La redazione de Lo Spazio Bianco è composta, in primis, da lettori “forti”.
Ogni collaboratrice e collaboratore del sito legge molto di più di quanto riesce a scrivere e di quanto gli piacerebbe scrivere. Tante di queste letture sono spesso accompagnate da note o appunti, utili come schemi o embrioni di future analisi e recensioni.
Per non perdere queste analisi preliminari che tanti di noi fanno, ma soprattutto per dare spazio e visibilità a tutte quelle decine di fumetti che ogni mese escono oggi in libreria, fumetteria ed edicola ma a cui – giocoforza – non riusciamo a dedicare articoli completi, è arrivata la rubrica Letture in breve.
In ogni puntata ci troverete piccoli spot, teaser, microanalisi delle letture, recenti o meno, di vari spaziobianchisti.
Hellboy: Il seme della distruzione di Mike Mignola e John Byrne (Star Comics, 2024)
La storia che ha dato origine all’universo di Hellboy, originariamente pubblicata nel 1993, è ancora oggi una lettura estremamente appassionante. Pescando a piene mani dall’immaginario lovecraftiano, Mike Mignola plasma un mondo decadente e dal sicuro fascino. Una narrazione asciutta fa sì che l’interesse del lettore rimanga vivo dall’inizio alla fine, senza tediarlo con lungaggini superflue. Impossibile poi non rimanere intrigati dal protagonista, in primis per l’iconico design che rimane subito impresso e poi per l’alone di mistero che ne circonda le origini. Peccato solo che tutti gli altri personaggi, per quanto potenzialmente interessanti, appaiano invece decisamente più blandi. I disegni riescono anch’essi ad ammaliare, con il loro tratto austero e una colorazione oscura ma dalla palette variegata.
Marco Marotta
Julia #315 – Emerald Motel di Giancarlo Berardi, Lorenzo Calza e Francesco Bonanno (Sergio Bonelli Editore, dicembre 2024)
Crocevia di esistenze ai margini e confluenza di solitudini, il motel è la location ideale per un autore che vuole (far) riflettere sui temi dell’identità e dell’anonimato. Non a caso, dunque, Giancarlo Berardi sceglie di ambientarvi un caso di scomparsa sul quale Julia viene chiamata a indagare da una lettera misteriosa. Così, anche se la soluzione giunge in modo inverosimile e un po’ affrettato, a rimanere impresso è il contesto e le sue atmosfere: l’odore della polvere di una moquette di terza fascia, il rombare dei camion sulla superstrada, i ritmi sonnolenti della provincia americana, capaci di logorare per sempre i rapporti di una famiglia.
Se la copertina del talentuoso Cristiano Spadoni è eccezionalmente fuori fuoco (Julia sembra entrare di soppiatto nella camera di un grande hotel metropolitano), il disegnatore Francesco Bonanno mette bene a servizio della sceneggiatura il suo tratto chiaro ed elegante, esaltandosi nelle sequenze in mezzatinta che, come tradizione della serie, visualizzano i flashback.
Filippo Marazzini
Bradi Pit – Non mettermi fretta, mi viene l’ansia di Giuseppe Scapigliati (Barta Edizioni, 2024)
Arrivato al terzo volume pubblicato per Barta Edizioni, Bradi Pit è un personaggio creato da Giuseppe Scapigliati. Nato su Balloons – il blog delle comic strip in attività dal 2007 – questo bradipo disegnato in grafica vettoriale dal suo autore con una linea chiara e geometrica e colori piatti e luminosi è protagonista di strisce a fumetti in cui spesso è l’unica presenza delle vignette, seppur col tempo il cast dei comprimari si sia ampliato a svariate specie animali e di insetti presenti nella foresta, ma non solo.
In una rigorosa griglia quadrata che varia di volta in volta tra le quattro, le nove e le sedici vignette, Scapigliati usa la natura intrinseca del bradipo, cioè la sua lentezza, per creare sequenze di immagini identiche o nelle quali il lettore deve essere attento a scoprire le minime differenze, per chiudere ogni striscia con una battuta fulminante.
In questo volume alcune strisce si arricchiscono di guest star dell’immaginario fumettistico e cinematografico, regalando ai lettori una raccolta in cui il sorriso li accompagna pagina dopo pagina, un balsamo magari per cominciare ogni giornata con l’umore giusto.
David Padovani
Il bacio di Frédéric Debomy e Andrea Bruno (Oblomov, 2024)
Quattro personaggi, un bacio fugace e esistenze che cambiano per sempre grazie a un piccolo gesto. In questo breve racconto, Frédéric Debomy e Andrea Bruno costruiscono una storia che mescola eleganza e crudezza per parlare, partendo dalla pratica del turismo sessuale (occidentale ma non solo) nel sud-est asiatico, della nostra società, del maschilismo più o meno esplicito che la permea, del rapporto con il proprio corpo, del diritto all’indipendenza che alle donne deve costare sempre il doppio degli uomini, in termini di sofferenze, umiliazioni e impegno. I testi di Debomy sono misurati e guidano il racconto che trova nei disegni di Bruno il suo centro essenziale: le figure allungate, a volte quasi aliene, dell’autore, riescono a coniugare realtà minuta e forza evocativa, creando un’atmosfera sospesa fatta di contrasti tra nero pece e colori spenti, per una storia che senza farsi manifesto si insinua lentamente nella mente del lettore, lasciando domande, tormenti e una sensazione inscrollabile di disagio, ma anche di possibile speranza.
