Torna in una nuova edizione per la nuova “incarnazione” delle Kappa Edizioni, sotto il nome di KappaLab, Hiroshima – nel paese dei fiori di ciliegio, un titolo per alcuni aspetti insolito nel panorama manga, uno dei pochi fumetti nipponici contemporanei ad aver raggiunto al momento della sua prima pubblicazione (2004) la pubblicazione e il consenso di pubblico e critica negli Stati Uniti prima che nel nostro paese, dove siamo sempre più attenti alle novità dal Sol Levante. Uno dei motivi si può individuare nella natura insolita di questo titolo, assai più vicino al romanzo a fumetti che ai manga più popolari. Un racconto breve che nasce per essere tale e non come tentativo di inizio di una serie, come spesso capita nel mercato giapponese.
La vicenda narrata da Fumiyo Kono affronta un capitolo doloroso della storia giapponese, forse il più doloroso, lo scoppio della bomba atomica a Hiroshima e le conseguenze che essa portò tra la popolazione negli anni a venire, aspetto quest’ultimo poco dibattuto e conosciuto fuori dal Giappone.
Hiroshima – nel paese dei fiori di ciliegio non narra di un fatto realmente accaduto, ma è un racconto assai realistico che ha a che fare con le vite di una famiglia divisa e afflitta dalle tragedie causate dalla bomba atomica.
Come spesso l’occidente ignora, le conseguenze dell’esplosione hanno avuto ripercussioni negative che si sono protratte a lungo nei sopravvissuti della popolazione di Hiroshima, sia nel loro fisico che nella loro mente. Sono state ferite difficili da rimarginare o spesso impossibili, che qui sono raccontate grazie alla figura della giovane Nanami, una ragazza che cerca di dimenticare e iniziare una nuova vita, proprio come è stata capace di fare l’intera nazione dopo la guerra.
Il racconto si muove tra l’infanzia e l’inizio dell’età adulta della protagonista, in un’alternanza tra i pochi capitoli, senza un percorso lineare, ma mostrando invece vicende che caratterizzano le difficoltà quotidiane di lei e dei suoi familiari, dettate soprattutto da un animo ormai segnato dalla sofferenza.
Seguire i movimenti della narrazione tra infanzia ed età adulta appare talvolta difficile per il lettore, non a causa di scelta narrative poco azzeccate, ma per un disegno che non riesce a caratterizzare con precisione volti e figure e loro differenze tra i due diversi momenti della vita della protagonista. È un tratto assai più efficace nella rappresentazione delle ambientazioni e degli sfondi piuttosto che dei personaggi. Fumiyo Kono predilige il tratteggio al retino, ricordando quasi la Nausicaa a fumetti di Hayao Miyazaki, mentre – per non allontanarsi troppo dal maestro dell’animazione – sia le ambientazioni che in un certo senso anche la struttura della storia ricordano invece Isao Takahata, l’altro regista dello studio Ghibli, in particolare il suo Omoide Poroporo. Sono infatti entrambi racconti dove infanzia e presente si fondono contraddistinti da un’atmosfera nostalgica e malinconica, e più leggera nel film di Takahata.
Fumiyo Kono con quest’opera ha ricevuto due importanti premi, il Grand Prize del Japan Media Arts Festival nel 2004 e il Creative Award del Tezuka Osamu Cultural Prize nel 2005, e per l’estate 2018 è stata annunciato l’adattamento del fumetto in una serie TV per la NHK, l’emittente televisiva nazionale giapponese, per la regia di Ritsuji Kumano e sceneggiata da Tadashi Morishita.
Abbiamo parlato di:
Hiroshima – Nel paese dei fiori di ciliegio
Fumiyo Kono
Traduzione di Hideki Watanabe
Kappalab, 2018 (nuova edizione)
98 pagine, brossurato, bianco e nero – 10,00€
ISBN: 9788885457027
Riferimenti:
KappaLab Edizioni: www.kappalab.it