Mirko Oliveri nasce a Catania nel 1986, studia giurisprudenza e nel 2009 crea la piattaforma digitale Verticalismi.it, il primo laboratorio/magazine di fumetti online. Nel 2015 entra nel programma di accelerazione LUISS ENLABS e fonda la startup Verticomics.
Il suo blog è mirkoliveri.com.
Come e quando nasce l’idea di Verticomics e come si affianca a quella di Verticalismi?
È un’idea che stavo coltivando da un po’ di tempo. Con Verticalismi ho avuto l’occasione di sperimentare molto, mentre Verticomics ha un’impronta molto più imprenditoriale: volevo una piattaforma che mi permettesse di applicare all’editoria digitale quanto imparato con Verticalismi. Abbiamo fatto richiesta a LUISS ENLABS, primo acceleratore di startup in Italia con base a Roma, che si occupa di trasformare aziende seminali in aziende vere e proprie, nato dalla joint venture fra EnLabs e Università LUISS. Siamo stati scelti come start-up da accelerare, quindi da progetto siamo diventati realtà.
Ci puoi raccontare qual è stato lo sforzo produttivo e personale per realizzare questo progetto?
Il programma di accelerazione è molto duro soprattutto dal punto di vista soggettivo: entri con niente e in cinque mesi devi essere capace di attrarre investimenti. Noi non avevamo budget o un’azienda costituita. Viene effettuato un investimento micro seed (di circa 60.000 euro, 30.000 per i servizi e 30.000 in cash). È duro ma molto efficace: nel corso di questi cinque mesi, segui dei corsi di management che ti permettono di gestire al meglio la futura azienda. In questo periodo di tempo devi spingere al massimo l’impresa per attrarre potenziali investitori, e alla fine devi renderti indipendente e costituire una realtà capace di farsi finanziare.
Con quale criterio vengono scelti i fumetti scaricabili gratuitamente e quelli a pagamento?
Il criterio è principalmente quello di proporre il meglio di Verticalismi, anche se stiamo presentando novità mai apparse sul sito (come Torti Marci di Riccardo Torti o Memorie a 8 Bit di Sergio Algozzino, in particolare nel fumetto del giorno). I fumetti a pagamento sono frutto di accordi editoriali tra Verticomics e le case editrici che mettono a disposizione il materiale.
Verticalismi aveva già portato una rivoluzione nella fruizione del fumetto digitale. Sarà lo stesso per Verticomics?
Certamente: la nostra proposta principale consiste sempre nel fumetto digitale verticale, in particolare dalla fine della pagina cartacea che tende a snaturare il linguaggio del fumetto (penso a Scott McCloud), quindi perseguiamo sempre la verticalizzazione, di cui siamo sempre stati promotori. Faremo tuttavia altri esperimenti che comunque non imbriglino la sequenza.
Vi prefiggete di raggiungere un pubblico diverso, o magari più ampio, rispetto a quello di Verticalismi?
Sicuramente sarà diverso. La differenza principale è che il lettore di Verticalismi è più aperto alla sperimentazione, è un esploratore, mentre quello di Verticomics sarà più un lettore da libreria, che ampia i suoi supporti e si aspetta di fruire di una selezione editoriale già pensata per lui. Esiste anche un pubblico del web con una particolare identità: quello delle app, consumatore di internet in altri modi, che preferisce interfacciarsi con il prodotto. La differenza sta nell’iniziativa.
A che tipo di autori e stili siete interessati?
Non facciamo tante differenze, i fumetti possono essere di ogni tipo: esistono buoni e cattivi fumetti. La parola “chiave” è la qualità.
Avete incontrato delle difficoltà tecniche nel passaggio dei fumetti dal web all’applicazione (per esempio, dimensione tavole, montaggio vignette)? A questo proposito, chi si è occupato dello sviluppo tecnico dell’app?
Dello sviluppo tecnico si è occupato Enrico di Leo, CTO di Verticomics. Lo sviluppo sì, è stato impegnativo, soprattutto perché i fumetti sono cifrati e si possono leggere offline. Infatti, adesso abbiamo messo in essere un settore di ricerca e sviluppo per migliorare l’applicazione e renderla sempre più performante. L’app va sempre migliorata, e deve essere periodicamente aggiornata. Non ci sono però state particolari difficoltà, poiché molto materiale di Verticalismi nasceva già in formato verticale, e per molti la fruizione da desktop a computer è migliorata passando all’app.
Come è nata la partnership con le case editrici per il contest “Pilot”?
In realtà Bao Publishing, Star Comics e Grrz sono già stati sponsor dei nostri contest, e hanno accolto con entusiasmo la proposta di rinnovare la collaborazione. Si è aggiunta poi Saldapress, che, nonostante gran parte del suo catalogo sia di importazione, si dimostra molto attenta al fumetto italiano.
Negli ultimi tempi si parla molto del confronto tra fumetto analogico e digitale, spesso raggiungendo opinioni dicotomiche e screditando uno rispetto all’altro. Qual è la tua opinione a riguardo? Credi che comunque i due media possano esistere in modo complementare?
La natura del fumetto digitale è complementare al fumetto cartaceo. La mia idea è che tra qualche anno, il digitale sarà molto più consumato, mentre si sarà salvata l’editoria migliore, non solo come bilancio, ma anche come proposte. Ci sarà, a mio parere, un avvicinamento tra mercato del fumetto alla musica e dei videogiochi, una mescolanza delle industrie. Faccio un esempio con la musica: quando è nato l’mp3, moltissimi hanno gridato allo scandalo, dicendo che avrebbero continuato a comprare i dischi perché gli piaceva l’idea del negozio di dischi e dell’industria fisica. Oggi molti di questi negozi hanno chiuso, ma l’industria in sé non ne ha per niente sofferto, anzi. C’è stata una democratizzazione dell’intrattenimento, un mutamento dei metodi di capitalizzazione. Adesso si è rafforzato il culto dell’artista come prodotto. Un altro possibile modello sono appunto i videogiochi: con una sola console e una connessione abbiamo subito un videogioco, nonostante questo continuano a esistere le edizioni fisiche, spesso lussuose o i cui supporti aggiungono qualcosa in più all’esperienza videoludica. Non c’è scomparsa, ma trasformazione.
Che tipo di risposta avete avuto dai lettori e dagli autori?
Molto entusiasmo da parte di entrambi: gli autori, in particolare, sono stimolati e affascinati dal portare il fumetto nel digitale, un media che permette di sperimentare e reinventare il linguaggio del fumetto, l’ultimo a essere approdato al digitale.
Intervista rilasciata al telefono il 22 luglio 2015. Si ringrazia Giuseppe Lamola per la collaborazione.