Manga Issho (parola che significa “insieme”) è un balenottero di oltre 300 pagine, in bianco e nero, realizzato dalle case editrici Altraverse (Germania), Kana (Francia), Planeta Comic (Spagna) e Star Comics (Italia), ovvero quattro editori europei che hanno collaborato tra loro per dare vita ad una rivista che ripropone meccaniche e stile dei classici periodici giapponesi: pensato per una cadenza trimestrale (e non mensile come la maggior parte delle riviste nipponiche), per formato, foliazione e carta (poco pregiata, in modo da poter mantenere contenuti i costi al pubblico: questo primo numero costa 4,90 euro, dal secondo il prezzo sarà di 6,90), Manga Issho si rifà in primo luogo al celeberrimo Shonen Jump.
Allo stesso modo si sviluppano anche i contenuti, ovvero una serie di storie realizzate da autori europei dagli stilemi, sia grafici che narrativi, ispirati al mondo del fumetto giapponese. Si alternano capitoli collegati a storie pubblicate altrove in una propria serie regolare, episodi autoconclusivi e i primi capitoli di racconti che proseguiranno nei prossimi volumi.
Un progetto ambizioso tra luci e ombre
Uno dei primi elementi che saltano all’occhio è una certo approccio poco autosufficiente dal punto di vista delle informazioni. I redazionali sono estremamente limitati: c’è un’introduzione molto generale che parla con entusiasmo del progetto e della collaborazione internazionale e un’intervista all’autrice della copertina e della prima storia del volume. Questo si traduce nella totale mancanza non solo di approfondimenti sul progetto in sé, ma anche nella totale assenza di informazioni sugli autori, neppure le nazionalità – esclusa la possibilità di provare a intuirlo dai nomi stessi (sempre che non utilizzino pseudonimi) – e, soprattutto non ci sono informazioni sulle storie. Sappiamo che sono serie quelle indicate come capitolo uno, autoconclusive quelle su cui è scritto “fine” sull’ultima pagina – potrà sembrare scontato riconoscere una storia autoconclusiva, ma diverse ospitate dal volume hanno caratteristiche che potrebbero tranquillamente farne l’incipit di una storia più lunga, mentre dobbiamo andare ad intuito per le storie che sono “spin off” di altro come il caso di Scarecrow, un episodio speciale e sorta di prequel di una serie che si dipana altrove: si scopre dell’esistenza di una serie parallela perché ad un certo punto del volume appare la pubblicità (pubblicità che sono le uniche pagine non fumettistiche dell’intero volume) dell’uscita del 5 volume, pubblicato in Italia da Star Comics, e per qualcosa che dice l’autrice stessa nell’intervista dedicata alla copertina.
Si ha l’impressione che la meccanica della rivista non sia rivolta a un neofita, a un curioso che ha pochi strumenti per orientarsi nel volume e nei suoi autori: per scoprire qualcosa di più bisogna andare su internet, dove ad esempio si può accedere alla possibilità di votare le storie del volume grazie ad un QR code. Il sito ufficiale dopo un primo periodo in cui conteneva solo il form con il quale votare le storie, ha iniziato a popolarsi di informazioni sugli autori e sulle storie.
Se il progetto in sé, ovvero la collaborazione tra diversi editori di differenti paesi europei e il tentativo di costruire un nuovo approccio al mercato, puntando su quel manga europeo che in alcuni paesi (come la Germania) va molto forte da parecchi anni ma che ancora non è diffuso ovunque, è sicuramente interessante e intrigante, non mancano alcune perplessità.
Per quanto riguarda il mercato italiano, ad esempio, il formato antologico è in crisi ormai da diversi decenni. Se le riviste di fumetto hanno avuto periodi d’oro, anche le più longeve sono entrate in crisi o hanno chiuso tra gli anni ’90 e 2000 con rarissime eccezioni.
La storica rivista dedicata al manga, Kappa Magazine è uno dei casi più eclatanti e vicini a questa operazione, mentre Express che, seppure in forma spillata, si proponeva di avvicinarsi molto alla stessa meccanica nipponica (qui con serie originali dal giappone) ha avuto una vita editoriale molto breve, incapace di raccogliere sufficiente pubblico. Stesso discorso si può fare anche per una rivista molto più recente, Senpai Plus di Mangasempai che includeva al suo interno anche serie manga europee.
Il limite principale imputato alle antologie da molti lettori è prettamente economico, considerando che se l’acquirente gradisce solo una parte delle storie contenute, spende però anche per materiale che non gli interessa.
