Ormai sono quattro anni che vivo in Germania, a Jena, per la precisione. Chi lo avrebbe mai detto. Tante cose sono cambiate in questo tempo: nuovi amici, nuovi amori, un dottorato di chimica quasi in tasca. Ma una cosa è rimasta immutata: la mia passione per il fumetto, quella voglia di approfondire la mia conoscenza di questo medium, di leggere e conoscere nuove opere e nuovi autori. È per questo che anche nel 2019 mi sveglio alle 6:00 di un venerdì mattina, destinazione Lipsia e Fiera del Libro e Millionaires Club. Forse vi ricordate di questi nomi, d’altronde la prima fiera del fumetto in Germania non si scorda mai.
Ho già visitato entrambe le fiere altre due volte, così come il Salone Internazionale di Erlangen, iniziando a seguire con sempre maggiore attenzione il mercato tedesco e cominciando timidamente ad interagire con autori ed editori. Insomma, ho cominciato a capirci qualcosina. La Fiera del Libro di Lipsia e il Millionaires Club sono sempre un’ottima occasione per tastare il polso della situazione: si svolgono parallelamente nella città sassone nell’ultima settimana di marzo (quest’anno dal 21 al 24) e offrono due prospettive completamente diverse sul mondo del fumetto in Germania e sulla percezione che il pubblico ha di questa industria. Ecco un reportage su cosa è cambiato negli ultimi tre anni.
Manga, gadget, anime e cosplay…e tutto il resto?
Devo ammetterlo: vedere un gran numero di persone attendere l’apertura dei cancelli per una fiera del libro (o del fumetto, nel caso del Manga-Comic-Con ospitato all’interno dell’evento) è sempre un bello spettacolo. Il venerdì, alle 9:30 di mattina, sono insieme a uno stuolo di appassionati e cosplayer in trepidante attesa dietro porte di vetro, aspettando il gong di inizio della fiera. Appena le soglie si spalancano, lettori e otaku partono di corsa per accaparrarsi i manga del momento. I più richiesti sono Fairy Tails di Hiro Mashima, ospite di peso di questa edizione per Carlsen Manga, le opere di suu Morishita (duo formato da Makiro ai testi e Nachiyan ai disegni) pubblicate da Altraverse, e Cells at Work di Akane Shimizu, non presente in fiera ma la cui opera era evidentemente molto attesa.
Come si può ben capire dal nome della convention, i manga dominano la scena, con case editrici importanti quali le già citate Carlsen Manga e Altraverse, la Tokyopop, Kazè, Cross-cult (con un catalogo che mescola manga, sci-fi tedesco, Hellboy e altre serie statunitensi). Accanto a queste, editori più piccoli e soprattutto un esercito di illustratori e fumettisti tedeschi che autoproducono opere di chiara ispirazione nipponica, illustrazioni patinate pesantemente influenzate dagli stilemi orientali, nonché gadget, borse, orecchini, spillette e chi più ne ha più ne metta.
Tra i temi ricorrenti, oltre a gattini e personaggi dai vestiti vistosi e barocchi, quello che mi ha colpito quest’anno è stato il dilagare del genere Yaoi, che ormai va sempre più di moda tra le adolescenti: quasi ogni stand sfoggiava illustrazioni di ragazzi dai tratti femminei, in atteggiamenti affettuosi con altri ragazzi, accanto ad altre immagini di ragazze procaci.
Pubblico delle grandi occasioni: circa 30 mila i visitatori al Manga-Comic-Con di quest’annoMa il fumetto, al Manga-Comic-Con, è solo una parte (relativamente piccola, bisogna ammettere) della manifestazione: molti stand offrono gadget, costumi, magliette e merchandising più disparato, dalle mascherine alle parrucche, dagli accessori fino ai poster di band adolescenti coreane (altra passione in grande ascesa tra i giovani tedeschi). Il pubblico di riferimento è sicuramente quello del cosplay, a cui sono dedicati gli eventi più importanti, dalla gara ufficiale alle presentazioni collaterali, passando per workshop e talk con alcuni cosplayer famosi, cantanti di sigle e doppiatori di anime di successo.
