Ogni grande autore di fumetti ha un suo stile personale, che lo rende unico ed inconfondibile come uno Snorky nel villaggio dei Puffi. Questa unicità emerge palesemente quando confrontiamo opere diverse di autori diversi. È scontato dire che l’arte di Pratt differisce da quella di Moebius o che quella di Altuna viaggia in terre grafiche diverse da quelle di Prado.
Ma cosa succede se confrontiamo opere diverse del medesimo autore? Se prendiamo opere da diversi punti nel tempo, potremo notare che il Gipi di Esterno Notte non è quello di LMVDM, oppure che il Pratt del Sgt. Kirk è diverso dal Pratt de La Ballata del mare salato. Facile. Scontato.
Tuttavia può capitare a volte di imbattersi in autori che potremmo definire “burattinai”, cioè artisti che usando delle raffigurazioni costanti di alcuni personaggi, al pari di quei registi legati a determinati attori feticcio, li calano di volta in volta,in ruoli diversi nelle loro diverse opere. Dei character ricorrenti, che l’autore riutilizza in ogni opera e non per una mancanza di capacità creativa, ma per una scelta stilistica precisa. Proprio come se fossero dei burattini, da inserire ora in un contesto ora in un altro,per farli muovere in scenari diversi.
In questa categoria rientra sicuramente Mitsuro Adachi, che ha ormai raccontato infinite storie (anche se con poche variazioni sul tema) sempre con stesse “maschere teatrali”, e Terry Moore, autore di quell’affascinante Cubo di Rubik narrativo che è Strangers in Paradise, ma non solo.
In Italia è stato da poco pubblicato il primo volume di Rachel Rising, edito dalla Bao, che ci offre un Terry Moore nell’inedita veste di scrittore horror.
Rachel (che, sempre per la teoria dei burattini di cui sopra, ha le sembianze di Katchoo di SiP) si sveglia in uno strano terreno ai margini del piccolo paese dove vive. Qualcuno ha tentato di ucciderla (forse non solo tentato) e l’ha seppellita.
Da quando riemerge dalla terra, intorno a lei inizia a serpeggiare come un virus la follia e la morte che da essa deriva.
Bambine assassine, serpenti che si rifugiano in corpi umani, misteriose figure femminili che appaiono portando con sé devastanti effetti, sono alcuni degli elementi con cui Terry Moore gioca, quasi come se stesse in questo primo volume piazzando i pezzi sulla scacchiera.
In aggiunta c’è la sardonica ironia e la capacità di stupire con cose semplici, di cui l’autore americano è dotato e che spesso riversa nella infinite sfaccettature caratteriali che fornisce ai suoi attori di carta (per fare un esempio è assolutamente geniale, oltre che surreale, il dialogo/monologo tra la protagonista e la zia coroner).
Moore è un autore molto cinematografico, capace di tessere un ritmo narrativo che spesso si basa su campi e controcampi, piani americani, inquadrature che si aprono allargandosi e assolutamente padrone dei tempi del racconto, quindi capace di dipingere atmosfere di vario genere circondando il lettore, avvolgendolo nelle spire della sua narrazione, senza che questi se ne accorga, infine lo immerge in un mondo di lucida follia, dove anche l’impossibile diventa credibile.
Il volume tuttavia risente di una narrazione leggermente decompressa, cioè mette tanta carne a cuocere ma ne serve poca a tavola. Non è necessariamente un difetto, anzi sicuramente stuzzica l’appetito del lettore, il quale però resta alla fine della lettura con troppi fili narrativi sospesi almeno fino alla prossima uscita.
Va segnalata la cura dell’edizione italiana. In primo luogo un’evocativa copertina con bandelle, incornicia il volume, che si presenta quindi con un valido biglietto da visita.
Ottima la resa del bianco/nero nelle pagine interne, difetto di cui in passato hanno sofferto molte opere di Moore, che fa un uso abbondante di neri densi e di grigi intensi che necessitano della giusta attenzione in fase di stampa. Finalmente si può ammirare in tutta la sua potenza grafica il tratteggio meticoloso di un artista che ama il dettaglio.
Ci auguriamo la stessa cura per tutte le opere di Terry Morre, soprattutto per SiP (abbreviazione ormai entrata nel linguaggio comune per riferirsi alla serie che racconta le avventure delle sconvolgenti Katchoo e Francine) che ha avuto in Italia una vita editoriale travagliata e complessa che sarebbe inutile ripercorrere ora, perché sembra che finalmente a breve potremo godere di una nuova edizione integrale, curata sempre dalla Bao Publishing (a cui si può attribuire un vecchio slogan televisivo: Fa le cose per bene).
Abbiamo parlato di:
Rachel Rising Vol. 1 – L’Ombra della morte
Terry Moore
Traduzione di Leonardo Favia
Bao Publishing, 2012
128 pagine, brossurato, bianco e nero – 11,00 €
ISBN: 9788865431070