Carmine Di Giandomenico e l’odissea del Goldrake Kyojin Project

Carmine Di Giandomenico e l’odissea del Goldrake Kyojin Project

Vi racconto l’odissea del mio Goldrake Kyojin Project contro la burocrazia italiana

A giugno del 2022 abbiamo contattato Carmine di Giandomenico per parlarci di un ambizioso progetto legato a un personaggio amatissimo da più generazioni come Goldrake – recentemente tornato alla ribalta con una nuova serie remake trasmessa da Rai 2 – sfociato però in una lunga disputa burocratica conclusasi solo recentemente. Di Giandomenico è un artista che non ha bisogno di presentazioni, titolare di uno stile unico e riconoscibile nonché di una continua ricerca stilistica nell’arco di oltre trent’anni di carriera che lo hanno reso famoso tanto in Italia quanto negli USA. Eppure, tutte le storie che ha disegnato non sono nulla a confronto della vicenda surreale, quasi kafkiana, della quale è stato suo malgrado protagonista, portandoci la testimonianza di un lungo confronto impari tra creatività artistica e burocrazia italiana.

Ipogeo Ii

Ciao Carmine, ti ringraziamo per aver accettato di raccontarci una storia che tu ormai consideri chiusa e che ti ha visto al centro di una lunga vicenda con l’amministrazione comunale della tua città per un progetto su Goldrake. Una situazione che è culminata in un gesto molto forte da parte tua. Vuoi raccontarci come è iniziata?
Nel 2017, durante un dibattito, ebbi l’idea di omaggiare uno dei personaggi di Go Nagai più amati qui in Italia, ovvero Goldrake. L’idea era collegata alla Piazza Garibaldi della mia città – Teramo – rigenerata con una sala ipogea sotterranea sopra la quale c’era una struttura di copertura in diagonale, con un prato verde che i miei concittadini non hanno mai molto gradito. Essendo un’opera architettonica di valore, il comune era aperto a proposte per valorizzarla ed a me, guardando la pianta dall’alto, con la forma e l’inclinazione del tetto, sembrò quella del disco di Goldrake quando decolla. Inoltre, lo Spacer aveva gli stessi colori – bianco e rosso – dello stemma cittadino. Il progetto, che ho chiamato Goldrake – Kyojin Project, prevedeva una struttura temporanea con l’obiettivo di riqualificare la piazza che aveva difficoltà di illuminazione serale.

Come fu accolta questa idea?
Feci uno schizzo di come poteva essere e lo pubblicai su Facebook, venendo poi ripreso da un quotidiano locale. La proposta, dapprima scherzosa, ebbe invece un bel riscontro tra la cittadinanza, essendo Goldrake un personaggio che fa parte della nostra storia culturale: la gente prese sul serio l’idea, alcuni mi fermavano per strada per complimentarsi, cosa che fece anche il neoeletto sindaco che si era candidato con propositi di cambiamento per la città. Mi contattò per presentare il progetto in maniera seria.

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Tu però avevi una visione che andava ben oltre quella di un semplice tributo, giusto?
Innanzitutto Goldrake e la sala ipogea dovevano diventare un corpus unico. Poi, a livello concettuale, il Goldrake Kyojin non doveva essere semplicemente la rappresentazione del robot di Go Nagai, bensì un agglomerato di concetti robotici, o meglio, una sintesi di tutta la robotica nipponica dagli anni ’70 ad oggi. L’idea fondamentale del progetto era quella di costruire e posizionare questa struttura sopra la sala ipogea e, con un sistema fotovoltaico che la rendesse autonoma a livello energetico, facesse da illuminazione alla piazza, con fari intorno al disco e le ali che sarebbero state dei lampioni. In questa maniera sarebbe stata riqualificata anche la sala ipogea come spazio espositivo e di incontri per organizzare sia mostre che eventi culturali. Il progetto aveva in Goldrake il punto focale nella dimensione spaziale ed estetica, ma era anche il mezzo per aprire una via a dibattiti e scambi intellettuali con la collettività e l’università, avviando anche un dialogo sia con gli organi alti dell’ASL, sia con medici specializzati in protesi, parlando di robotica applicata alla medicina… insomma le possibilità erano davvero tante.