E proprio gli anime sono il secondo piatto forte della manifestazione, con ben due sale dedicate alle anteprime delle serie di animazione giapponese più attese del pubblico (My Hero Academia, Your Voice e il film di Fairy Tails su tutti). Il programma si arricchisce con interviste ad autori, con un grande spazio riservato al lavoro di traduzione e di produzione dei fumetti nipponici e addirittura con consigli su come prepararsi a un viaggio (o un trasferimento) in Giappone. A chiudere, le immancabili bancarelle con cibo giapponese e un giardino del thè dove riposarsi e bere qualcosa di caldo.
Se si esclude la grande presenza dei manga e di tutto quello che gira intorno ad essi, né gli organizzatori della fiera né gli editori stessi sembrano riuscire a trovare una dimensione chiara e indipendente al fumetto.
Panini, unica grande potenza editoriale al di fuori delle case distributrici di manga, ha ridotto la sua presenza rispetto agli anni passati, con uno stand molto più piccolo e meno vistoso. Anche a livello di ospiti, pur presentando un nome di peso come Dan Jurgens e una bella promessa come Perè Perez, complici anche le defezioni di Emil Ferris e Daniela Schreiter, la casa editrice ha dimostrato un calo di interesse e di forza propositiva.
Splitter Verlag e Kult-comics hanno presentato novità e portato alcuni ospiti (i tedeschi Frauke Berger, Ingo Römling, il sempre presente Peter Nuyten e Miguel Diaz Veloso, disegnatore dei Puffi), ma anche loro hanno dimostrato un piccolo arretramento rispetto a qualche anno fa.
In generale, le defezioni di molti ospiti fanno pensare che questo non sia l’evento a cui essere presenti per farsi pubblicità. Anche la disposizione degli stand delle varie case editrici dimostra la mancanza di una dimensione ben precisa per questo genere di letteratura: Reprodukt si è posizionata nella sala della letteratura per ragazzi, dove si trova anche Mosaik, unico stand dedicato ai fumetti preso veramente d’assalto da bambini e giovani lettori, Jaja Verlag (di cui parleremo in una delle prossime puntate) vicino ai libri d’arte, avant-verlag incassata in mezzo ad alcuni stand che poco hanno a che fare con l’offerta dell’editore. Ancora, una piccola isola “fumettistica” emerge in un altro padiglione ancora, raccogliendo varie case editrici (Splitter, Edition Moderne, Kult Comics, Carlsen, Egmont e Reprodukt) in una accozzaglia poco sensata e abbastanza confusa. Infine, una mostra totalmente casuale di illustrazioni di Sui Ishida, creatore del manga cult Tokyo Ghoul, allestista incomprensibilmente in una sala diversa rispetto a quella dedicata ai manga.
Parlando con alcuni editori e autori si desume che, non solo l’organizzazione della fiera, ma essi stessi non abbiano una idea definita di industria o di sistema, di identità e di unicità, e preferiscano piuttosto appigliarsi a produzioni collaterali nel tentativo di rimanere a galla ed essere comunque presenti . Anche gli autori locali, in questo modo, sono poco sponsorizzati dalle stesse case editrici e per questo traggono modesti benefici dall’evento.
Stesso discorso vale per le Kunsthochschule (le accademie d’arte tedesche) che quest’anno hanno offerto meno fumetti rispetto al passato. In controtendenza invece il padiglione internazionale: molti stand (in particolare Francia, Croazia, Lituania e anche il paese ospite di quest’anno, la Repubblica Ceca) hanno riservato un piccolo spazio alla produzione fumettistica, dimostrando che forse c’è ancora un modo per mettere in evidenza questo prodotto anche in una fiera del libro. Il sogno sarebbe, un giorno, di vedere gli editori di fumetti organizzati come quelli dei libri illustrati per l’infanzia, uno dei punti più forti della manifestazione: spazi dedicati ad adulti e bambini, libri esposti in modo da mettere in mostra tutta la loro bellezza, un senso forte di gruppo e una coscienza piena della propria dignità artistica e commerciale.
