Tutte le prospettive della battaglia di Napoleone a Essling

Tutte le prospettive della battaglia di Napoleone a Essling

Tre giorni di massacro che lasciano la situazione tattica invariata: questa la battaglia di Essling, che Patrick Rambaud, Frédéric Richaud e Iván Gil tentano di portare sulla pagine in tutta la sua varietà di aspetti.

Historica_vol17_coverScrive Stendhal nei suoi diari, in data 21 maggio 1813:

Da mezzogiorno alle tre vediamo molto bene tutto quello che si può vedere di una battaglia, cioè niente. Tutto il piacere consiste nel sentirsi emozionati dalla certezza che laggiù sta succedendo qualcosa di veramente terribile. Il rumore maestoso del cannone contribuisce molto a creare un simile effetto. È in assoluta armonia con l’impressione che se ne riceve.1.

La battaglia a cui allude è quella di Bautzen, ma nel volume di Patrick Rambaud, Frédéric Richaud e Iván Gil, dove Stendhal (all’epoca ancora Marie-Henry Bayle) è uno della miriade di personaggi che affollano le pagine, quella memoria personale si materializza in una sequenza (pagg. 47-48) che mostra un gruppo di amici del futuro scrittore seguire gli scontri a Essling dalle mura di Vienna.
La scena, conclusa dalla dichiarazione di un personaggio secondo cui “quegli incendi sono meno realistici della tempesta de Il flauto magico“, mette in evidenza l’ambiguità dissonante dell’espressione “teatro di guerra”, che giustappone un’esperienza esetica e una tragedia.

Historica_v17_9Infatti, se al livello dello scontro, una battaglia è carneficina, esiste una distanza dalla quale ciò che emerge è qualcosa di astratto, uno schema che consente di capire l’aspetto tattico al prezzo di trascurare l’umanità coinvolta (travolta) dagli eventi e che può perfino mostrare una certa eleganza nel gioco dei movimenti di massa. La scelta del punto di equilibrio fra questi due livelli determina il tono generale del racconto, che può essere più vicino al punto di vista dei generali (si pensi a Waterloo raccontata da Hugo) o dei soldati (Waterloo secondo Stendhal).

Rambaud, autore anche del romanzo da cui il fumetto è tratto, Richaud e Gil mettono sulla tavola entrambe le prospettive secondo una soluzione tradizionale: consentono al lettore di apprezzare e seguire la complessità frenetica degli eventi attraverso i dialoghi fra Napoleone e i suoi ufficiali e tentano di rendere la brutalità e l’annullamento di umanità, che la battaglia richiede e induce, attraverso le vicende di alcuni soldati, ai quali viene concessa un’identità e una storia. Historica_v17_8Le molte sottotrame, fra le quali si segnala quella del soldato Fayolle, carnefice e vittima al tempo stesso, hanno ciascuna un proprio tono e offrono l’occasione sia per cambi di scena sia per variazioni di atmosfera. La vicenda può quindi passare dalle atrocità del campo di battaglia al pragmatismo e alle isterie dello Stato Maggiore napoleonico; dalla quasi commedia/giallo della traccia che vede protagonista il futuro Stendhal a quella degli amori dell’ufficiale Louis François Lejeune (che diverrà direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Tolosa).

Dal punto di vista grafico, le varie prospettive del racconto si manifestano in specifici approcci di Gil al disegno, la cui efficacia e spettacolarità si avvale della colorazione di Albertine Ralenti. Dai piani lunghi, dalle visioni dall’alto e dalle scene di massa nascono tavole che ricordano (verosimilmente si rifanno a) l’abbondante iconografia delle varie campagne napoleoniche, che ben rende l’aspetto teatrale degli scontri (per fare due esempi: La carica del IV Ussari di Èduard Detaille e La carica dei Corazzieri francesi a Waterloo di Hénry Philippoteaux). Dai piani ravvicinati emergono soprattutto i volti dei personaggi segnati dalle emozioni, ai quali è affidato il compito di coinvolgere il lettore.

Abbiamo parlato di:
Historica #17 – La battaglia: Napoleone a Essling
Patrick Rambaud, Frédéric Richaud, Iván Gil
Traduzione di Marco Cedric Farinelli
Mondadori, 2014
176 pagine, cartonato, colori – 12,99 €
ISBN: 9788877599179

Hénry Philippoteaux: La carica dei Corazzieri francesi a Waterloo
Hénry Philippoteaux: La carica dei Corazzieri francesi a Waterloo

  1. Citato in Cronologia in Stendhal: Il rosso e il nero, Mondadori, 2003, pag. XXVIII 

1 Commento

1 Commento

  1. Giuseppe Saffioti

    7 Agosto 2014 a 00:51

    che splendida recensione, mi hai fatto pentire di non averlo inserito nell’ultimo ordine

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