“Maestri del Fumetto” di Daniele Barbieri: un’occasione mancata

“Maestri del Fumetto” di Daniele Barbieri: un’occasione mancata

Il 29° “Lapillo” della Tunué raccoglie i saggi introduttivi realizzati per una collana di allegati da edicola da uno tra i più accreditati studiosi del fumetto in Italia. Diversi i dubbi per un’operazione riuscita a metà

Il nuovo volume della collana “Lapilli”, curata da Marco Pellitteri per Tunué, presenta la raccolta di quarantuno saggi che introducevano i volumi dell’omonima collana di monografie allegate a pubblicazioni da edicola, realizzata dalla partnership tra Magic Press, il settimanale Panorama e il quotidiano Il Sole 24 Ore.
Daniele Barbieri, studioso di semiotica e teoria della comunicazione, progettista multimediale, docente e autore di importanti studi sul medium quali “I linguaggi del fumetto”, “La linea inquieta”, “Il pensiero disegnato” e compilatore di una “Breve storia della letteratura a fumetti” è l’autore di questi brevi saggi qui riproposti con alcune lievi modifiche e con l’aggiunta di due inediti (quelli relativi a Guido Crepax e alla coppia sceneggiatore/disegnatore Gaiman & McKean) che dovevano introdurre due monografie poi non incluse nella collana.

Scorrendo le oltre duecentocinquanta pagine del volumetto, dal consueto formato tascabile e dall’ottima stampa che identifica a colpo d’occhio ognuno dei “Lapilli”, notiamo come ogni saggio sia introdotto da una tavola e come la maggior parte ne includa anche un’altra nel corpo del testo mentre, a chiusura del volume, viene proposta una fumettografia essenziale per ciascuno degli autori oggetto dell’analisi di Barbieri.
I saggi sono divisi intelligentemente per aree geografiche (U.S.A. & U.K., Francia & Belgio, Argentina & Spagna, Italia) di provenienza (o di principale mercato di lavoro) degli autori che, in fondo, corrispondono ad altrettante scuole di fumetto o, se vogliamo, a diverse sensibilità e approcci al linguaggio comune, il fumetto per l’appunto.
Questi scritti sono l’occasione per Barbieri di includere, giocoforza, una tale messe d’informazioni che travalicano le opere oggetto dell’analisi e gli autori stessi da rendere questo volume un’interessante alternativa a un’ortodossa cronistoria del Fumetto e di alcuni suoi più celebri rappresentanti.

Cover del primo numero della collana da edicola della Magic Press

Per fare qualche esempio: per raccontarci di un autore come Mike Mignola e di alcuni capitoli del suo fumetto più famoso, Hellboy, Barbieri compie un viaggio a ritroso toccando Bill Gaines e la sua EC (con tutto ciò che comporta l’affrontare questo argomento) lo Swamp Thing di Wein e Wrighston, il successivo intervento sulla testata di Alan Moore e quindi il rapporto con il Comics Code: pietre angolari della storia dei comics americani. Mentre racconta il Dino Battaglia di “San Francesco e i suoi fioretti” e “Antonio di Padova”, ci parla del Corriere dei Piccoli, del St. Kirk dell’editore Ivaldi, di Linus, del Giornalino, proseguendo ancora citando pezzi importanti della Storia del Fumetto Italiano. Potremmo fare lo stesso per ciascuno degli scritti monografici, giusto per far comprendere al lettore come, tangenzialmente, Barbieri, trattando delle bibliografie dei Maestri, attraversi tante Storie del Fumetto quante sono, idealmente, le macro sezioni in cui è diviso questo volume.
Eppure non si può soprassedere sull’evidente rovescio della medaglia di un’iniziativa come questa: trattasi, come dicevamo all’inizio, della riproposizione (con lievi modifiche e due inediti) di materiale legato ad una operazione editoriale ben precisa che, separato da quel contesto, andava adeguatamente adattato e arricchito.
Tutti i saggi sono individuati, oltre che dal nome del fumettista trattato, dai titoli delle opere presentati nella monografia e se da un lato Barbieri si sofferma a commentare opere non incluse nella pubblicazione (ad es. nel saggio su De Luca) o tavole facenti si parte dell’opera ma non riprodotte nel volume Tunué, dall’altro quando si ritrova a parlare di “coppie di artisti” il peso del suo approfondimento è eccessivamente sbilanciato nei confronti dello sceneggiatore, del quale si traccia quasi l’intera bibliografia perdendo di mira l’obiettivo principale.