Quali sono stati i primi passi del progetto?
Nel 2018 incontrai quelle che sarebbero state le figure portanti del progetto, ovvero Alfonso de Felice (ingegnere edile), Piero Aquilini (geometra e responsabile del coordinamento per la sicurezza) e Pietro Iommi (scultore 3D). Rimanendo in contatto con il sindaco, il 5 agosto 2019 presentiamo per la prima volta il progetto in Comune dove, con la maggioranza presente del consiglio comunale, ci viene detto di continuare lo sviluppo. Ci tengo a dire che le ricerche e il lavoro dietro al progetto erano a costo zero per il comune di Teramo: un regalo da parte nostra all’amministrazione. La progettualità iniziale, infatti, per noi era una sfida perché sarebbe stata sostenuta da un crowdfunding senza alcun rischio per il Comune visto che se non si raggiungeva la quota del preventivo il progetto non sarebbe partito.
Altra cosa importante è che sarebbe stata la prima statua europea a dare un servizio di illuminazione alla cittadinanza senza parlare della sua attrattiva per appassionati e curiosi di anime e manga che sarebbero potuti arrivare in città nell’arco di dieci mesi (il tempo di permanenza della statua), portando anche un indotto economico alla comunità.
Facemmo poi una seconda riunione in Comune perché riuscimmo a trovare una ditta locale importante che era disposta a finanziare con 150.000 euro materiale e lavorazione, ammortizzando all’epoca i costi di realizzazione da 400.000 a 250.000 euro, con la conseguenza che la cifra del crowdfunding sarebbe stata dimezzata rispetto a quella inizialmente preventivata. In quella occasione chiediamo al Comune di darci le planimetrie per calcolare gli sviluppi di carico di peso dell’ipogeo e mettere in sicurezza la struttura della statua seguendo ovviamente le norme di legge. Essendo trasparente in tutto quello che faccio, notificavo su FB tutti gli incontri con il sindaco nonché le fasi di sviluppo e vedevo che l’interesse della gente cresceva tantissimo, tant’è che anche l’associazione dei commercianti si attivò.

Percorsi E Riqualificazione

Cosa successe dopo?
Arriviamo alla riunione definitiva del 14 ottobre 2019, dove notiamo uno strano atteggiamento da parte dell’amministrazione stessa che paventa problemi con la Soprintendenza, cosa molto strana visto che non avevamo ancora presentato ad essa il progetto (non era ancora concluso, perché – ripeto – inspiegabilmente non ci avevano ancora dato le planimetrie richieste). Quindi, che problemi potevano mai esserci con tale ente?
A questo punto chiediamo loro se credono ancora in questo progetto (ripeto, a costo zero), ma l’assessore alla Cultura e Valorizzazione del Patrimonio Artistico si irrigidisce e ci paventa una nuova collocazione per Goldrake vicino al Parco Fluviale, dove c’era verde pubblico, a differenza di uno svincolo stradale come piazza Garibaldi. Da lì in poi alcuni consiglieri ed assessori cominciano ad insistere per spostare il Goldrake Kyojin in altri punti urbani rispetto alla piazza: una cosa per noi incomprensibile perché, oltre all’opera di riqualificazione, la piazza stessa era sia chiave di rottura dell’arte moderna nonché paradosso strutturale-artistico, sia anche mezzo di promozione mediatica ed internazionale per un periodo inferiore a un anno. Dopo si sarebbe potuto spostarla in qualsiasi altra zona della città. Invece, qualche tempo dopo, proposero addirittura di spostare la struttura su una rotonda di un quartiere di periferia danneggiato dal terremoto, dove ci sono ancora oggi molti sfollati in difficoltà per la casa: una idea che abbiamo rifiutato per rispetto dei cittadini nei cui confronti sarebbe sembrata, a nostro avviso, una beffa vera e propria.