I tempi e il mercato sicuramente evolvono e sarà interessante capire come risponderà questa volta il pubblico e comprendere se un simile prodotto e contenuti così distanti tra di loro saranno in grado di mantenere un appeal sulla lunga distanza.
Un altro spunto di riflessione ha a che fare con la lunghezza e la forma delle storie raccontate. La foliazione delle singole storie corrisponde più o meno al singolo capitolo di un classico manga, quindi al di sotto delle venti tavole. Per quanto riguarda le storie autoconclusive, la gestione delle pagine a disposizione sta ovviamente nelle qualità dei suoi autori/autrici. Se però ci soffermiamo sui racconti che saranno serializzati, significa che questa pubblicazione porterà inevitabilmente tempi piuttosto dilatati e rarefatti: abbiamo detto che Manga Issho è trimestrale, il che significa che ogni storia vedrà pubblicati 4 capitoli all’anno, cioè quello che corrisponde più o meno alla metà di un classico tankobon a cui siamo abituati. Anche in questo caso non si tratta per forza di un malus: sarà interessante capire l’impatto e la risposta del pubblico a questa nuova forma di periodicità. È vero che ormai anche noi occidentali siamo abituati a tempi di attesa molto lunghi tra un tankobon e il successivo, ma l’attesa normalmente arriva dopo che si ha avuto modo di conoscere la storia grazie ai primi numeri usciti in maniera più ravvicinata, o perché si tratta di una nuova opera di un autore già amato. Inoltre, di nuovo, non abbiamo alcuna indicazione che ci dice quale sarà la lunghezza anche solo ipotetica delle storie: saranno trattate come i manga, ovvero proseguiranno finché incontrano il favore dei lettori o hanno una durata prevista? Saranno storie brevi, lunghe, oppure miniserie?
Oltre ai differenti generi, l’impressione generale è che le diverse storie ospitate dalla rivista abbiano anche target differenti: alcune storie hanno toni più adulti, altre un appeal che sembra puntare a lettori più piccoli, preadolescenti ad esempio. Qual è allora il lettore ideale della rivista? L’impressione ad un primo impatto è che si tratti di un appassionato al manga tout court, affamato di qualsiasi storia purché sia in quel format, con quegli approcci grafici e a prescindere dall’età: un target che appare tanto ampio quanto difficile da immaginare.
Le storie del volume
Le storie raccolte toccano i generi narrativi più disparati, dal fantasy all’avventura, dal comico al romantico. La lezione nipponica è introiettata al punto che, sia graficamente, sia a livello di scansione delle tavole, sia nelle meccaniche narrative – e persino nelle modalità di ironia e comicità – i fumetti si presentano come veri e propri manga realizzati da autori non giapponesi, in un vero e proprio lavoro di mimesi che alterna risultati interessanti ad altri troppo pedissequi. Vale la pena di accennare un giudizio su ognuna di queste.
The Secret of the Scarecrow: The Armorer dell’autrice svizzera Gin Zarbo è un fantasy gotico dalle venature orrorifiche che, come abbiamo detto, presenta un episodio speciale della serie omonima. È anche la storia con la foliazione maggiore del volume ed è anche il personaggio principale presente in cover, quindi in qualche modo evidentemente quello che rappresenta un traino più forte. Siamo in un mondo fantastico in cui il mondo è minacciato malevole entità dall’aspetto corvide. Gli unici in grado di farmarle sono i misteriosi membri dell’elite degli Scarecrow, armati di falci speciali la cui fabbricazione è al centro di questo episodio.
La Sposa Sirena è il primo capitolo di una serie delle italiane Ivana Murianni e Denise “Zanuse” Coraggioso, ambientata nella Taranto del 1802 e che mescola fiabesco e orrore con qualche afflato femminista. Lo spunto sembra molto intrigante ma la ridotta foliazione lo rende poco più di un incipit, per quanto ben raccontato e ottimamente disegnato. Una donna ingiustamente accusata viene accolta dalle sirene,
Kenshiro del tedesco Sisawa Miran è il primo capitolo di una serie, una comedy scolastica tra romance e arti marziali in cui il mix di citazionismo e derivativo è molto al limite tra omaggio e plagio. Oltre al nome (che però nasconde una sorpresa), impossibile non trovarci richiami e meccaniche che ricordano molto il Ranma di Rumiko Takahashi in questa storia di rivalità a colpi di arti marziali e cotte adolescenziali.
L’ultimo Trofeo dello spagnolo Santi Casas è una fiaba dai toni oscuri, autoconclusiva che racconta di una caccia ad animali incantati nel bosco. Il meccanismo che punta al colpo di scena finale è interessante, ma la foliazione contenuta lascia un certo sapore di fretta nel racconto.