Millionaires Club: l’autoproduzione al centro
Ancora una volta, per assaporare un senso di comunità attorno al fumetto, bisogna andare oltre il Manga-Comic-Con e la sua carica di colori e costumi, uscire dalla fiera, prendere una boccata d’aria e camminare per il centro e la periferia di Lipsia per prendere parte a eventi collaterali dedicati alla nona arte. Uno di questi è la lettura pubblica organizzata da Jaja Verlag nei locali della GzK (museo di arte contemporanea), in cui i vari autori interpretano i propri fumetti, leggendoli e proiettandone alcune scene . Una serata interessante e divertente, purtroppo non adeguatamente sponsorizzata e non supportata dall’organizzazione, nonostante siano molti e molto stimolanti gli eventi di questo tipo che si svolgono in tutta la città durante i quattro giorni della manifestazione.
In concomitanza con questa serata, si è svolta anche l’inaugurazione del The Millionaires Club, festival del fumetto indipendente arrivato alla sua settima edizione. Quest’anno l’evento si è spostato nella zona sud della città, nel locale culturale alternativo Conne Island, trovando una collocazione più in linea con la filosofia stessa della manifestazione.
Come già nelle precedenti edizioni, il programma assemblato da James Turek, Anna Haifisch, Max Baitiger ed altri ha riservato numerose interessanti scoperte, con ospiti come Perfectly Accessable Press dagli Stati Uniti, Space Cow Press dalla Russia e Ukmukfukk dall’Ungheria. Nonostante lo spazio per le mostre si sia ridotto rispetto agli anni precedenti, il fumetto è stato comunque protagonista assoluto, con numerosi lavori autoprodotti da consultare e con alcune belle stampe da ammirare. Tra queste si sono distinte le eleganti serigrafie dell’italiana Strane Dizioni (in particolare quelle di Jesse Jacobs), anche se purtroppo la posizione all’interno del bar del locale non ha dato il giusto risalto alle opere.
Anche il programma del festival ha offerto numerose talk interessanti e incontri con autori ed editori indipendenti, come Georgy Elaev dalla Russia o la polacca trapiantata in Svezia Daria Bogdanska, da poco pubblicata da avant-verlag con Von Unten. La partecipazione a questi eventi è stata come sempre grande ed entusiasta, coinvolgendo un pubblico di appassionati e artisti molto attenti e interessati. La stessa partecipazione si è vista nel mercato, momento clou della manifestazione, occasione per parlare con autori e comprare fumetti creativi e provocatori, illustrazioni di grande pregio e stampe di ottima fattura.
Un momento importante per entrare in contatto con una comunità viva e vitale, in cui realtà presenti anche alla Fiera del Libro (Reprodukt, avant-verlag, Jaja Verlag) trovano un proprio posto e un senso compiuto. Un festival che trova nel fumetto il proprio fulcro, che mette al centro le opere e gli artisti, e che è capace di attirare un pubblico interessato, sebbene ancora troppo limitato e forse un po’ chiuso in sé stesso e in determinati ambienti.
Considerazioni finali
Eccoci alla fine di questo piccolo viaggio: dopo tre anni di “ricerca”, il fumetto in Germania mi appare quanto mai polarizzato. Sebbene una fiera del libro, nella sua grandezza e complessità (quella di Lipsia è la seconda in Germania dopo Francoforte), non possa essere uno specchio assoluto della salute del fumetto, al contrario di un festival dedicato come quello di Erlangen (che nel 2018 ha fatto registrare trentamila visitatori), alcune conclusioni possono essere tratte.
Il mercato, nel suo complesso, sta crescendo, anche se a trainarlo sono i manga e soprattutto l’interesse generato dal “contorno” folkloristico fatto di costumi e gadget. Il pubblico dimostra un certo interesse, ma in Germania il fumetto sembra ancora molto legato al concetto di lettura per ragazzi e la produzione ne risente. Inoltre, nemmeno le case editrici sembrano avere un’idea chiara della loro posizione. Per questo, il fumetto in terra tedesca mi sembra arrivato a un bivio: un punto di snodo in cui gli editori, soprattutto quelli che si muovono sul confine tra produzione indipendente e più massiccia, devono riflettere sul proprio ruolo e sul futuro del sistema fumetto tedesco nel suo complesso. Le energie sono tutte presenti, in ebollizione sotto la superficie. Adesso serve solo canalizzarle e farle arrivare al pubblico.
Siti ufficiali
Manga_Comic-con: www.manga-comic-con.com
Millionaires Club: themillionairesclub.tumblr.com