Biancorosso

Questa divergenza di opinioni fu poi superata con l’amministrazione cittadina?
Ci fu un attrito proprio con l’assessore alla Cultura e in quella riunione decisero tutti di non votare per aspettare il resoconto della Soprintendenza, con il Sindaco che suggerì di andarci insieme. Ai giornalisti che aspettavano fuori, d’accordo con il presidente del consiglio comunale Alberto Meralangelo, fu raccontato questo sviluppo, confermando l’interesse del comune per il progetto. La notizia esce sui giornali e neanche dodici ore dopo l’assessore alla Cultura convoca una conferenza stampa con tutte le emittenti locali smentendo la cosa e dichiarando che avevo detto il falso uscendo dalla riunione.
Questa persona, quasi una settimana dopo, dice in un’intervista che c’è il diniego della Soprintendenza ed io mi sono chiesto come fosse possibile che essa avesse dato un giudizio (e per statuto può dare solo pareri) senza la presentazione del progetto definitivo. Perché, a tutt’oggi, noi non abbiamo mai ricevuto le piantine dell’ipogeo senza le quali non possiamo completare alcunché.

Suppongo che la situazione sia degenerata…
Da quel momento inizia una sorta di guerra mediatica tra me e l’assessore, ma nella situazione subentra Jwan Costantini – sindaco di un paese vicino, Giulianova – che si dimostra molto interessato al Goldrake Kyojin e ci invita ad un incontro. Io non volevo mettere me e il progetto in mezzo a una diatriba politica tra amministrazioni di sinistra (Teramo) e di destra (Giulianova), quindi incontro Costantini – che si dichiara pronto a darmi tutte le rotatorie del paese consone alla statua – proponendogli però un’idea diversa, legata al mare: una statua che emerge da esso come un titano. Al sindaco di Giulianova piace non solo la proposta, ma tutto quello che si può costruire e organizzare intorno alla statua, anche per riqualificare il porto della sua città. Quando però gli ingegneri cominciano a lavorarci sopra, il preventivo del progetto arriva a un costo tre volte superiore quello di Teramo: un conto infatti era realizzare una rotonda e un conto fare emergere una statua di dodici metri di diametro dal mare, con una impalcatura subacquea di sostegno, tenendo conto di venti, correnti ed erosione marina.

In che modo avete pensato di risolvere queste difficoltà?
Viene chiesto un primo incontro (senza protocollazione) con la Guardia costiera e l’Ente Porto (gestito dal PD, con il Comune di Teramo tra i suoi maggiori azionisti) durante il quale entrambi gli enti dichiarano non solo di non essere contrari alla struttura, ma di aver individuato anche una posizione ottimale per sviluppare il progetto Goldrake. La notizia esce l’indomani sui giornali con dichiarazioni del sindaco Costantini, ma la settimana dopo proprio l’Ente Porto dà il diniego senza neanche specificare le sue motivazioni.
Chiediamo una riunione con l’ente ma scoppia la pandemia e tutto rimane in sospeso. A questo punto, con tutto quello che stava succedendo tra morti, emergenze sanitarie e cambiamenti delle nostre abitudini, io e i miei collaboratori decidiamo di bloccare il progetto, chiudendo civilmente i rapporti con l’amministrazione di Giulianova perché non ci sembrava corretto parlare di una statua di dodici metri mentre la gente stava morendo.

Progetto Giulianova 1

Il progetto era definitivamente chiuso?
In realtà no. Arriviamo, dopo il primo lockdown, a febbraio 2021, anno in cui il sindaco di Teramo D’Alberto presenta al pubblico il progetto Ideateramo: una piattaforma digitale della quale lui è il direttore responsabile insieme all’assessore Filipponi e dove tutti i cittadini possono inviare idee e progetti per il futuro della città, accedendo ai bandi europei del Recovery Fund.
In occasione della morte di mia madre, il sindaco mi fa le sue condoglianze e ci prendiamo un caffè insieme. Mi chiede se avessi un’idea da inserire nella piattaforma e a quel punto prendo la palla al balzo e gli ricordo che il progetto di Goldrake adempiva a due dei fattori richiesti dal RF: riqualificazione urbana e uso di energia pulita, una cosa fattibile che, se promossa, non andava a toccare i fondi locali, ma quelli europei.

