Un arazzo immenso composto da infiniti fili
Nei suoi quindici anni di vita editoriale, Dampyr si è ritagliato una collocazione particolare nel panorama delle testate bonelliane; ciò è dovuto alle caratteristiche intrinseche volute per la serie da Mauro Boselli, suo curatore e principale sceneggiatore.
La testata che vede per protagonista Harlan Draka è dotata di una forte continuity interna, di una trama orizzontale che si stende (più o meno evidente a seconda dei casi) lungo il flusso mensile degli episodi e di una componente temporale che si qualifica per il fatto che, nell’arco dei quasi duecento numeri usciti, i protagonisti sono invecchiati e continuano a farlo.
L’elemento che però maggiormente definisce la serie è l’universo narrativo, o meglio il “multiverso” che Boselli ha costruito intorno ai suoi personaggi: un insieme di mondi e realtà parallele che hanno dato origine alle varie stirpi e razze cui appartengono i protagonisti delle storie, e che soprattutto hanno generato una serie di sottotrame e filoni narrativi che si intersecano a creare un affresco complesso e affascinante.
La ricchezza e l’interesse per alcuni di questi filoni, nonché il loro numero non certo esiguo, per certi aspetti sono anche un elemento di criticità per Dampyr. Per quanto Mauro Boselli sia conosciuto per essere l’autore più prolifico ogni anno nella SBE a livello di pagine di sceneggiatura, è chiaro che – stante una delle caratteristiche del suo stile di scrittura, denso e dilatato – in questi cinque lustri è diventata un’impresa quasi impossibile riuscire a portare avanti in modo organico e parallelo tra loro le varie sottotrame.
Lo sceneggiatore milanese ha dunque avuto la necessità di passare da un filo narrativo all’altro, approfondendo un aspetto a discapito di un alto e riprendendo discorsi anche a notevoli distanze di tempo; il tutto mentre questa macrotrama della serie veniva intervallata anche da singoli episodi autoconclusivi, a più o meno slegati dall’affresco generale: una sorta di fill-in a cui i lettori di fumetti supereroici son da sempre abituati.
Il ciclo celtico, o arturiano
Proprio nei numeri 185 e 186, usciti ad agosto e settembre, Boselli riprende le fila di uno dei cicli più importanti della serie, uno tra i più strettamente legati alla figura del dampyr in generale e di Harlan Draka in particolare: il ciclo celtico o arturiano.
Era il 2003 quando nei numeri 43 e 44 della testata, Boselli (affiancato da Mauro Laurenti ai disegni) affrontava per la prima volta il mito arturiano, legandolo alla figura di Amber Tremaine: Maestra della notte alleata di Harlan nonché sua parente, essendo lei sorella di Draka, il padre dell’attuale dampyr.
In quella doppia avventura Harlan, Tesla e Kurjak affiancavano Amber contro la minaccia di Black Annis e dei mostruosi Tylwyth Teg, il Piccolo Popolo delle leggende gallesi.
In questa storia Boselli amalgama con sapienza la finzione narrativa con gli eventi storici che nel V secolo videro la distruzione della Britannia Romana a opera degli Angli e dei Sassoni; il tutto mischiato al mito di re Artù, che trova più di un fondamento negli annali e in varie fonti storiche.
L’avventura, che vede una ancora semisconosciuta Tremaine quale protagonista importante di quelle vicende storiche, si chiude lasciando molte domande in sospeso: soprattutto riguardo al bardo Taliesin, poeta guerriero, e alla malvagia Black Annis, una figura importante della galleria dei villain dampyriani.
A dodici anni di distanza da quelle vicende Boselli, nuovamente affiancato da Laurenti, riprende i fili di quella narrazione sempre in un doppio racconto, per certi aspetti particolare. La peculiarità risiede nel fatto che, per tutte le 188 tavole che compongono l’avventura, Harlan riveste i panni di semplice ascoltatore delle vicende narrate da sua zia Amber, identificandosi in tutto e per tutto con il lettore.
La Maestra della notte si riallaccia al racconto di quegli eventi avvenuti sedici secoli fa, ampliandolo, chiarendo vari aspetti rimasti oscuri nelle storie del 2003; ma soprattutto aprendo uno squarcio sull’origine della stirpe dei Maestri, fornendo particolari fino a oggi rimasti celati. In tutto ciò a farla da padrone è la storia finalmente rivelata del dampyr di quei secoli, quel Taliesin che Boselli con un colpo a effetto lega a Charles Moore, il nuovo dampyr nato nel numero 162 uscito un paio di anni fa.