Tavola di Alberto Breccia (I miti di Cthulhu) inclusa erroneamente anche sul saggio relativo a Enrique Breccia

Ne consegue che spesso il lettore si trova a leggere un’interessante descrizione di una tavola avendone di fronte un’altra (il che tradisce una certa superficialità nella fase di editing) o degli approfondimenti sulle principali opere di uno sceneggiatore (è il caso ad es. del saggio su Jodorowsky e Bouch o di quello su Gaiman e McKean) accompagnate da tavole di opere scarsamente trattate (come i rispettivi disegnatori) rispetto al fulcro del saggio. Per farla breve: ci si perde e in qualche occasione viene meno l’agilità e la comprensibilità dell’analisi di Barbieri se non si conosce l’opera che vi sta alla base.
Nell’introduzione l’autore mette le mani avanti e anticipa al lettore quasi tutti i limiti presenti nelle pagine successive (tra i più grossi sicuramente va segnalata l’assenza della “scuola asiatica”) e, in qualche modo, la parzialità delle scelte effettuate sia per questioni di gusto sia, soprattutto, per l’evidente derivazione di questi scritti (volti a presentare i soli autori e le sole opere disponibili nella collana curata dalla Magic Press).

Noi non conosciamo le ragioni che hanno portato Barbieri da un lato e la Tunué dall’altro a presentare pedissequamente materiale già edito e “confezionato su misura” per un certo tipo di pubblicazione e quindi non ci permettiamo di usare termini quali “pigrizia”, certo è che non comprendiamo le scelte effettuate. Riteniamo inoltre che una simile operazione editoriale non abbia  quel target così ampio e indistinto che Barbieri indica nell’introduzione (studenti, studiosi, autori o appassionati) anche perché per un pubblico così ampio vale quanto scriveva il collega Davide Occhicone nel recensire “Tratti & Ritratti” di Raffaelli1 , nato sulla stessa linea di riciclaggio del volume di Barbieri , mentre quello composto da studiosi e appassionati, che si rivolge a un editore non generalista ma specializzato, come la Tunué, e a uno studioso del medium della levatura di Barbieri, si attende molto più di una semplice raccolta di materiale edito recentemente e non adeguatamente adattato.

Un testo come “Maestri del fumetto”, nonostante la piacevolezza della sua lettura e i punti di forza segnalati all’inizio di quest’analisi, ai giorni nostri è quello che è: un’occasione mancata.

Abbiamo parlato di:
Maestri del Fumetto – Quarantuno grandi autori fra serialità e graphic novel
Daniele Barbieri
Tunué – 2012
261 pagine, brossurato, bianco e nero – 14,90€
ISBN: 9788897165101 

 


  1. un volume come quello di Raffaelli quindici anni fa sarebbe stato la gioia di ogni appassionato lettore di fumetti. Oggi, grazie ad Internet e Wikipedia, al di là della sua importanza e di come appaia ben curato, diventa meno irrinunciabile. Oggi, infatti, letteralmente con un click è possibile all’istante confrontare biografie, bibliografie, schede di personaggi a fumetti, magari anche in lingue diverse 

5 Commenti

1 Commento

  1. MassimilianoClemente

    11 Settembre 2012 a 14:38

    Grazie della recensione, Federico.
    La tavola ripetuta è un grave errore sfuggito, purtroppo, a tutti i controlli nella correzione delle bozze. Rimedieremo nella prossima ristampa.
    Inserire altro materiale avrebbe comportato un aumento della foliazione a scapito del prezzo, che come sai la Tunué cerca sempre di tenere il più basso possibile rispetto agli altri competitor.
    Sono convito che le tue legittime critiche non inficino la bontà di un progetto che ha l’unico scopo di riproporre in modo organico, per tutti coloro che non hanno seguito la collana del Sole, per i nuovi lettori di fumetto e per i curiosi, proprio quelle schede già pubblicate.
    A presto

