C’era una volta il ciclismo, specchio dell’Italia del dopoguerra, quella umile, affaticata, pronta a ripartire, quella divisa tra Democristiani e Comunisti ma unita da una grande passione. Come democristiani e comunisti, c’erano anche quelli che tifavano Fausto Coppi e quelli che tifavano Gino Bartali, che si sfottevano in maniera bonaria ma che si incontravano per guardare una gara. “Ginaccio”, come era conosciuto, toscano semplice e determinato, che non aveva paura di dire quello che pensava a giornalisti e tifosi. Ginaccio che nel 1948, a trentaquattro anni, era ormai visto come bollito e finito. Ginaccio, che a trentaquattro anni vinse un Tour de France storico. Ripercorrendo quell’impresa sportiva senza tempo, Andrea Laprovitera e Iacopo Vecchio restituiscono un ritratto genuino, semplice e diretto di un uomo di altri tempi, dalla forza di volontà incrollabile, segnato da lutti e dolori eppure capace di una generosità profondamente umana, che lo porta a fare da staffetta tra Firenze e Assisi per salvare vite di ebrei. Al tempo stesso, Laprovitera delinea l’Italia di quegli anni, l’incertezza politica e la capacità di unione e comunione del ciclismo. Gli acquerelli di Vecchio dipingono paesaggi dolci e malinconici, restituendo l’atmosfera di un mondo più duro ma più autentico. Con un tratto semplice, pulito e sintetico, l’artista coglie i particolari salienti di Bartali: i denti digrignati per la fatica di una salita, lo sguardo deciso nei momenti di concitazione, il volto pacato negli attimi di rilassamento con la propria amata famiglia. Il ritratto di un campione dal volto umano.
Abbiamo parlato di:
Gino Bartali
Andrea Laprovitera, Iacopo Vecchio
Beccogiallo, 2019
121 pagine, brossurato, a colori – 17,00 €
ISBN: 9788899016913