Giovanni Nahmias lavora in televisione da 20 anni, nell’agenzia creativa interna di Sky, e da sempre è un appassionato di fumetto. Colleziona tavole originali da più di due decenni e dal 2013 cura mostre con la missione di condividere e valorizzare l’arte del fumetto, attraverso le opere dei grandi maestri.
Gasoline Alley è una striscia sindacata di grande successo negli USA. Creata nel 1918 da Frank King, viene da allora pubblicata quotidianamente e a novembre 2018 ha festeggiato il record di cento anni ininterrotti di pubblicazioni.
Nahmias qualche anno fa si è appassionato alla striscia di King e dei suoi successori e ha intrapreso un percorso divulgativo che è culminato nella mostra Frank King – Un secolo di Gasoline Alley allestita a Bologna nei locali di Palazzo Fava e visitabile dal 15 marzo al 7 aprile 2019.
Giovanni Nahmias è il curatore dell’esposizione e con lui abbiamo parlato di Gasoline Alley, delle sue peculiarità e di che cosa i visitatori possono trovare nell’esposizione bolognese.
Ciao Giovanni e benvenuto su Lo Spazio Bianco.
Partiamo dall’inizio, che poi non è così lontano. Ti appassioni a Frank King e alla sua Gasoline Alley grazie (o a causa…) di un’altra tua grande passione: il collezionismo di tavole originali. Ci racconti il tutto più nel dettaglio?
Volentieri! Il mio primo contatto con Gasoline Alley è stato lo splendido libro della Sunday Press di Peter Maresca dedicato alle tavole domenicali uscito nel 2007. Non sapevo chi fosse Frank King, avevo appena sentito nominare Gasoline Alley, ma sono rimasto davvero colpito dallo spettacolo delle invenzioni grafiche e dai colori di quelle fantastiche pagine. A quel punto sono partite due ricerche parallele: una di testi per approfondire, che mi ha portato a scoprire le altre eccezionalità della strip e l’altra di tavole che mi ha portato ad inaugurare una collezione dedicata che in dieci anni mi ha portato a questa mostra.
Facciamo un doveroso passo indietro. Spieghi in poche parole ai lettori italiani, la maggior parte dei quali forse non la conoscono, che cos’è Gasoline Alley e perché è così importante?
Gasoline Alley ha almeno tre elementi di unicità ed eccezionalità: il fatto che sia ancora disegnata e pubblicata, senza soluzione di continuità da più di un secolo; l’introduzione del tempo reale nella vita dei personaggi, sovrapposto a quello dei lettori, che crea tra loro un legame fortissimo di identificazione; le sperimentazioni grafiche e di colore delle pagine domenicali, che introducono meraviglia e poesia, invenzione e commozione, un tono di voce davvero inedito e fortemente emotivo. Vorrei approfondire meglio il tema del tempo reale. King il 14 febbraio del 1921 introduce il personaggio di Skeezix, un bimbo abbandonato sulla porta di Walt, un bravo ragazzo appassionato di auto. Questi dal giorno dopo si inventa padre, ma dall’arrivo di Skeezix il tempo, prima sospeso come sempre nei fumetti, inizia a passare e un giorno per i personaggi è un giorno per i lettori. Dopo un mese il bimbo ha un mese, dopo un anno il bimbo compie un anno. E i lettori lo vedono crescere, ne seguono le avventure, si affezionano. Per di più il racconto di King dura decenni e il legame si rafforza sempre di più.
La mostra su Gasoline Alley che si inaugura il 14 marzo a Bologna è l’approdo di un tuo “progetto divulgativo” su Frank King e la sua striscia che si è svolto in tre tappe. Andando con ordine, raccontaci questo percorso che inizia nel 2017 con una pubblicazione per l’Associazione La Nona Arte.
Una volta scoperta questa storia straordinaria ho pensato subito di condividerla, era una bomba. Paolo Rinaldi, presidente dell’Associazione, mi ha dato carta bianca per curare una monografia, pubblicata come rivista per i soci (che sono collezionisti di tavole originali). Gli ho proposto Frank King e ha accettato entusiasta. In circa cinque mesi, grazie all’aiuto di Giuseppe Scapigliati, grande conoscitore delle strip americane e art director della monografia, abbiamo confezionato la prima pubblicazione italiana di Gasoline Alley, dopo 99 anni dall’esordio! Una rivista libro con tante tavole riprodotte e tradotte e diversi saggi dedicati.
A novembre 2018 arriva poi la pubblicazione su linus di un articolo che celebra il centenario della striscia.
Esatto! Dopo aver smosso le acque tra gli appassionati con la monografia (ho registrato grande entusiasmo), ho pensato che il centenario fosse una buona occasione per raccontare la storia a un pubblico più ampio. linus ha subito accettato con piacere la proposta e a Lucca 2018 abbiamo celebrato con un pezzo sulla rivista i 100 anni da record di Gasoline Alley (compiuti il 24 novembre 2018).
Infine arriviamo al presente, con la mostra da te curata che vanta anche un primato.
La terza tappa di questo progetto era allestire una mostra che mettesse in scena l’arte di Frank King, alla scoperta della sua incredibile lezione narrativa e grafica. Oggi abbiamo inaugurato la prima mostra in Europa dedicata a Gasoline Alley. Nel 2016 Alexander Braun ha curato una meravigliosa mostra su sei grandi artisti del fumetto americano e King era tra questi. È stata la prima apparizione in mostra delle sue tavole, ma in una collettiva. Oggi è l’unico protagonista.
