Dopo aver visto, nel primo episodio (di tre) di questa serie, la genesi del franchise dei Transformers e le sue ramificazioni nei vari media, scopriamo più nel dettaglio il progetto di Skybound Entertainment con uno sguardo alle serie principali.

La prima pietra del nuovo Energon universe è rappresentata da Void Rivals: in questa serie Kirkman rivoluziona e amplia la cosmologia e la storia dell’originale universo dei Transformers. Il pretesto narrativo è tanto semplice quanto efficace: i resti di due pianeti, Agorra e Zertonia, formano un anello “sacro” orbitante attorno a un buco nero. Le rispettive popolazioni, in perenne conflitto tra loro, vivono in un contesto di scarsezza di risorse (soprattutto gli zertoniani, resistono in una posizione di forte svantaggio) e di odio reciproco: l’utilizzo di superstizioni e regole tramandate nel corso dei secoli ha instillato in ognuno dei popoli l’idea secondo cui la controparte sia mostruosa e aberrante, facendo sì che ogni scontro avvenga con i soldati completamente bardati da testa a piedi e incapaci di vedere gli avversari sotto le armature. Da questo macrocontesto, che per certi versi richiama l’eterno conflitto Autobot/Decepticon, comincia la storia che funge da motore per tutto: il miglior pilota di Agorra, Darak, precipita su un pianeta disabitato insieme alla rivale zertoniana Solila, e questa particolare situazione di difficoltà costringe i due a dover collaborare e a scoprire che sotto le armature non si celano mostri, bensì due esseri umani identici.

Il primo volume, intitolato “Più di quello che si vede” (traduzione fedele del motto “more than meets the eye” che contraddistingue i Transformers per la loro doppia natura di veicoli in grado di trasformarsi in mecha) intreccia la storia dei Transformers a quella di agorriani e zertoniani, quando Darak incontra l’Autobot Jetfire1, che proprio grazie al suo intervento si riattiva e abbandona il pianeta per cercare i suoi fratelli Autobot impegnati nel conflitto contro i Decepticon.
Il lavoro di world-building compiuto da Kirkman è piuttosto ricco e articolato, ma ideato al tempo stesso in modo intelligente e non soverchiante. Se infatti da un lato l’introduzione dell’anello sacro e dei due protagonisti aggiunge tasselli inediti alla mitologia propria dei Transformers, allo stesso tempo scoprire o riscoprire luoghi e personaggi già presenti in altri media risulta naturale perché il punto di vista adottato è quello di Darak e Solila. Entrambi, come i lettori, stanno scoprendo un universo che in precedenza non contemplava né il contatto fra i popoli né tantomeno gli immensi mecha che incrociano il loro cammino. Le spiegazioni e le informazioni che ricevono risultano essenziali per comprendere determinate scene, ma non vengono mai approfondite a tal punto da poter anticipare l’eventuale evoluzione della storia, facendo tesoro del principio “show, don’t tell”. Grazie al viaggio compiuto dai due protagonisti dal pianeta disabitato fino all’anello sacro, il lettore scopre i nuovi attori di questa epopea fantascientifica: già nel primo volume fanno la loro comparsa personaggi già noti dell’universo di riferimento2 che godono qui di nuova linfa vitale e di un alone di mistero che contribuisce a montare le aspettative per l’evoluzione della storia.

Il secondo volume di Void Rivals, Prede nella terra desolata, prosegue il lavoro di costruzione ampliando in questo caso gli aspetti relativi all’Energon e fornendo qualche elemento in più riguardo la guerra tra Autobot e Decepticon. In una struttura che per certi versi si trova anche nella serie dei Transformers, i primi due volumi presentano le fondamenta dell’universo con elementi che, anticipati fugacemente in questi numeri introduttivi, promettono di presentarsi successivamente. I continui spostamenti e i contatti con personaggi più o meno conosciuti permettono di avere tutte quelle conoscenze necessarie a costruire il futuro dell’universo: l’epopea sci-fi originale elaborata da Kirkman e disegnata dal nostro Lorenzo De Felici, pur avendo in sé tutti gli ingredienti per poter funzionare autonomamente, viene volutamente contaminata con elementi di un certo spessore propri dei Transformers che richiedono quindi una partenza lievemente più lenta, ma che renda il tutto più coeso.
Ci si trova di fronte a un’opera che, oltre a essere imbastita su alcuni topoi dello sci-fi già visti in altre opere e nello stesso Transformers, si concentra anche sul fronte pienamente “esplorativo”: Void Rivals parla sì di una guerra tra due popoli, ma quest’ultima non è preponderante e totalizzante come nel caso dei Transformers, rimanendo sullo sfondo del viaggio che i protagonisti compiono per scoprire le radici su cui questa guerra poggia e si alimenta. Aiuta in tal senso la volontà di sceneggiare Void Rivals quasi come se fosse una serie tv (modello non nuovo e particolarmente caro a Kirkman), con sottotrame politiche e introspettive che ampliano la storia dell’universo. Proprio il risvolto politico e il collegamento tra le due metà dell’anello sacro promettono di essere al centro delle vicende dei futuri volumi, sviluppandosi come estensione delle vicende di Darak e Solila.

Come si vedrà nella terza e ultima parte di questo approfondimento, il conflitto sarà il centro delle trame elaborate da Johnson sulla serie dei Transformers, catapultando il lettore in un contesto bellico pervasivo e preponderante, focalizzandosi più sul microcosmo delle avventure terrestri che sul macrocosmo dell’Energon universe, con elementi che, pur rimandando a Void Rivals, non risultano ancora pienamente collegati.
Abbiamo parlato di:
Void Rivals Voll. 1 e 2
Robert Kirkman, Lorenzo De Felici
Traduzione di Chiara Balestri
saldaPress, 2024-2025
144 pagine cad., cartonato, colori – 22,00 €
ISBN: 9791254613580; 9791254614723
- Autobot di prima generazione, a volte rappresentato come un ex Decepticon che cambia schieramento, è stato in passato alternativamente chiamato anche col nome di Skyfire: il motivo è da riscontrare probabilmente in problemi legali che incorsero con le prime serie animate giapponesi in cui il design del personaggio, anziché essere realizzato da Takara, era opera della Takatoku Toys. Poiché il controllo sulle serie animate era di competenza non della Hasbro (che aveva invece interesse a vendere negli USA un giocattolo anche più grande dei soliti) ma di Takara, quest’ultima ha preferito operare dei lievi cambiamenti in modo tale da non favorire il giocattolo di un’altra compagnia, creando quindi Skyfire. ↩︎
- Tra questi Skuxxoid, mercenario già apparso nelle serie animate, i Quintessenziani, alieni apparsi sia nelle serie animate che negli adattamenti cinematografici recenti e anche la presenza di altri Transformers. ↩︎