Scho Djinn + del francese Mx. Loboto è un altro capitolo uno ed è un’altra comedy scolastica con elementi action e fantascientifici, con i protagonisti che possiedono dei djinn, ovvero degli avatar virtuali – mostriciattoli che richiamano creature come Pokémon o Digimon – che rappresentano voti e capacità degli studenti stessi. Lo stile grafico dell’autore ci mette un tocco postmoderno che sembra richiamare alla street art.
Shut Down With Me dell’italiano Karee è una storia autoconclusiva di fantascienza con elementi da videogame e intenti ecologisti, anche questa un po’ sacrificata dal numero ridotto di pagine a disposizione. Un piccolo gruppo di amici vuole far tornare alla vita le piante in un mondo ormai solamente meccanico.
Next Stop: Afterlife della spagnola Sarutaka, altra storia autoconclusiva, questa volta con tocchi metafisici con uno spunto interessante e un finale a sorpresa un poco prevedibile, che parla di aldilà.
Oneira – Path of the Bleeding Star di Cab e Federica di Meo (sicuramente nome importante del manga europeo made in Italy, ad esempio con la miniserie Somnia uscita per Panini Comics) è il primo capitolo di un fantasy di ambientazione mediorientale e che sembra voler reinterpretare personaggi e contesti storici (si parla di Tamerlano), intrigante per quel poco che si riesce a cogliere da quello che non va molto oltre l’incipit. Tra l’altro, mancando ulteriori informazioni sul volume, non è chiaro come questa serie sia collegata alla miniserie di 4 volumi degli stessi autori, se sia un sequel, una storia parallela o altro ancora.
Arrivano le Meduse! degli italiani Matteo Filippi e Saspy è un gioco arguto che prende meccaniche e stilemi (dell’invasione aliena ma anche metanarrativamente di certe meccaniche del manga stesso) degli eroi sci-fi nipponici e ci costruisce, seppure è una storia autoconclusiva, quello che potrebbe essere potenzialmente l’avvio di una serie, raccontando un folle scontro con gli alieni.
Bloodmancer della spagnola XGreen è un romance gotico e condito di elementi tra il fiabesco e l’horror. Anche in questo caso la storia presenta la parola fine e dovrebbe trattarsi di un episodio autoconclusivo, anche se ha un sapore un po’ monco nella storia d’amore tra negromanti che racconta.
Running Free è un capitolo 1 del tedesco Dominik Jell, ambientato in un mondo distopico di cui abbiamo appena qualche accenno, visto che questo primo capitolo non è molto più che una lunga fuga in parkour.
Black Sand dello spagnolo Drawill è uno shonen ambientato nel mezzo dell’antico Egitto. È una storia autoconclusiva ma si comporta come se fosse un episodio random di una serie molto più corposa.
La Ragazza che faceva comparire il Mondo è un storia poetica e romantica su di un rider scritta da Matteo Bussola e Fausto Chiodoni, che parte da uno spunto interessante ma un po’ penalizzata dalla meccanica breve. È anche la storia meno derivativa, richiamando al manga senza essere una copia pedissequa ma mettendoci un poco di identità.
Chiude il volume Mother Jack del francese Reno Lemaire, storia di avventura dove ancora una volta il derivativo tende, almeno in questo primo capitolo, a soverchiare il tutto, visto che per ora sia esteticamente che narrativamente non è che un figlio spurio e un poco più adulto di Toriyama, con la protagonista a caccia di alcune pietre disperse in un mondo sci fi in cui convivono umani e animali antropomorfi. Lei stessa sembra un po’ una summa di diversi personaggi del creatore di Dragonball, a partire da Bulma.
In conclusione
Manga Issho è un progetto molto intrigante, sia per la collaborazione tra paesi e autori diversi, sia per la sua forma che crea le condizioni agli autori di formarsi e farsi conoscere al pubblico internazionale attraverso storie brevi (uno spazio e un tipo di palestra creativa ormai difficile da trovare, soprattutto in Italia). La natura “europea” rimane però soverchiata dalla mimesi al genere fumettistico a cui si ispira, rischiando spesso un effetto di clone che ne annacqua l’originalità e che potrebbe apparire respingente per il curioso o il lettore casuale, spaesato da una serie di storie senza alcun genere di coordinata o indicazione che ne contestualizzi contenuti, scelte e, soprattutto, natura delle differenti storie.
Abbiamo parlato di:
Manga Issho
AA. VV.
Traduzione AA. VV.
Star Comics 2025
336 pagine, brossurato, bianco e nero – 4,90 €
ISBN: 9788822656094