Non bastano però questi ultimi due numeri a esaurire le vicende e a concludere il racconto di Amber. Il #186 si chiude con le vicende che ancora devono giungere a un epilogo, con una cesura narrativa della storia forse anche troppo repentina. Fortunatamente i lettori sanno già per certo che non dovranno aspettare altri dodici anni per leggere la conclusione di questo racconto che fonde finzione, storia e mito: sono stati già annunciati quattro albi che nella primavera del 2016 scioglieranno le vicende che vedono protagonisti Taliesin e i suoi alleati contro Black Annys.
Boselli-Castelli
Mauro Boselli è un maestro nell’imbastire trame complesse, stratificate e che si sviluppano per centinaia di pagine, ma soprattutto ha il talento di riuscire a gestire un folto cast di personaggi all’interno di una storia. In questa ultima doppia avventura non si smentisce, dando anche libero sfogo alla sua notevole cultura e alla sua passione per le leggende medievali britanniche.
Nell’impostazione i numeri 185 e 186 di Dampyr ricordano da vicino numerose storie di Martin Mystere: qui il protagonista funge da io narrante (o ascoltatore) di vicende storiche che si dipanano per pagine e pagine, con dovizia di particolari storici e vicende di fantasia perfettamente amalgamati assieme. In questo Boselli dimostra di aver fatto sua la lezione di Alfredo Castelli, capace di creare storie avvincenti da un punto di vista avventuroso e al contempo cariche di informazioni e spunti da approfondire per il lettore.
Boselli è bravo a non regalarci la solita versione edulcorata della leggenda arturiana bensì dimostra, come era lecito aspettarsi da lui, di conoscere approfonditamente i vari canoni che compongono il ciclo di re Artù.
La cosiddetta “materia di Bretagna” è stata trattata – e continua a esserlo tutt’oggi – da decine di autori, che hanno restituito ognuno una propria visione del mito.
Tra una visione il più possibile vicino alla Storia, che ci restituisce come doveva essere la Britannia del V secolo conquistata dai Romani, e una visione invece “classica” della storia di Artù come è stata tramandata in poemi e ballate – spesso in forme romantiche piene di magie e anacronistici cavalieri tardomedievali -, Mauro Boselli opta per un approccio legato alla ricostruzione storica più fedele innestando in essa gli elementi fantastici e orrorifici tipici delle storie dampyresche. Il risultato è una lettura sicuramente impegnativa che richiede la massima attenzione del lettore, ma con testi e dialoghi che hanno la capacità di avvincerlo e appassionarlo alle vicende raccontate.
Laurenti e le ricostruzioni storiche
Mauro Laurenti, da oltre venti anni una delle principali matite di Zagor, con questa doppia storia colleziona la sesta presenza sulla testata creata da Mauro Boselli e Maurizio Colombo.
Il disegnatore romano è dotato di un segno classico e altamente descrittivo, che fa ampio uso tanto di campiture nere quanto di retinature. Nelle tavole di questa avventura, però, ciò che colpisce è il livello di dettaglio e l’attenzione per la ricostruzione storica, i quali valorizzano le singole vignette di una sceneggiatura che fa dell’ortodossia classica della gabbia bonelliana una precisa scelta narrativa.
La precisa resa dei paesaggi, degli ambienti e dell’architetture del V secolo, dagli interni dei palazzi romani fino alla vedute dei villaggi e delle fortificazioni lignee dei villaggi britanni, rivela un accurato lavoro di documentazione storica e una scelta di aderenza alla realtà fin nei particolari meno significativi. Un discorso analogo vale per la rappresentazione dell’abbigliamento dei vari personaggi, anch’esso curato nel dettaglio: non era cosa semplice, vista la presenza di tanti protagonisti appartenenti alle più disparate etnie e popolazioni.
Laurenti spicca anche nella resa dei passaggi più fantasiosi della vicenda con un’efficace rappresentazione delle mostruose creature appartenenti al Piccolo Popolo, come anche del dragone rosso in cui si trasforma Amber Tremaine, quel Pendragon che alcune fonti hanno tramandato come famiglia di appartenenza di re Artù.
Il consiglio per godere appieno della vicenda è quello di recuperare gli albi #43-44 prima di accingersi a leggere questa doppia avventura di Dampyr e, se si è dotati di pazienza, aspettare la prossima primavera e leggersi l’intero ciclo composto da otto albi.
Cinque mesi al confronto di dodici anni non sono niente…
Abbiamo parlato di:
Dampyr #185-186 – Il segreto di Amber Tremayne – Taliesin il bardo
Mauro Boselli, Mauro Laurenti
Sergio Bonelli Editore, Agosto – Settembre 2015
98 pagine, brossurato, bianco e nero, 3,20 €
ISSN: 977159000200250185 – 977159000200250186