Molte ricerche di sé assomigliano alla corsa della Regina Rossa di Alice, a un moto frenetico per restare fermi. Così, dalle pagine de I diari della Nuke di Claudia Razzoli emerge una concitazione di pensieri, azioni e relazioni che la protagonista cerca di sistemare in un nuovo equilibrio, che sia innanzitutto sostenibile nella propria vita quotidiana.
Oggetti, parole e personaggi affollano la tavola e ne riempiono lo spazio in una sorta di horror vacui; lo scopo è suggerire che non ci sia altro oltre a ciò che è messo in scena, che basti leggere e guardare con attenzione per capire.
A rafforzare questo effetto, lo stile scelto dalla Razzoli mira a creare la sensazione di immediatezza: le tavole sono costruite come pagine (di un diario, appunto) riempite velocemente, quasi scrittura/disegno automatici, così da trasmettere la suggestione di pensieri ed emozioni riportati senza elaborazioni o filtri razionali (di ricerca stilistica formale o selezione di contenuti). Questo approccio esalta l’aspetto di “confessione sincera”, apertura senza censure dell’intimità della protagonista e invito al coinvolgimento emotivo.
Abbiamo cioè un gioco illusionista che induce nel lettore la tentazione di credere che sulle pagine sia rappresentato ciò che la protagonista è, mentre Razzoli ci mostra ovviamente solo ciò che la Nuke dice, pensa o fa. Il confronto con il racconto (ad esempio, la riflessione sul proprio mondo a partire dagli spunti che il racconto offre) comincia proprio dalla consapevolezza di questa dicotomia, senza la quale la vicenda, causa l’ambiguità della prima persona singolare narrante, rischia di esaurirsi nell’autoreferenzialità.
Sottolineiamo infatti che se e in che misura la Nuke del fumetto coincida con l’autrice è un punto che ignoriamo volutamente: ciò che il racconto stimola prescinde dalla referenza autobiografica, che aggiungerebbe solo una sfumatura morbosa di nessuna valenza interpretativa.
Un dettaglio biografico importante è invece l’età: 30 anni. L’importanza sta nel fatto che questo dato rende particolarmente dolorose le peregrinazioni meditative della protagonista: tipiche dell’adolescenza, in strumenti, forme e contenuti, non possono più sfruttare l’uscita di sicurezza delle possibilità (il ventaglio di scelte per il futuro) che l’adolescenza comunque offre.
Espressa con le parole di Charlie Brown, la conclusione della Nuke è che, nella sua posizione di trentenne, non può più ambire a vincere, ma solo a pareggiare.
E già questo risultato richiede di risistemare tutta la propria vita, che, all’inizio del racconto, si trova nelle condizioni di una soffitta affollata e intasata da presenze irrisolte, alle quali cioè non corrisponde più il significato sperato o atteso o, semplicemente, pregresso; siano il fidanzato, il padre, la madre o il lavoro.
La Nuke deve ricrearsi una visione del mondo, partendo da un miscuglio di brama di vita, insicurezza di sé e introiezione di luoghi comuni confortanti (l’anoressia come effetto delle pressioni mediatiche e non come risposta alle crisi familiari). Una miscela che prelude a un cammino disagevole, costruito su dissonanze cognitive che chiederanno dazio. Alla fine della corsa, la protagonista si ferma, ed effettivamente si trova là dove era partita. Solo, diversa.
Ma tutto questo (in ciò il tratto importante della scrittura della Razzoli) viene raccontato con una leggerezza che da una parte riesce a contenere derive patetiche e ciniche e dall’altra riesce a comunicare il disagio dell’impossibilità di sostenere la condizione presente e la fatica di ricostruire tutta un’esistenza dalle fondamenta. Se in certi passaggi emerge un autocompiacimento tipicamente adolescenziale, in generale l’ironia è costruttiva.
La struttura a tavole sostanzialmente autoconclusive (d’altra parte furono originariamente pubblicate singolarmente su web) consente di scegliere la velocità di lettura, in funzione della quale possiamo godere degli eventi e della loro successione oppure, soffermandoci sulla pagina, confrontarci con gli spunti che ci offre.
La produzione de I diari della Nuke da parte di Mammaiuto (qui link per l’acquisto del volume sul sito dell’associazione) ha sfruttato un’iniziativa di crowdfunding sulla piattaforma Eppela: in coda al volume sono debitamente elencate e ringraziate le persone che hanno contribuito alla raccolta e quindi alla nascita di questo volume.
Abbiamo parlato di:
I diari della Nuke
Claudia Razzoli
Associazione Culturale Mammaiuto, 2013
88 pagine, brossurato, colore – 11,54 €
Giorgio Trinchero
14 Marzo 2014 a 16:12
Grazie mille per la segnalazione dello shop!
Per chi volesse intanto farsi un’idea il fumetto è anche ancora tutto disponibile on line: http://www.mammaiuto.it/?p=7216.