Dal 23 al 25 maggio, nella suggestiva cornice di Villa Margherita, si è svolta la sesta edizione del Trapani Comix & Games, ormai punto di riferimento per gli appassionati del fumetto e del gioco nel Sud Italia. Tra gli ospiti più attesi, anche Mogiko (Giulia Monti), manga artist che con la sua saga dark e soprannaturale Black letter ha saputo conquistare pubblico e critica. Con lei abbiamo parlato del suo percorso artistico, delle sfide quotidiane del mestiere e della crescita del manga italiano.
Ciao Mogiko, grazie per averci concesso questa intervista e bentornata su Lo Spazio Bianco. È passato circa un anno dalla pubblicazione di Black letter e dalla tua prima intervista qui con noi. Guardandoti indietro, in cosa senti di essere cresciuta di più come artista e come narratrice? Ci sono cose che faresti diversamente oggi?
Sicuramente dopo tre volumi è cambiato molto, sia il metodo di lavoro che ho usato sia il mio stile. Andando indietro a rivedere anche soltanto il volume uno riesco a notare una differenza abissale nel disegno. Penso però che sia semplicemente l’evoluzione naturale di chi disegna ogni giorno.
Questo, in particolare, è stato un anno in cui sono cresciuta molto e in cui ho capito bene come lavorare al meglio, sfruttando meglio il tempo che ho a disposizione.
Qualcosa che cambierei? Nulla devo dire, perché sicuramente ci sono degli errori che ho fatto, ma è attraverso questi che sono dove sono adesso.
Il tuo stile è chiaramente quello del manga, come hai più volte sottolineato nelle varie interviste e com’è possibile notare dai disegni che posti su Instagram. C’è un autore giapponese o una serie in particolare che senti di aver preso come riferimento o che ti ha influenzata più di altri nel tuo percorso artistico?
In realtà non c’è un artista in particolare a cui mi ispiro, credo però che alla fine lo stile di un’artista sia l’insieme delle cose che gli piacciono, quindi magari dall’esterno si può notare di più qualche mia influenza più di quanto riesco a notarla io perché magari sono cose che ho interiorizzato e di cui non mi rendo conto.
Tra i miei artisti preferito posso citare Inio Asano, che è stato anche il primo mangaka che io abbia mai letto, con la serie Buonanotte, Punpun. In generale sono un’appassionata di storie di mistero e avventura, più che slice of life.
Però sono affascinata anche molto da storie profonde dove c’è molta psicologia di vari personaggi e dove si entra nella loro filosofia, storie in cui ci sono più livelli di lettura.
Parlando della tua opera, Black letter, qual è stata la parte più difficile: scrivere la sceneggiatura, costruire i dialoghi o disegnare in modo efficace ciò che stava accadendo nella scena?
Per me che sono una disegnatrice, la parte più complicata è sicuramente quella della scrittura perché sono meno abituata a farlo.
Quando realizzo un volume la fase della scrittura è quella che dura di meno chiaramente, più o meno un mesetto, in cui scrivo tutta la sceneggiatura e poi faccio anche i layout di tutti i vari capitoli. Però è comunque la fase più complicata. I tre mesi successivi sono la fase in cui sto tutto il giorno a disegnare senza interruzioni. Quella è la parte più faticosa fisicamente, però è più gratificante per me.
Essere una manga artist italiana è una scelta coraggiosa e unica. Quali difficoltà hai incontrato nel farti spazio in questo settore?
All’inizio sicuramente una difficoltà è stata far capire che quello che volevo fare era un manga perché, quando ho dato la mia prima bozza di Black Letter, avevo bene in mente il fatto di volerlo fare in un certo modo quindi con la lettura al contrario, con l’onomatopea in giapponese, ambientato in Giappone e con il formato tankobon.
Per concludere, cosa ti piacerebbe cambiare nella percezione del manga in Italia e del manga italiano?
Io sono una persona che pensa molto al mio. Vedo, comunque, che il mercato del manga in Italia si sta espandendo sempre di più e questa cosa mi fa piacere, direi che siamo siamo sulla strada giusta. Piano piano anche noi che facciamo questo mestiere nuovo stiamo cambiando la percezione in generale.
Intervista condotta dal vivo al Trapani Comix and Games il 24 maggio 2025
Mogiko
È una giovane fumettista. Dopo diversi volumi per ragazzi pubblicati per Fabbri Editore e per Shockdom, arriva il suo esordio nel mondo dei manga, con la pubblicazione di Yo-chan’s first stream: un progetto editoriale che ha superato il record di finanziamento su Kickstarter per un fumetto italiano.
Nel 2024 Edizioni BD pubblica il primo volume del suo manga da autrice unica Black letter, un thriller soprannaturale dalle tematiche dark e misteriose.