Effetto Nuke: intervista a Claudia Razzoli

Effetto Nuke: intervista a Claudia Razzoli

Claudia Razzoli, autrice di Effetto Casimir, racconta il suo percorso dall’autoproduzione a Rizzoli Lizard, passando per Mammaiuto.

Nome d’arte di Claudia Razzoli, Nuke nasce a Pescia nel 1983. Fin da piccola dimostra velleità artistiche e letterarie, finché non incontra il fumetto e si iscrive alla Scuola Internazionale di Comics di Firenze, diplomandosi nel 2007. Per i quattro anni successivi lavora al suo primo graphic novel, Red (pubblicato dal collettivo Katlang! per Lucca Comics & Games 2011). Lo stesso anno entra a far parte dell’associazione culturale Mammaiuto, con cui ha pubblicato la serie I diari della Nuke, stampato in volume unico grazie a un’operazione di crowdfunding. Ha firmato i disegni di Petrarca per Kleiner Flug, su sceneggiatura di Filippo Rossi.

Nuke al Napoli Comicon 2015
Nuke al Napoli Comicon 2015

Ci parli un po’ del tuo ultimo lavoro pubblicato con Rizzoli Lizard, Effetto Casimir? Partendo dal titolo, magari.
È buffo perché in realtà il titolo è venuto praticamente alla fine. Ho avuto una folgorazione quando un’amica scienziata mi stava raccontando della sua tesi di laurea su questo ‘Effetto Casimir’ (ora provo a spiegarlo con parole mie, che non sono quelle giuste): due corpi molto vicini tra loro, che si uniscono inevitabilmente grazie all’attrazione causata dal vuoto che c’è tra di loro. Quando ho sentito questa cosa l’ho trovata un’ottima teoria per spiegare un concetto relativo ai rapporti sentimentali a cui pensavo da un po’. Ma il libro parla solo in parte di questo. Parla di un precario sentimentale, di un culopeso emotivo (e non solo) che sfrutta le leggi della fisica per non prendere mai decisioni, ma delegare il resto del mondo.

Il sottotitolo del tuo libro è Ordinaria disevoluzione di una coppia. Quella che racconti è quindi una storia incentrata su un distacco?
Inizia con un distacco, e infatti nella prima parte Giacomo cerca di sopravvivere alla prima settimana senza la sua compagna di una vita, con cui è stato fidanzato ben quindici anni.

Perché l’amore? Perché la necessità di raccontare di una storia d’amore finita e dell’elaborazione di questo lutto emotivo?
Perché le situazioni sentimentali sono importantissime nel Primo Mondo. Ma, come diceva Proust, non si impara quasi nulla dai momenti belli e si impara tutto da quelli brutti (più o meno), e di conseguenza ci sono tantissime cose da raccontare sulle storie che finiscono. Tirano fuori il peggio in quanto esseri umani, il meglio in quanto filosofi da due spicci e danno vita a interminabili chat con gli amici che cercano di farti capire che non stai morendo.

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Effetto Casimir è una storia tragicomica d’amore, amicizia, distacchi e riconciliazioni. Colpisce che tu abbia voluto raccontarla facendo un uso massiccio di colori forti e sgargianti.
Penso che se avessi usato disegni meno umoristici e colori meno sgargianti sarebbe (ovviamente) venuto un altro tipo di libro, probabilmente più drammatico e patetico. Invece, alla fine dei conti, i disastri sentimentali sono abbastanza comici. Io, dopo magari aver pianto un po’ ed essermi concessa il lusso sempre piacevole di lamentarmi con chicchessia, sono la prima a ridere dei miei.

Il disegno che Nuke ha dedicato a Lo Spazio Bianco durante il Napoli Comicon 2015.
Il disegno che Nuke ha dedicato a Lo Spazio Bianco durante il Napoli Comicon 2015.

Recentemente, sulle pagine virtuali de LSB, ti abbiamo intervistata con Sara Menetti e ci avete parlato della vostra esperienza con il self-publishing. Com’è avvenuto il passaggio a una importante realtà editoriale come Rizzoli Lizard?
Beh, innanzitutto le case editrici ti danno una cosa importantissima per poter lavorare tranquillamente: l’anticipo. Ma a parte questo, è stata Lizard a contattarmi dopo aver letto I diari della Nuke su Mammaiuto, e a chiedermi se avessi voglia di fare un libro con loro. E come fai a dire di no a una casa editrice che fa esattamente ciò che secondo me dovrebbe fare? Intendo pescare nelle autoproduzioni e dare un compenso a quelli che ritengono bravi fumettisti. Comunque autoproduzione ed editoria sono due cose totalmente diverse, hanno entrambe i loro pro e i loro contro, quindi per me l’ideale sarebbe continuare su entrambe le strade.

Quando Rizzoli Lizard ti ha contattata avevi già scritto Effetto Casimir, oppure hai trovato l’idea solo successivamente?
Avevo già scritto praticamente tutto e avevo cominciato a disegnare le prime pagine.

Quanto tempo ti ci è voluto per realizzarlo?
In totale mi pare circa un anno, a disegnarlo, colorarlo e letterarlo quattro mesi. Un massacro, non rifatelo a casa!

effetto_casimirIl self-publishing, di cui abbiamo parlato, va spesso di pari passo con il crowdfunding. Cosa pensi a riguardo? Può essere adatto a un qualsiasi fumettista emergente?
Secondo me no. Quando abbiamo fatto il crowdfunding con Mammaiuto avevamo già dei lettori abituali che hanno finanziato il progetto. Secondo me il crowdfunding è proprio lo step finale, quando sai che la gente comprerà il tuo libro ma lì sul momento non hai i fondi per stamparlo.

A tal proposito, la collaborazione con Mammaiuto come prosegue? Hai nuovi progetti in mente con loro?
Adesso stiamo lavorando tutti insieme a un antologico che credo uscirà al Lucca Comics & Games 2015. Poi con Samuel Daveti abbiamo rimesso mano a Muri, la serie che avevamo cominciato tempo fa sul sito, e poi vorrei riprendere (anzi non vedo l’ora!) La Necropanda, una serie post-apocalittica che avevo già cominciato su un alto blog collettivo che non esiste più.

I protagonisti di Effetto Casimir sono dei trentenni che nella vita si arrabattano e non riescono a raggiungere un vero traguardo, neppure sentimentale. Sei d’accordo che questa generazione, la nostra generazione, sia destinata a pareggiare con la vita e non più a sentirsi vincente?
Ma no, ma no. Siamo perfettamente in grado di raggiungere i nostri traguardi. Solo che questa fetta di trentenni energici e vincenti non è così interessante da raccontare.

E invece Claudia come si sente dopo questa pubblicazione? Realizzata e pronta per raccontare la prossima storia?
Figurati! Adesso non ho più uno ma ben due indirizzi di posta a cui rifilare tutte le storie che mi vengono in mente!

Intervista realizzata via mail nel mese di maggio 2015

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