Hot Detective Tsubaki – Putpourri di generi immerso nell’erotismo

Hot Detective Tsubaki – Putpourri di generi immerso nell’erotismo

Le avventure di una procace Sherlock Holmes in gonnella e di un pittore misogino, costretto a dedicarsi alla pittura Shunga per sbarcare il lunario, tingono di giallo il Giappone del XVII secolo. Un nuovo, piccantissimo manga, scritto e disegnato da Kanji Kawashita ed edito da Panini Comics.

Rispetto al fumetto ci sono poche forme d’arte maggiormente oggetto di pregiudizi. Nell’ambito della stessa nona arte, bersaglio principale di luoghi comuni sono i manga.

Con un po’ di pazienza e grazie a qualche amico che non conosce il detto per il quale “più che a una semplice opinione si ha diritto a un’opinione informata” (Harlan Ellison), se ne posso sentire delle belle. Tra tutte, la più ricorrente è quella che abbina in modo esclusivo tutta la produzione fumettistica nipponica all’erotismo e, assai più, alla pornografia, quasi come se manga e fumetto porno fossero sinonimi.

Per quanto l’abbinamento sia ridicolo, se non addirittura offensivo nel suo assolutismo, come ogni leggenda c’è un piccolo (minuscolo in questo caso) fondo di verità. Parte non indifferente, anche se magari non maggioritaria, del fumetto giapponese strizza l’occhio, a volte in modo ironico, a volte in modo pleonastico, alla provocazione sessuale.

Le cause di questo atteggiamento sono forse riscontrabili nell’assenza del predominio della religione cristiana cattolica, che in Europa ha creato la dicotomia sesso/peccato; o, forse la verità è meno complessa: forse, semplicemente, la pigna non cade mai troppo lontano dalla quercia.

Se, per spiegare la metafora, la pigna sono i fumetti nipponici, la quercia può essere l’arte Shunga.

Shunga (春画), letteralmente significa “immagini della primavera”. Sono dei dipinti erotici, riprodotti e diffusi tramite stampe, che hanno visto la loro massima diffusione durante lo shogunato Tokugawa (1603 – 1868). Qualche esperto del linguaggio-fumetto potrebbe parlare di proto-fumetto.

Tra i protagonisti della nuova, piccantissima proposta editoriale targata Planet Manga troviamo proprio un maestro in quest’arte: Hosen. Pittore di scarso successo ma acclamato come il migliore tra i “pornografi”, ci viene presentato dall’autore, Kanji Kawashita, come un introverso che vive il proprio successo con immenso disagio a causa della sua grande difficoltà a interagire con il gentil sesso, protagonista dei suoi ritratti.

Si tratta di un personaggio originale e affascinante, che potrebbe reggere da solo una serie. Invece in Ateya no Tsubaki (Hot detective Tsubaki) svolge solo un ruolo da comprimario. Fulcro, decentrato, della narrazione è in realtà Tsubaki, giovane, giunonica e prorompente detective che nella società maschilista del Giappone del XVII secolo ha scelto un lavoro nel quale è più brava di ogni uomo. Colta, saccente, passionale ma controllata, è dotata di una forte sensibilità da cui deriva un approccio alla vita (e alla narrazione) contrapposto a quello di Hosen.

L’autore innesca quindi il tipico gioco dei contrari, che evidenzia le differenze esaltandone i particolari per contrapposizione.

Un classico meccanismo narrativo, usato e abusato nell’arte sequenziale, ma che viene qui gestito con perizia, grazie alla quale la narrazione scorre lineare e la lettura risulta piacevole.

Interessante anche la capacità dell’autore di comporre un potpourri di generi, senza che l’armonia del racconto sia alterata. L’horror, l’erotico, il giallo, lo splatter, il fantastico e, a tratti, la commedia sono le regioni del narrare che l’opera attraversa in modo circolare, mantenendo sempre vivi l’attenzione del lettore e il ritmo narrativo.

Il segno, anche se non brilla per originalità e sperimentazione, è funzionale alla storia narrata e curato. Kawashita fa un grande uso di retini, a volte in modo esagerato e inappropriato, ma grazie a questa scelta grafica e a un’attenzione non superficiale alla composizione delle tavole, le stesse non appaiono mai piatte, inducendo l’occhio del lettore a soffermarsi sui dettagli, svincolando così le pagine da letture eccessivamente veloci o superficiali.

Un manga piacevole quindi, una lettura non impegnata ma di puro intrattenimento, per passare qualche minuto immersi nel Giappone feudale senza essere necessariamente circondati da samurai complessati dal rigido codice d’onore o da ragazzini ninja dai poteri magici.

Ottima la cura dell’edizione da parte della Panini. Il volume è stampato su una buona carta, rilegato in modo ottimale e accompagnato da una sovracoperta patinata opaca che arricchisce il prodotto finale.

Interessante è anche il sistema di guida ai contenuti che da qualche tempo la casa editrice modenese propone su i suoi albi. Legata al codice a barre una striscia verde indica che l’opera è per tutte le età, una striscia gialla consiglia la supervisione di un adulto e una striscia rossa consiglia la lettura a un pubblico maturo.
Naturalmente, con Hot Detective Tsubaki, siamo in piena fascia rossa.

Abbiamo parlato di
Hot detective Tsubaki #1
Kanji Kawashita
Traduzione di Gianluca Bevere
Panini Comics – Planet Manga 2011
208 pagine, brossurato con sovracoperta, B/N – 5,90 €
ISBN: 9788865892770

Riferimenti:
Panini Comics: www.paninicomics.it
Arte Shunga, da wikipedia (in inglese): en.wikipedia.org/wiki/Shunga

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