconda edizione del salone.
Soltanto pochi, come Nicola Pesce, con Ludovico Lo cascio e Miguel Ángel Martín e il suo nuovo Surfing on the third wave, e la 001 Edizioni con l’illustratore Luis Quiles e Alonso Rojas con il suo Gotho Namite, hanno ravvivato l’area fumetti.

Assente per motivi di salute Jesus Merino, di cui speriamo comunque di pubblicare un’intervista a distanza che ci ha gentilmente concesso pochi giorni dopo la fine della Convention; a lui i nostri auguri di pronta guarigione.

Un folto e interessante programma di incontri con autori e disegnatori come Giancarlo Alessandrini, Laura Scarpa, Emiliano Pagani, Daniele Caluri e Paolo Barbieri, mediati spesso dall’onnipresente Alessandro Bottero, uomo chiave dell’organizzazione delle conferenze, non è stato purtroppo sufficiente a invertire la tendenza dell’anno scorso.

Se infatti le aree games e new media hanno permesso alla convention di ottenere buoni risultati in termini di affluenza, gli stand delle zone dei fumetti e dei bambini hanno avuto un riscontro di pubblico già solo a colpo d’occhio minore, e a detta di diversi espositori quote di vendita molto basse.

Gli elementi critici emersi sono sintomi dei problemi di organizzazione della fiera, e rendono evidente la necessità di organizzare il prossimo evento con criteri diversi, cominciando innanzitutto con la sede del Salone: se da un lato le temperature esterne e alcuni grandi ventilatori refrigeranti hanno permesso di non soffrire il caldo acuto dell’anno scorso, gli spazi della Fiera del Mediterraneo sono ancora, dopo anni di abbandono, inadeguati a ospitare eventi come questo.
Nonostante la partita della squadra di calcio cittadina si svolgesse il giorno dopo, anche nella giornata di domenica l’affluenza negli spazi degli editori è rimasta molto bassa.

È evidente dunque che il pubblico, soprattutto quello giovanile, deve essere attirato con una lunga campagna preparatoria, per esempio coinvolgendo le numerose scuole pubbliche e private di Palermo, le ludoteche e le associazioni che si occupano di attività ricreative per i bambini.
Spiccavano poi l’assenza totale di un’area dedicata alle autoproduzioni, che dovrebbe essere appetita in una città sede della Scuola del Fumetto, presente con i suoi allievi al Salone, e di un’altra per la vendita di tavole originali.
Rivelatrice in tal senso è stata anche l’assenza di uno stand per il merchandising della fiera, che invece era stato annunciato e che non è stato allestito per indisponibilità del materiale.

Anche l’elevato costo dei biglietti, 10 euro al giorno, alto specialmente se confrontato con i prezzi di altre fiere, ha scoraggiato il pubblico dal seguire incontri di grande interesse e livello, come quelli di Gualtiero Cannarsi che, con la collaborazione di Andrea Maniscalco, ha illustrato con una competenza e una padronanza della materia più uniche che rare il complesso lavoro del doppiaggio e della traduzione delle opere giapponesi.

Anche in considerazione dell’infelice collocazione stagionale del Salone, schiacciato tra le manifestazioni di Catania e di Lucca, e dei problemi legati alle difficoltà di viaggio e di trasporto per raggiungere Palermo, è auspicabile che siano fatti sforzi più strutturati e lungimiranti per evitare il rischio che l’area editoriale nel suo complesso sia ridotta a una presenza appena nominale, privando la città di un evento che quest’anno è stato capace di offrire con il suo programma spunti e elementi di riflessione stimolanti.

Si ringrazia Tullio Filippone dell’Ufficio Stampa e tutto lo Staff del Salone per l’assistenza.

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