  2. Federico

    11 Settembre 2012 a 19:52

    Grazie a te Massimiliano per essere intervenuto a chiarire il punto di vista della Tunué sul volume oggetto della mia analisi. Sul discorso prezzo/foliazione andrebbe aggiunto un terzo elemento che è il contenuto. Anche il contenuto ha il suo bel “peso” nel determinare il prezzo di un prodotto. Una ristampa costa meno in termini produttivi di un contenuto nuovo (o comunque rielaborato) e contribuisce a tenere “basso” il prezzo di copertina. Sicuramente avremo modo di riparlarne nel prossimo volume Tunué che racconterò ai nostri lettori: la nuova edizione di “Professione Sceneggiatore” di Sergio Badino. Un saluto

  3. MassimilianoClemente

    12 Settembre 2012 a 15:27

    Allora.
    “Maestri del fumetto” non è una ristampa; tutti i materiali sono stati rivisti dall’autore e editati da Marco Pellitteri, pubblicati per la prima volta in volume. Il prezzo di una novità e di una ristampa si carica di costi fissi e variabili che sono quasi sempre simili. Il contenuto, come lo chiami tu, non interviene nella determinazione del costo ovvero conta solo nella sua accezione tecnica (colore, bn, fumetto, saggio). Pensa, ha un valore marginale anche il compenso che spetta all’autore.
    Sarebbe stato diverso nel caso di una edizione economica, con caratteristiche tipografiche diverse, dello stesso titolo.
    Aspettiamo la tua recensione di “Professione sceneggiatore”.

    Buon lavoro

  4. Federico

    14 Settembre 2012 a 17:15

    Massimiliano
    leggo con un pò di stupore questo tuo nuovo commento.

    Non
    ragioniamo su quello che NON ho scritto, ovvero che il volume Tunué è la
    ristampa economica di un hardcover uscito tempo prima. Se il punto è la
    semantica di ristampa ed edizione economica mi costringi ad
    essere pedante, cosa che non amo particolarmente ma..tant’è…

    Farò un
    esempio. Uno solo, sia per questioni di tempo (39 confronti di questo tipo
    annoierebbero i lettori, me per primo) sia per oggettivi impedimenti (non
    possiedo che alcuni volumi dell’allegato da edicola).

    Il saggio
    sul Pinky di Mattioli presente nell’allegato da edicola era diviso in paragrafi
    titolati oltre ad essere corredato di diverse immagini a colori.

    Nella vostra
    raccolta (non è una ristampa, vogliamo chiamarla “raccolta di materiale in
    massima parte già edito”?) sono stati eliminati i titoli dei paragrafi,
    accorpando il testo, e sono state effettuate lievi modifiche ovviamente necessarie a non rendere il tutto un pò grottesco (“basta leggersi le storielle che sono raggruppate qui nella sezione…”
    diventa “basta leggersi le storielle
    di Pinky del ciclo…”): parliamo di elementari adattamenti, non certo
    quel che intendevo nello scrivere “separato da quel contesto, andava adeguatamente
    adattato e arricchito”.

    Il saggio è
    sostanzialmente lo stesso. Non è identico, ovvio, ma “qui riproposto con alcune lievi modifiche”, per l’appunto.

    Piuttosto
    l’esempio appena fatto calza a pennello con quanto scritto sull’assenza,
    talvolta, di dialogo tra immagini e testo: nel saggio l’autore accompagna il
    lettore alla visione di alcune “run” del personaggio contenute nella
    monografia Mondadori e precisamente “Fragolina e Carciofino”,
    “Blues” e “Universi Paralleli”.

    Manco a
    farlo apposta le due tavole riprodotte nel vostro volume sono l’ultima di
    “Cronache” e la prima di “Fritto Misto” (ovvero gli altri
    due cicli presenti nell’allegato da edicola e NON citati da Barbieri) pur
    mantenendo inalterato il saggio! In altri casi scelte errate come queste smorzano
    con maggiore evidenza l’effetto di certi (interessanti) passaggi dell’autore.

    Non mi sembra necessario dilungarsi ulteriormente.

  5. Mario

    18 Settembre 2012 a 20:50

    Ottima stampa? Sta’ a vedere che l’unico volume della Tunuè che non ho comprato ha un’ottima stampa…

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