Il senso frantumato di David Boring

Il senso frantumato di David Boring

Si rinnova l'appuntamento con Daniele Barbieri e i suoi articoli apparsi su "Golem l’indispensabile". Stavolta l'autore racconta "David Boring" di Daniel Clowes.

La rivista on line Golem L’Indispensabile nacque nel 1996 su iniziativa di Umberto Eco, Gianni Riotta e Danco Singer e fu il primo esempio di rivista culturale italiana pensata specificatamente per il web.
Fino alla sua chiusura definitiva, avvenuta nel 2011, la rivista ebbe varie incarnazioni e poté contare su firme e collaborazioni prestigiose, tra le quali quella di Daniele Barbieri (www.guardareleggere.net) che a partire dal 2001 sulle pagine della seconda serie della rivista pubblicò una serie di saggi e articoli sul fumetto e il suo linguaggio.

Purtroppo oggi la pagina web e l’archivio on line di Golem l’Indispensabile non sono più raggiungibili, ma quelle pagine scritte da Barbieri restano ancora  oggi attuali nei contenuti e nel valore dell’analisi e dell’approfondimento sul linguaggio dell’arte sequenziale. È dunque un peccato che gli appassionati del mondo del fumetto di età più giovane o coloro i quali al tempo non avevano conosciuto quella rivista si siano persi tali interventi.
Per tale motivo abbiamo chiesto a Barbieri, amico de Lo Spazio Bianco, la possibilità di ripubblicare sul nostro sito quella sua produzione e l’autore molto gentilmente ci ha concesso il permesso.

 In questo articolo l’autore racconta ai lettori David Boring, una delle opere più importanti di Daniel Clowes.

Tutto sembra privato di senso nella vita del giovane David Boring. Non che le cose piacevoli non gli accadano: ha amici e un sacco di donne. Me sembra che sia il senso di tutto questo che gli sfugge. Un senso che sembra dover essere cercato nelle pagine di una vecchia storia di fumetti di supereroi, disegnata da un padre che David non ha mai conosciuto, e di cui quella appare l’unica traccia rimasta, poiché la madre, che dimostra di detestarlo da tempo immemorabile, ne ha cancellata qualunque altra.

Arriva, la madre, sino a stracciare il giornale, così che la ricostruzione del senso diventa ancora più difficile, come un puzzle di pezzi di cui non si conosce l’intero. D’altro canto, anche la vita di David fatica sempre di più a trovare un senso – dopo una storia d’amore che, quella sì, pareva averglielo dato: ma poi la storia finisce d’improvviso, per ragioni incomprensibili, e qualcuno spara una pallottola nella testa a David.

Durante la convalescenza, su un isolotto senza contatti con il mondo, la storia inizia a prendere sfumature surreali, senza perdere il realismo malinconico che la pervade. Arrivano notizie drammatiche dal continente; sembra che sia impossibile tornarvi. Ma alla fine, vi si torna, per scoprire che la realtà di quell’amante ideale che lo aveva abbandonato in maniera così abrupta tanto tempo prima era stata una completa finzione, e non era stato lui la sola vittima. Il passato si incrocia da quel momento con il presente, e la ricerca di ciò che era stato distrugge quello che esiste ora – ma il surreale incombe, e alla fine sembra che il senso della vita venga trovato proprio nell’oblio, nella regressione all’infanzia; proprio quando i pezzi del puzzle incominciano ad andare al proprio posto…

Non è il primo racconto di Daniel Clowes ad appassionarci, ma c’è qualcosa, in David Boring, che Clowes ancora non era riuscito a inserire nemmeno nelle sue narrazioni più riuscite. C’è questa esitazione continua di un personaggio che sarebbe fondamentalmente positivo, vincente, se solo capisse che cosa si deve vincere, se solo capisse che cosa gli interessa davvero.
Raccontato così, può apparire una storia magari interessante, ma pesante e un po’ deprimente. L’abilità narrativa di Clowes sta proprio invece nel raccontarci di queste incredibili depressioni senza essere mai, nemmeno per un momento, deprimente. Il racconto fila via, appassionante, dall’inizio alla fine con un ritmo che potrebbe fare invidia al più scatenato fumetto di supereroi: solo che gli eventi sono minimi, quotidiani.
Eppure hanno un’intensità quasi dolorosa. Perché, persino nei momenti più surreali, paiono veri, reali, quasi iperreali. Un libro che si ricorda, e che ritorna tra le mani volentieri.

David Boring
Daniel Clowes
Coconino, 2012
148 pagine, cartonato, bianco e nero – 24,00 €
ISBN: 978-8876182020

La versione originale di questo articolo è apparsa su Golem l’Indispensabile #9 dell’ottobre 2001.

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