Il martedì e il mercoledì in USA sono i giorni dedicati all’uscita dei nuovi albi a fumetti, molti dei quali sono numeri di esordio di serie e miniserie, i first issue.
First Issue è la rubrica de Lo Spazio Bianco dedicata ai nuovi numeri uno in uscita negli States! In questo episodio #106 analizziamo alcune delle novità più interessanti uscite della seconda metà del mese di giugno 2022.
Marvel Comics
Di seguito, le copertine delle novità Marvel Comics.
DC Comics
Di seguito, le copertine delle novità DC Comics.
Image Comics
Seven Sons #1

La coppia di sceneggiatori Robert Windom e Kelvin Mao si muove nel territorio di una storia ambientata in quella che sembra una linea temporale alternativa per raccontarci la vita di un mondo risucchiato in un vortice di fede. Il presidente Jimmy Carter è al suo secondo mandato e la città del gioco e del vizio, situata nel deserto del Mojave in Nevada, è conquistata da un inarrestabile fervore religioso. La fede diventa business e si fa carne e sangue di un circo mediatico alla testa del quale troviamo le televisioni e più specificamente le emittenti pay-per-view che, per circa cento dollari, consentono di assistere alla seconda venuta del Salvatore. Seven Sons segue il ritmo di una narrazione che cerca di raccontare un futuro distopico nel quale si registra la presenza di un culto fortemente ramificato nei diversi strati sociali, legato all’ingombrante esistenza di una figura divina e potenzialmente onnipotente.
In questa prima uscita gli sceneggiatori posizionano tutte le pedine in campo, riuscendo a trasmettere un senso di frenesia e inquietudine al lettore che si trova al cospetto delle zone oscure di una società che trova in Las Vegas/New Canaan la sua nuova Mecca religiosa. Una città le cui strade ribollono di una varia umanità mossa da una fede cieca. L’apparizione improvvisa di un nuovo Messia che arriva diritto dai bassifondi, un giovane mendicante che attraversa le strade sorretto solo dall’aiuto e dalla gentilezza delle persone, rappresenta quell’invenzione ulteriore che riesce a dare maggiore spessore alla trama suggerendo riflessioni sull’opulenza delle religioni organizzate che poco hanno a che vedere con i bisogni degli ultimi. A giocare nella squadra dei nemici della fede cristiana registriamo la presenza delle sentinelle di Allah, un gruppo islamico organizzato militarmente. Terroristi che si macchiano di attentati e omicidi andando a rappresentare il vero elemento debole della narrativa che sembra tradire una malcelata islamofobia.
Le matite della superstar Jae Lee si dimostrano particolarmente adatte a disegnare un futuro apocalittico, ritratto in vignette irregolari che sembrano schegge di uno specchio rotto all’interno del quale si riflettono le immagini di un mondo decadente. I personaggi, in bilico tra l’umano, il divino e il mostruoso, riescono a nutrirsi della cupa agitazione che attraversa la storia, raffigurati con linee spigolose e ombre cupe che ne esaltano l’espressività. La fine del primo numero di Seven Sons ci lascia con molte domande e poche risposte, sicuramente incuriositi dai possibili sviluppi della trama che, al di là di qualche pecca, si dimostra ricca di potenziale.
Ferdinando Maresca
Beware the Eye of Odin #1

Come il titolo fa intuire, si tratta di un racconto che si inserisce nel filone della mitologia norrena e parte da una premessa piuttosto semplice: bisogna restituire al legittimo proprietario, ossia il saggio Mimir, l’occhio di Odino. A entrarne in possesso è un giovane principe considerato maledetto dal suo popolo e ad affiancarlo nella sua missione sono un esperto guerriero mutilato e una ragazza indisciplinata. I tre sono evidentemente figure archetipiche, protagoniste di un intreccio altrettanto archetipico: ci sono un divieto, un’infrazione, un viaggio, una perdita, un oggetto magico da recuperare, degli antagonisti e alcune prove da affrontare.
Priva di particolari scossoni, la trama è piuttosto lineare, mentre la problematizzazione riguarda la personalità del protagonista, incapace di lasciarsi alle spalle il senso di colpa: poiché la sua nascita è coincisa con la morte della madre, la gente del villaggio coltiva la superstizione e lui prende su di sé un fardello che, in realtà, non gli appartiene. Questo peso, che grava sul cuore del ragazzo, si manifesta attraverso le espressioni facciali che Odland tratteggia accentuando i movimenti delle labbra e degli occhi. In generale, invece, le figure sono possenti e contornate da un segno spesso e spigoloso molto adatto agli individui, umani e non, ruvidi e spietati che si muovono nel paesaggio nordico. Questo, che si macchia del sangue dei nemici in vignette suggestive di grandi dimensioni, è acceso in tutta la propria naturale varietà dai colori di Madsen, brava a rendere l’idea che la storia si svolga in un mondo antico e per certi versi altro.
Federico Beghin
Do a Powerbomb #1