Com’è nato e si è sviluppato il progetto espositivo della mostra e di quali figure collaborative ti sei avvalso per l’allestimento?
Per il lavoro di ricerca e valorizzazione che da anni sta facendo sull’arte del fumetto il Festival BilBOlbul mi è parso subito l’interlocutore più giusto. Per di più Alessio Trabacchini, cui ho esposto per primo l’idea, conosceva benissimo King e ne era un grande appassionato. La mostra è stata curata in team con l’Associazione Hamelin che ha dato un contributo fondamentale nella creatività dell’allestimento, nella produzione e nella comunicazione della mostra. Davvero una felice collaborazione di gruppo, puntando al massimo possibile per questa mostra. E la proposta di Palazzo Fava, grazie a Genus Bononie, dell’abbinata con Bonvi e della sovrapposizione con la Children’s Book Fair non poteva essere più felice. Li ringrazio ancora anche qui per il meraviglioso lavoro fatto insieme.
Ci racconti com’è strutturata la mostra? Che cosa troveranno i visitatori nel percorso dell’esposizione?
La mostra è molto semplice, strutturata in due sale dedicate ai due temi caratteristici di Gasoline Alley: la prima sala con le strip giornaliere è sul tempo reale e la continuity narrativa, la seconda sala con le tavole domenicali è dedicata alla fantasia, alle invenzioni grafiche e ai colori di King. Nella prima sala, dopo aver introdotto con tre testi brevi la biografia di Frank King, la storia del fumetto e il concept della mostra, ci sono tre originali del periodo precedente all’arrivo di Skeezix. La strip del 14 febbraio 1921 è riprodotta a stampa sotto il titolo della mostra e seguita da una trentina di strip originali, ordinate cronologicamente, che coprono un arco dal 1921 al 1957 (King si ritira nel 1959) e che mostrano tutti gli elementi principali della vita di Skeezix in questi anni (amici, fidanzata, lavoro, guerra, famiglia). Nella seconda sala c’è una Sunday Page originale del 1921, altre tre domenicali di King degli anni ’40, alcune riproduzioni di pagine d’epoca, alcune pagine d’epoca e per finire una tavola di Bill Perry, una di Jim Scancarelli, entrambi successori di King, e un omaggio di Chris Ware.
Gasoline Alley non è mai stata pubblicata in italiano (e, in generale, poco al di fuori degli Stati Uniti) a causa anche di alcuni elementi “strutturali” e narrativi della striscia che sarebbero potuti risultare complicati e lontani dai lettori italiani. Ci spieghi tali elementi è il perché di questa complessità di esportazione?
Eh sì, la specificità di questo fumetto lo ha reso inesportabile. Non è solo per il fatto che non c’è una gag divertente alla fine della strip e al contrario la storia si sviluppi con una continuity fortissima. Il segreto del successo di Gasoline Alley stava nel raccontare la vita degli americani ai lettori americani coevi. Questo senso si sarebbe perso in altri paesi e infatti nessuno l’ha pubblicata. Negli Stati Uniti invece è un patrimonio storico e ha avuto nei primi decenni un incredibile successo.
Questi stessi elementi “ostici”, potrebbero essere una fonte di interesse per un certo tipo di lettori, appassionati anche di storia del fumetto. Una possibile pubblicazione in Italia potrebbe guardare alle raccolte edite in USA dalla Drawn and Quarterly nelle quali un corposo apparato storico, critico e fotografico di prima qualità accompagna e contestualizza le strisce del fumetto.
Anche io sono convito che si possa trovare la formula editoriale giusta per portare Gasoline in libreria, ma non è così semplice, ci sono anche nodi di diritti da sbrogliare. Ci stiamo lavorando.
Inoltre, gli elementi strutturali di cui si parla poco sopra, potrebbero rivelarsi un tesoro nascosto. Per esempio, l’attenzione che King metteva nelle sue strisce nel parlare dei primi sviluppi dell’industria automobilistica statunitense degli anni ’20 sono una sorta di interessante spaccato sulla realtà sociale dell’America di inizio Novecento. E a questo aspetto potrebbero aggiungersene altri.
È un fumetto che mette al centro dell’attenzione l’osservazione della vita dei personaggi e la relazione tra loro, i sentimenti che muovono le persone, gli scherzi del destino, i rapporti difficili con il lavoro e la famiglia. Sono moltissimi le possibili leve di interesse, presentando nel modo giusto una selezione ragionata.
Secondo te, alla luce anche della tua opera di divulgazione e di conoscenza di Gasoline Alley al pubblico italiano, sono aumentate le possibilità di vedere in un futuro prossimo pubblicate nel nostro Paese le strisce di Frank King e dei suoi successori?
Spero davvero di sì. La mostra è un grande risultato e una grande occasione da sfruttare anche in questo senso. La soluzione più facile ed efficace sarebbe riprendere le pagine domenicali, eccezionali e non vincolate dal tempo reale e dalle vicende quotidiane delle giornaliere. Chissà.
Grazie infinite per la tua disponibilità Giovanni.
Intervista realizzata via mail a marzo 2019