Emilio Cirri
Batman/Spawn Classic di Frank Miller, Todd McFarlane e AA. VV. (Panini Comics, 2023)
Il Cavaliere Oscuro della DC Comics e il soldato infernale della Image si incontrano e si scontrano in due team-up risalenti al 1994 e ora raccolti in un volume unico. Due storie accomunate dai medesimi protagonisti ma che in realtà differiscono nel tono generale. La prima, scritta da Doug Moench, Chuck Dixon e Alan Grant, offre un intrattenimento disimpegnato, dove un intreccio alquanto scontato appare come un mero pretesto per la messa in scena di sequenze d’azione serrate e magniloquenti. Anche il comparto artistico, curato da Klaus Janson, rispecchia questo mood, soprattutto con la sua colorazione vibrante e variegata. Tutto si fa più oscuro, invece, nel secondo racconto. I testi di Frank Miller imbastiscono una narrazione più cruda, a tratti introspettiva. I personaggi hanno personalità più taglienti e gli scontri che li vedono coinvolti appaiono squisitamente viscerali. Anche i disegni di Todd McFarlane, dal canto loro, dipingono un contesto urbano decadente e ammantato di ombre.
Marco Marotta
Dylan Dog #458 – Sette vite di Marco Nucci e Paolo Martinello (Sergio Bonelli Editore, novembre 2024)
Il celebre Cagliostro torna tra le tavole di Dylan Dog e lo fa in un albo particolarmente riuscito in cui le interazioni tra Groucho e Dylan sono efficaci, l’ironia funziona bene e la tensione regge l’intreccio. Nella reiterazione delle sette vite del protagonista si insinua il perturbante e ciò che potrebbe essere sempre uguale diventa sempre diverso. Le matite robuste di Paolo Martinello rendono concreta l’atmosfera pensata da Marco Nucci e permettono ai personaggi di emergere in modo credibile grazie a dei volti espressivi e a una gestualità naturale.
Federico Beghin
David Boring di David Clowes (Coconino Press, 2012)
La lettura del volume integrale di Eightball pubblicato da Coconino a novembre 2024, mi ha spinto a riprendere in mano dopo tanti anni David Boring, che Daniel Clowes serializzò proprio sulla sua rivista tra il 1998 e il 2000 a partire dal #19 della stessa, dunque dal numero successivo all’ultimo raccolto nel primo volume dell’integrale.
La rilettura odierna dell’opera è inquietantemente attuale per l’ambientazione in un mondo che vive sotto una costante minaccia di guerra globale e attacchi terroristici. I vari personaggi, a partire dal protagonista stesso, vivono tuttavia questa situazione di pericolo imminente in una quotidianità quasi surreale, estremamente dolorosa, ma quasi negando a sé stessi la gravità della situazione, distaccandosene. L’aver immaginato a fine XX secolo (dunque ben prima dell’11 settembre 2001) un mondo che negli ultimi venticinque anni è diventato reale, dimostra una volta di più il talento di Clowes.
Poi ovviamente c’è tutto il resto, dalle citazioni letterarie e cinematografiche alla ricchezza grafica, fino all’afflato del grande romanzo americano, cioè tutto quello che ha reso l’autore uno dei pilastri del fumetto contemporaneo.
David Padovani
Barnstormers di Scott Snyder e Tula Lotay (Star Comics, 2024)
Con il termine barnstorming si indica una forma di intrattenimento diventata molto popolare negli anni ’20 del ‘900 soprattutto negli Stati Uniti, durante la quale un pilota o un gruppo di piloti volava eseguendo manovre acrobatiche, facendo tour (a volte improvvisi e inaspettati) in tutto il paese. Partendo dalla fascinazione per questo tipo di spettacoli e per l’ambientazione, Scott Snyder e Tula Lotay realizzano un’opera dal sapore classico, un fumetto che attinge a piene mani tanto dal genere romance quanto dal pulp avventuroso: il risultato è un fumetto che appare quasi fuori dal tempo, in cui si percepisce il divertimento dei due, ma anche i limiti dovuti a una prosa a volte troppo pesante, ma che ben mima le fonti di ispirazione, e dei disegni trasognati e realistici che trovano il loro compimento più nei momenti statici (le interazioni tra i due protagonisti, una sorta di Bonnie e Clyde dei cieli, ma anche nelle ambientazioni in locali d’epoca) che in quelli di grande azione, sebbene un paio di passaggi delle acrobazie in volo siano effettivamente ben resi e rimandino efficacemente alle atmosfere d’epoca.
Emilio Cirri
Per questa puntata è tutto. Vi diamo appuntamento tra quindici giorni, con nuove letture, brevi o lunghe che siano.