Lona Steelrose perde la mamma, wrestler professionista, quand’è bambina a causa di un incidente sul ring: il lutto non la ferma ma le dà la forza di seguire le orme materne. Tuttavia il padre, a sua insaputa, cerca di ostacolarla temendo di perdere anche lei a causa di questo sport, fintamente violento ma realmente rischioso. Abbattuta per vedere frustrate le sue aspirazioni, le si presenta un’opportunità inaspettata di coronare il suo sogno. Ma potrebbe essere un terribile inganno. Questa la trama, senza anticipazioni sul vero colpo di scena che vi attende, del primo episodio che lascia molta voglia di leggere il seguito. Ma non è certo questa la qualità principale di questo “first issue”. C’è tutta la poetica di Johnson, con la sua estetica della violenza che trasforma in qualcosa di aggraziato, fruibile con godimento, grazie all’amore che nutre per lo sport che così ben ritrae nelle sue tavole. C’è l’amore per la famiglia e i legami familiari, causa di gioie e dolori come spesso avviene nella vita reale, qui rappresentati con grande intensità e pathos. C’è la straordinaria umanità dei personaggi, autentici e con motivazioni in cui ci si può facilmente riconoscere; motivazioni caratterizzate da grande semplicità, però mai banali.
DWJ è un artista che non delude mai, perché grazie a un considerevole talento riesce a esprimere l’amore per ciò che fa e per i suoi lettori che esce quasi con violenza (è il caso di dirlo) dalle pagine. Il poeta heavy metal è qui, e resterà per molto tempo ancora.
Paolo Garrone
Altri editori
A Calculated Man #1

Jack Beans è il protagonista di A Calculated Man (che potremmo tradurre con “Un uomo che pianifica”), serie firmata da Paul Tobin (testi), Alberto Albuquerque (disegni), Mark Englert (colori) e Taylor Esposito (lettering) per AfterShock Comics, già opzionata per una trasposizione televisiva su Hulu ed è la sua voce ad accompagnarci lungo tutto questo primo albo, impegnata in un lungo monologo che tratteggia lo scenario, la sua vicenda e i suoi obiettivi. A dare levità alla lettura è proprio il tono del racconto di Beans, che vive di una leggerezza alleniana, quella di un umorismo surreale nel quale la sobrietà espressiva – mai parole sopra le righe, sempre misurate – rievoca e illustra intricate vicende criminali. Lontana da qualsiasi realismo anche l’interpretazione visuale, caratterizzata da cromatismi acidi, economia di tratti nella definizione degli ambienti e dei volti, questi ultimi comunque sempre espressivi. Il tutto è infine valorizzato dal montaggio, che sfrutta l’alternanza passato/presente nel racconto del protagonista e il contraltare offerto dai dialoghi fra Omaha Avery ed Elene Santos, i due poliziotti responsabili della protezione di Beans.
Leggero e piacevole, il debutto di A Calculated Man annuncia una narrazione non troppo preoccupata della verosimiglianza; da vedere quanto del peso del racconto starà sulle spalle del protagonista o se sarà distribuito con altri personaggi (l’aspettativa è Elene) e se, in coerenza con alcuni spunti qui presenti, agli ingredienti si aggiungerà una sfumatura di romance, con un conseguente ampliamento delle dinamiche.
Simone Rastelli
The Lonesome Hunters #1

La storia si apre con le origini dell’uomo, la sua prima disastrosa caccia ai demoni e l’ingombrante eredità di una spada magica. Dopo aver mostrato scene concitate e orrori sottilmente inquietanti, Crook trasporta il lettore nel presente: il ragazzo ormai invecchiato vive in un appartamento nella periferia di una città e vive una vita qualunque. Quando la giovane vicina Lupe gli consegna, per sbarazzarsene, un orologio da taschino rubato allo zio, i due si trovano di fronte all’apparizione di un nuovo demone animale, e Howard è costretto a impugnare nuovamente la sua spada. Con un incipit semplice ma ben costruito, dalla narrazione chiara, che accenna a molti elementi ma lascia aperte tante domande, l’autore ci trasporta in un mondo all’apparenza normale, ma che cela misteri e pericoli abissali. Sicuramente interessanti le potenziali interazioni tra i due personaggi principali, anche se qui ancora nulla è dato a sapere di quale sarà la loro relazione: Crook sceglie di interrompere il numero prima dello scontro con il demone – gazza ladra, con un climax che sembra quasi incompleto ma che invoglia a proseguire la lettura per vedere dove la storia va a parare. Un’altra serie accattivante che conferma la tendenza di Dark Horse a puntare su horror e fantasy di qualità, solidi e affidati a autori con buone idee e capacità.
Emilio Cirri
Di seguito, le copertine delle altre novità.
Per questa puntata è tutto. Vi diamo appuntamento tra due settimane circa con First Issue #107.
Stay tuned!



