C’era quindi la possibilità che fosse recuperato?
Non proprio. Al primo incontro tra gestori della piattaforma e cittadini non mi arriva la convocazione per email, ne vengo a conoscenza solo su FB e mi presento in ritardo al Parco della Scienza dove c’era l’assessore Filipponi che giustifica la mancata missiva con il fatto che sono un privato e non una associazione, cosa che non centrava nulla con l’invio di una mail massiva per un appuntamento aperto a tutti, senza contare che ero io il titolare legale dell’opera presentata in piattaforma. L’assessore ribadisce il fatto che contro il progetto c’è la famosa lettera della Soprintendenza e gli chiedo, essendo passati tre anni, di leggerla così da conoscere i parametri da essa indicati e capire cosa impedisce al progetto di essere realizzato. Non mi risponde e, per vederci meglio, mi rivolgo ai miei legali chiedendo l’accesso agli atti di tutte le Soprintendenze d’Abruzzo e scopro che non esiste alcuna corrispondenza tra esse e il comune di Teramo sul progetto Goldrake.

Goldrake 2

A questo punto cosa hai fatto?
Faccio richiesta di accesso agli atti in Comune (sezione Urbanistica) e, anziché entro sessanta giorni, mi rispondono dopo sei mesi con una dichiarazione firmata che attesta l’assenza di qualsiasi documentazione che dimostri una corrispondenza tra loro e la Soprintendenza sull’idea progettuale di Goldrake.
Vado dal sindaco a chiederne conto, visto anche che ero stato diffamato per tre anni sui giornali, con dichiarazioni secondo le quali io avevo detto il falso sul progetto. Il sindaco ribadisce di avere in suo possesso la lettera che, però, non sarebbe protocollata (nè risulterebbe agli atti), rifiutandosi di farmela leggere. Succede poi che il consigliere Massimo Speca subentra a Filipponi nella gestione della piattaforma IdeaTeramo e sia le riunioni che il rapporto con me prendono un piede diverso, più trasparente e meritorio. Arriva un perito urbanistico internazionale incaricato dal comune che analizza il progetto e dice che è tangibile e può partecipare non solo a due bandi (riqualificazione urbana ed energia pulita), ma anche a quelli della cultura.

Ac

Finalmente una buona notizia…
Per poco tempo, purtroppo. A maggio/giugno 2022 esce il piano di riqualificazione del PNRR, dove viene indicata anche Piazza Garibaldi che però verrà rigenerata e riqualificata con l’innesto di una fontana dal costo di un milione e 200mila euro per sistemare i danni strutturali della sala ipogea (non costruita a norma di legge) e pure da coibentare.

Come hai reagito di fronte a una situazione del genere?
Chiamo il sindaco e chiedo che, se questa è la decisione, dovrebbero darmi il no amministrativo al progetto, che era depositato sulla piattaforma e che io di certo non avrei ritirato potendo partecipare a ben tre bandi: immagina il cortocircuito tra i due progetti nel caso Goldrake vincesse uno dei bandi e arrivano i fondi europei. Cosa si fa, si smonta una fontana da oltre un milione di euro? Ho chiesto di non mettermi per la seconda volta in una posizione scomoda, contro la comunità locale. Due settimane dopo, neanche a farlo apposta, arriva la notizia di un progetto su Goldrake a Torino e la gente protesta sui social, anche se i progetti erano sostanzialmente diversi. Da una ricerca che ho fatto in rete ho trovato diversi siti che indicavano il progetto di Goldrake come cosa certa e in fase di realizzazione, addirittura uno riportava la posizione della piazza su una schermata di Google Maps.

