Green Manor: novelle criminali al tempo dei gentiluomini

Green Manor: novelle criminali al tempo dei gentiluomini

Green Manor pubblicato da Bao Publishing è uno di quei volumi da assaporare lentamente, concedendosi il giusto tempo per gustarne tutte le sfumature.

green_manor_0Il Green Manor è un club esclusivo di gentiluomini del XIX secolo, un po’ intellettuali un po’ annoiati, dove si narrano delle storielle criminali degne del miglior Sherlock Holmes.

Le sedici storie di cui si compone il volume edito da Bao Pub. hanno tutte la caratteristica di essere composte da un numero esiguo di pagine. La maestria di Fabien Vehlmann è però di riuscire, nonostante ciò, a imbastire trame efficaci, garantendo non solo uno sviluppo adeguato, mai banale e appassionante delle vicende, ma anche a conservare sempre il colpo di scena finale nella risoluzione del caso.
Anche gli incipit e gli sviluppi sono alquanto originali – pur rimanendo ovviamente coerenti con il genere – e denotano una fervida fantasia nel rielaborarne gli stilemi.

Chi si aspetta che una serie di gialli convenzionali però rimane deluso. L’idea di Vehlmann è di trattare l’omicidio e i crimini più efferati come una forma d’arte da contrapporre all’acume della risoluzione stessa. Tanto la progettazione quanto la risoluzione sono solo due facce della stessa medaglia che rivelano pari grado dell’intelletto umano.
Riprova ne è che mai il delitto è segno di rivalsa sociale, povero contro ricco, quanto piuttosto affare che coinvolge persone altolocate, spesso familiari, mogli, amici.

Tutto questo funziona alla perfezione grazie a una caratterizzazione dei personaggi vivida e accurata, mai banale, che rende Green Manor un fumetto sarcastico, profondo, mai macchiettistico o abbozzato.

Il tratto di Denis Bodart è ricercato, mai banale. Gioca su più registri, mantenendo una costante di tratto caricaturale di fondo. Pur strizzando l’occhio alla linea chiara, è certamente più autoriale, risultando efficace anche nelle scene più dinamiche.green-manor
È inoltre notevole la capacità di tratteggiare le atmosfere tipiche dell’ottocento, negli elementi architettonici, negli interni dei palazzi e attraverso tanti piccoli elementi disseminati nelle varie tavole.

La colorazione risulta ben studiata e fondamentale elemento narrativo – non solo nella percezione dei tempi – ma anche in grado di aumentare o diminuire la tensione delle vicende, permettendo una sintesi estrema dei testi che ne traggono giovamento in lunghezza e scorrevolezza.

Degna di nota l’edizione della Bao Publishing che ha pubblicato un volume cartonato e su carta spessa che ben si adatta alla stampa, confermando – se ancora ce ne fosse bisogno – l’alto livello di cura cartotecnica che dedica ai propri prodotti.

L’unica criticità risiede, oltre nella assoluta necessità di una lettura diluita che permetta di godere a pieno delle singole novelle, nel fatto che pur mantenendo un ottimo livello, le novelle nella parte centrale del volume sono di fattura migliore rispetto a quelle finali, lasciando percepire una minora cura nell’intreccio.

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Green Manor rappresenta inoltre una prova arguta di grande padronanza del mezzo senza però andare al di là del “puro” divertissement – senza quindi esprimere mai giudizi morali o moralizzanti sulle vicende.
Tutto questo però non inficia assolutamente l’elevato livello di quello che si è candidato prepotentemente a essere uno dei più bei volumi pubblicati in Italia nel 2015.
Per appassionati del genere e non solo.

Abbiamo parlato di:
Green Manor
Fabien Vehlmann, Denis Bodart
Traduzione di G. Scatizzi
Bao Publishing, Settembre 2015
134 pagine, cartonato, colori – 27,00 €
ISBN:  978-8865434918

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