C’è anche spazio per una citazione dai Beatles, in questo secondo e conclusivo volume dell’avventura di Blake e Mortimer in trasferta a Hong Kong.
A pagina 48, vediamo infatti il trafiletto di un quotidiano recuperato fortunosamente dal Professor Mortimer, che riporta la notizia di un incidente: “Il conducente non ha probabilmente notato il cambio di colore del semaforo. Una piccola folla si è raccolta per osservare la scena. Alcuni curiosi hanno detto di aver riconosciuto la vittima. Nessuno era veramente certo che si trattasse di membro della Camera dei Lord”.
È pressoché letteralmente la prima strofa di A day in the Life, da Sergent Pepper, e fa il paio con l’incontro mostrato ne La Macchinazione Voronov (Sente e Juillard, 2000).
Per chi conosce la canzone, la citazione può aggiungere una sfumatura onirica alla vicenda che in questa seconda parte si colora di fantastico, ma in realtà non è niente di più che un piccolo divertissement che si esaurisce in sé. L’estemporaneità del riferimento, tuttavia, mette bene in evidenza l’aspetto più debole di questa lunga e articolata avventura, ovvero l’estemporaneità dello scioglimento dell’intreccio investigativo, che utilizza una coppia di eventi ad alta improbabilità.
Rispetto al primo episodio, l’intreccio è arricchito da un lungo inserto fantastico: il Professor Mortimer scopre infatti la Valle degli Immortali ed entra in contatto con i personaggi di quella leggenda che fa da sfondo alle trame del Signore della Guerra Xi-Li. Il generale, infatti, cerca una legittimazione alle sue pretese di potere sull’intera Cina e la leggenda lo dichiarerebbe discendente del legittimo successore del Primo Imperatore.
L’esplorazione di Mortimer avviene durante la sua detenzione nel campo di Xi-Li, nel quale è sottoposto a torture pesanti che lo portano a un passo dalla morte. E qui l’intreccio esce dal realistico e il viaggio del Professore si svolge in un’atmosfera onirica, entro una dimensione temporale fuori sincrono rispetto al mondo ordinario e che resterà irrisolta razionalmente.
Finzione storica e fantastico sono quindi compresenti nella più pura tradizione della saga, ciascuno con un proprio specifico fascino (si pensi al lungo racconto delle vicende del Primo Imperatore della Cina) e ritmo. Questa seconda parte è difatti composta da due trame intrecciate, lungo le quali i due protagonisti eponimi si muovono in parallelo: da una parte il Colonnello Blake e Ylang, che prima sfidano la tempesta su un piccolo Cessna e poi attraversano il territorio nemico a piedi fino al Quartier Generale di Xi-Li in cerca di Mortimer; dall’altra la cattura e il viaggio del Professore, prima condotto al campo di Xi-Li e che poi da lì si muove insieme al capobanda Cheng alla ricerca della Valle degli Immortali: il primo in cerca della salvezza per l’amico Nasir, il secondo degli smeraldi del Primo Imperatore. Le due trame si intrecciano nelle tavole, anche con piccoli inserti di una o due vignette dell’una nell’altra, che mantengono alti ritmo e tensione.
Teun Berserik e Peter van Dongen materializzano gli ambienti e i personaggi del racconto con ricchezza di elementi e, come già sottolineato, una sintesi che offre un livello di dettaglio minore rispetto alle avventure precedenti. Due sequenze sono comunque visivamente affascinanti: la navigazione lungo il Mekong verso i campo di XI-Li e la ricerca della Valle degli Immortali, dove l’unico difetto è la scelta di rendere luminose anche le scene notturne, con conseguente perdita di senso del misterioso. Pienamente rispettato, invece, l’effetto mimetico di linea chiara classica, con tavole dalla griglia ordinata, regolare e spesso semplificata rispetto al canone jacobsiano della serie, secondo una tendenza già vista all’opera nei volumi più recenti.
La valle degli Immortali intreccia azione bellica, spionaggio, richiami alla storia e alle leggende; inevitabile, vista l’ambientazione a Hong Kong, cercarvi anche qualche riferimento all’attualità politica dei moti di protesta dell’ex territorio britannico, ma l’unico appiglio per una simile lettura è nel titolo del Times mostrato nella penultima tavola “Tensione a Hong Kong – I carri armati cinesi e inglesi si fronteggiano al confine”: decisamente troppo poco, anche unito al ruolo positivo dell’agente Ylang, della Cina Nazionalista.
In conclusione, La valle degli Immortali segna una sorta di “ritorno all’ordine” rispetto alle precedenti storie scritte da Yves Sente, con una rifocalizzazione sulla miscela di realismo e fantastico, marchio storico della saga, e l’accantonamento del lavoro di caratterizzazione dei protagonisti, qui tornati al classico ruolo di ingranaggi narrativi. Da segnalare la conferma dell’attenzione di Sente verso i personaggi femminili, la cui galleria si arricchisce di ben quattro figure (l’agente Ylan, la signora Zi, che segue i ragazzi abbandonati nel porto, la “strega” Jiu Piu e la dottoressa Jones dell’ospedale di Hong Kong) tutte tratteggiate con nettezza, a prescindere dal peso nella vicenda.
Abbiamo parlato di:
Blake e Mortimer – La Valle degli Immortali, Tomo 2: Il millesimo braccio del Mekong
Yves Sente, Teun Berserik, Peter van Dongen
Traduzione n.d.
Alessandro Editore, 2019
56 pagine, cartonato, colore – 18,99 €