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Un vero e proprio empasse.
Ovviamente non ero a mio agio in questa situazione, rischiando di trovarmi contro la gente della mia città e in imbarazzo con tutta la nazione, quindi mando tutti i link trovati al sindaco e gli chiedo di darmi il diniego per chiudere questa storia senza fare alcuna polemica sulla fontana. Il sindaco mi risponde che non me lo può dare senza però fornirmi il motivo. A questo punto mi inalbero perché non essere meritorio neanche di una risposta su un semplice “no” dal sindaco, garante della piattaforma Ideate nonché rappresentante di ogni cittadino di Teramo, non mi fa più sentire tale. Decido quindi di restituire la carta di identità in Consiglio Comunale e nel primo giorno utile di assemblea mi presento in sede e davanti a tutti la strappo e la depongo sul tavolo del sindaco D’Alberto, salutando ed andandomene via. (link al video)

Un gesto forte. Cosa è successo dopo?
Sottolineo che il mio è stato un gesto simbolico, il documento era scaduto, ma il sindaco non rilascia alcuna dichiarazione facendo cadere tutto nel silenzio. Poi succede che il 21 luglio 2022 l’assessore alla cultura Core dichiara in una trasmissione che c’è il diniego della Soprintendenza sulla struttura, dimostrando di non sapere neanche che il progetto stava andando avanti su Ideate, mandando il messaggio che sono io a lottare perché sia realizzato mentre invece è il contrario (visto che loro vogliono fare una fontana), mettendomi nuovamente contro la mia città. Inoltre dichiara pubblicamente in televisione che, se dimostravo di aver ragione (sulla scia di una mia intervista che era andata in onda durante la trasmissione dove parlo anche di accessi agli atti, incalzato da un membro dell’opposizione), si sarebbe dimesso e mi avrebbe chiesto scusa.
Io ho fatto un comunicato stampa dove ho indicato i numeri di protocollo con le risposte e gli accessi agli atti e ho invitato l’assessore Core a pubblicare quella famosa lettera. Tra l’altro in questo momento è caduto il silenzio da parte dell’amministrazione e i consiglieri che stanno alla maggioranza sono intervenuti sui post di informazione web locale denigrando il mio progetto e dicendo che sto facendo i capricci. Io invece sto esplicitamente dicendo che non voglio entrare in contrasto con la progettazione di una fontana preventivata nel 2022 e quindi chiedo semplicemente un diniego al mio progetto iscritto invece nel 2021. Io comunque ho indicato i protocolli delle comunicazioni nelle quali non c’è nulla del diniego della Soprintendenza e quindi attendo le scuse ed eventualmente le dimissioni o il cambio delle deleghe a questa persona.

Quali sono le tue considerazioni dopo tutta questa vicenda?
Al di là dei risvolti grotteschi e dell’amarezza, la faccenda è per me oramai chiusa definitivamente, con la presa delle distanze con la politica locale tutta. Io resto sempre autore di fumetti e i miei obiettivi sono e restano fissi a voler raccontare storie disegnate che possano emozionare. La politica la lascio ai malati di selfie e persone prive di prospettive, io ho cose più Belle e Vere da inseguire.
Ci vediamo sulle pagine disegnate.

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Intervista realizzata per via telefonica a giugno 2022, settembre 2023 e agosto 2024.
Il presente articolo è stato pubblicato originariamente sulla rivista Fumo di China #346 del novembre 2024.

 

Carmine di Giandomenico

Foto Carmine

Carmine di Giandomenico, classe 1973, è un disegnatore dalla carriera ultratrentennale, avendo esordito negli anni ’90 con il fantascientifico Examen e poi con Le strabilianti vicende di Giulio Maraviglia – Inventore che segna l’inizio di un lungo sodalizio con lo sceneggiatore Alessandro Bilotta (La Dottrina, Romano – La Landa degli aviatori e il Dylan Dog Color Fest #2 per Sergio Bonelli Editore).
Da anni lavora per il mercato americano. Ha disegnato per la Marvel Comics le miniserie Daredevil: Battlin’ Jack Murdock e Spider-Man Noir, l’albo #500 di Iron-Man e la serie X-Factor di Peter David. Per la DC Comics è stato disegnatore di personaggi iconici come Batman, The Flash e Joker oltre a serie come Justice League Odyssey, Batgirl, Detective Comics e Catwoman, alternando anche lavori d’autore come la graphic novel Leone – Appunti di una vita.

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